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Milioni di milioni...

Ne sono nati un po' meno, ne sono morti un po' di più e ci sono tanti, tanti stranieri: questa l'Italia dell'ultimo bilancio Istat

11 luglio 2006

In Italia siamo 58.751.711 unità (così ci chiamano nelle indagini), lo 0,5% (289.336 persone) in più rispetto all'anno precedente, quando eravamo 58.462.375. Sono sempre di più le donne (30.224.823) e meno gli uomini(28.526.888). Nel 2005 è tornato negativo il ''saldo naturale della popolazione'' (-13.282), cioè la differenza fra il numero di chi è nato e quello di chi è morto. Nel 2004 il saldo era stato opposto. Nonostante ciò il numero di abitanti nella nostra penisola è aumentato, e questo per merito (se si pensa che un grande numero di persone possono fare più forte una nazione) dell'aumento dell'immigrazione. La stima della quota di stranieri immigrati, in crescita, è di 4,5 ogni 100 residenti, più concentrati al nord dove è maggiormente diminuito il saldo naturale.
La popolazione italiana vive per il 99,4 per cento in famiglie. Le ''famiglie anagrafiche'' sono 23 milioni e 600 mila. Risulta invariato, rispetto all'anno precedente, il numero medio di componenti per famiglia, ed è pari a 2,5. Il valore minimo è di 2,1 e si rileva in Liguria, mentre il massimo è 2,9, in Campania. Il restante 0,6 per cento della popolazione, pari a 334 mila abitanti, vive in ''convivenze anagrafiche'' (caserme, case di riposo, carceri, conventi, ecc.).
A grandi linee è questa l'Italia fotografata dall'Istat nel suo ultimo bilancio demografico nazionale, un'Italia dove si nasce di meno e si varca l'ultima soglia di più, dove sono sempre più gli stranieri a popolare le nostre città, dove si vive prevalentemente all'interno della - tanto cara alla Chiesa - famiglia, e infine, dove si cerca di andar via dalle grandi città e trovare il proprio spazio di vita nei più tranquilli centri di periferia.
Ma andiamo ad osservare un po' più da vicino com'è diventata l'Italia in questo ultimo anno...

Nord, Centro e Sud: un bilancio generale - Al 31 dicembre 2005 risultavano residenti in Italia 58.751.711 persone, con un incremento dello 0,5 per cento (289.336 persone) rispetto ai 58.462.375 residenti al 31 dicembre 2004. Le donne residenti sono risultate 30.224.823, gli uomini 28.526.888. Nel 2005 sono aumentati, rispetto all'anno precedente, gli stranieri residenti in Italia: in attesa dei dati in valore assoluto, disponibili a ottobre, la quota di stranieri sulla popolazione totale è risultata pari a 4,5 stranieri ogni cento persone residenti, in crescita rispetto al 2004 (4,1 stranieri ogni cento residenti).
La crescita della popolazione non è uniforme sul territorio nazionale: nel Nord aumenta del 0,7 per cento, quindi più della media del paese, grazie all'immigrazione interna ed esterna. Vicina allo zero la crescita nelle regioni del Centro-Sud, nonostante il saldo naturale (la differenza tra nascite e morti) sia positivo solo nel Mezzogiorno e nelle Isole. Gli abitanti si distribuiscono poi in questo modo: il 26,4 per cento del totale (15.551.047 persone) vive nelle regioni del Nord-Ovest, il 18,9 per cento (11.119.276) in quelle del Nord-Est, il 19,3 per cento (11.321.337) al Centro, il 24 per cento (14.087.162) al Sud e l'11,4 per cento (6.672.889) nelle Isole.

Saldo naturale: natalità e mortalità - La differenza tra nati e deceduti, nel 2005, è contrassegnata dal simbolo meno. Infatti sono venuti al mondo 554.022 bambini (8.577 in meno rispetto al 2004) e sono morte 567.304 persone (20.646 in più rispetto al 2004). Si riprende così la tendenza negativa che ha caratterizzato questa voce fin dal 1993, con l'eccezione del 2004. Nello stesso periodo, e anche nel 2005, si è tuttavia registrato un aumento delle nascite, spiegabile con il forte peso che hanno i neonati stranieri.
Il decremento ha riguardato soprattutto le regioni del Mezzogiorno (-3,6 per cento), mentre nel Nord-Est è stato pari a -0,6 per cento, nel Nord-Ovest a -0,5 per cento e nell'Italia centrale e nelle Isole a -1,3 per cento. Si è confermata tuttavia una tendenza all'aumento nel lungo periodo, da mettere in relazione alla maggior presenza straniera regolare. Negli ultimi 10 anni, infatti, l'incidenza delle nascite di bambini stranieri sul totale dei nati della popolazione residente in Italia ha fatto registrare un fortissimo incremento, passando da poco più di 9 mila nati del 1995 a più di 52 mila del 2005, in termini percentuali, dall'1,7 per cento al 9,4 per cento.
Quanto alla mortalità, dopo due anni caratterizzati da un andamento anomalo (mortalità eccessivamente elevata nel 2003, a causa del forte caldo estivo, e poi particolarmente bassa nel 2004, per un ''effetto di recupero'') il numero dei decessi nel corso del 2005 (567.304 persone) è tornato a livelli in linea con l’andamento del periodo antecedente. Anche l'andamento mensile della mortalità è tornato a un profilo ''normale'', con un numero di morti più elevato nei primi mesi dell'anno, freddi e segnati da epidemie influenzali che colpiscono le fasce più anziane e più deboli della popolazione.
 
Gli stranieri e i movimenti migratori - Nel corso del 2005 sono state iscritte in Italia, provenienti dall'estero, 325.673 persone (in un caso su dieci si tratta di italiani). I dati assoluti sugli stranieri in Italia saranno disponibili solo a ottobre, ma intanto si parla di un 4,5 per cento, in aumento rispetto al 4,1 dell'anno precedente. Quando si stabiliscono in Italia, gli stranieri scelgono di vivere soprattutto al Nord (12,9 per cento tra Ovest ed Est) o al Centro (5,7 per cento). Bassa invece l'incidenza nel Meridione: solo l'1,5 per cento di immigrati.
Ma c'è pure chi parte dall'Italia per andare a popolare un altro Paese, sempre nel 2005, infatti, sono state 65.029 le cancellazioni di persone residenti in Italia trasferitesi all'estero. Complessivamente, il bilancio migratorio con l'estero, pari a +260.644, è dovuto ad un saldo fortemente positivo per gli stranieri, di poco superiore a 267 mila unità, che compensa il saldo lievemente negativo relativo alla sola componente italiana, pari a circa 6 mila unità. Il saldo tra chi arriva e chi parte è risultato più basso rispetto ai valori dei due anni precedenti, quando ai normali flussi migratori si sono aggiunte le regolarizzazioni di circa 650mila persone in seguito alla sanatoria del 2002.

La migrazione interna - Nel bilancio dell'Istat anche i conti della migrazione interna. Nel corso del 2005 ben 1 milione e 418mila persone si sono trasferite da una regione all'altra sul territorio italiano. La via seguita, come sempre, porta nella maggioranza di casi dal Sud al Centro-Nord, tranne che per quel che riguarda l'Abruzzo. Secondo i dati dell'Istat il tasso migratorio interno oscilla tra il -4,4 per mille della Campania ed il +4,9 per mille della Valle d'Aosta. Anche in questo caso un forte contributo arriva dagli stranieri, che si spostano molto. Le regioni che attraggono più ''migranti'' sono l'Emilia Romagna, l'Umbria e la Valle d'Aosta.

Famiglie, convivenze e figli - I 58milioni e passa di residenti in Italia, vivono per la stragrande maggioranza in famiglia (parliamo del 99,4 %). Le ''famiglie anagrafiche'' sono 23 milioni e 600mila; il numero medio di componenti per famiglia risulta pressoché invariato rispetto all'anno precedente ed è pari a 2,5 persone (andando dal 2,1 della Liguria, al 2,9 della Campania). Il restante 0,6 per cento della popolazione, pari a 334mila abitanti, vive in convivenze anagrafiche (caserme, case di riposo, carceri, conventi). Il numero delle convivenze e dei loro componenti, invece, si conta con una leggera maggioranza nel Nord e nel Centro.
Parlando invece dei ''figli d'Italia'', secondo il tasso di fecondità nella nostra nazione nascono in media 1,32 figli per ogni donna in età feconda: un numero in linea con la ripresa delle nascite in corso dal 1995. L'aumento del numero medio di figli per donna è tutto concentrato al Nord e al Centro (rispettivamente +26 per cento e +19 per cento tra il 1995 e il 2005), mentre nel Mezzogiorno la fecondità continua a diminuire. In testa alla classifica delle maternità, ci sono il Trentino-Alto Adige con 1,48 figli per donna, la Campania (1,43) e la Sicilia (1,41). L'età media delle mamme italiane è 31 anni, di quelle straniere 27.

Grandi Comuni - Nei 12 grandi Comuni d'Italia, quelli con una popolazione superiore ai 250mila abitanti, risiedono quasi nove milioni di abitanti, pari al 15,2 per cento del totale. In questi comuni, esaminati complessivamente, si registra un leggero decremento di popolazione: -4.872 mila abitanti, pari a -0,1 per cento. L'unico ad aumentare in misura consistente la popolazione è Milano (+9.296), mentre Genova registra una popolazione in aumento di 15mila unità (ma si tratta delle rettifiche post-censuarie), e Verona ha un incremento di sole 312 unità.
La dinamica demografica è differenziata: in tutti i grandi comuni del Nord e del Centro il saldo naturale è negativo, mentre in quelli del Sud risulta generalmente positivo. Il saldo migratorio interno è sempre negativo, ad evidenziare un processo di allontanamento dalle grandi città, in particolare a Napoli (-14,1 per mille) e Palermo (-9,2 per mille), cresce invece il numero di stranieri che scelgono i grossi centri.

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11 luglio 2006
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