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Milk

Van Sant dirige un'altro film che risulta essere ''specchio dell'oggi'' nonché un ''cronaca di una morte annunciata''

06 febbraio 2009

Noi vi segnaliamo...
MILK
di Gus Van Sant

Biopic su Harvey Milk, il primo politico americano apertamente gay ad essere eletto ad una carica pubblica. Dopo aver vinto le elezioni nel 1978, dopo tre tentativi, per la giunta comunale di San Francisco fu ucciso insieme al sindaco da un altro componente della giunta il 18 novembre 1978. L'epilogo della sua vicenda umana sconvolse la società americana, ma le battaglie condotte da Milk - un ebreo di New York che, arrivato nella West Coast in cerca di una vita diversa, per le sue lotte contro le discriminazioni sessuali era chiamato il 'sindaco di Castro', una circoscrizione di San Francisco - avevano ormai dato i suoi frutti...

Anno 2008
Nazione USA
Produzione Focus Features, Groundswell Productions, Jinks/Cohen Company
Distribuzione BIM
Durata 128'
Regia Gus Van Sant
Soggetto e Sceneggiatura Dustin Lance Black  
Con Sean Penn, Emile Hirsch, James Franco, Josh Brolin, Diego Luna, Brandon Boyce
Genere Biografico
 

In collaborazione con Filmtrailer.com

Il contesto storico: Milk/Castro

Come politico e attivista, Harvey Milk è stato un populista aggressivo, convinto che la funzione del governo fosse quella di andare incontro ai bisogni di tutti i membri della società. Ha incoraggiato uomini e donne omosessuali a uscire allo scoperto, comunità e sindacati a unire le loro forze, e tutti i cittadini a battersi contro ogni discriminazione. Non molto tempo prima di essere assassinato, parlando della necessità di un movimento per i diritti dei gay in grado di esercitare una pressione sul governo, Milk diceva: "Io chiedo al movimento di andare avanti, perché la mia elezione ha dato una nuova speranza ai giovani. Dobbiamo dare loro speranza". Una frase incisa alla base della sua statua - un busto esposto di fronte al Municipio di San Francisco.

Quella speranza, Milk l'aveva trovata a San Francisco, dove aveva abitato per un paio d'anni prima di tornare a New York. Quando Milk e il suo compagno Scott Smith si sono poi trasferiti in pianta stabile a San Francisco, nel 1972, sono andati ad abitare nella Eureka Valley (District 5), una comunità in transizione, che presto sarebbe stata ribattezzata Castro District (o Castro). Eureka Valley era stata il cuore della cultura scandinava a San Francisco fino agli anni '30, quando era diventata un quartiere operaio irlandese. Tra gli anni '60 e '70 in quella zona hanno cominciato a stabilirsi molti omosessuali, alcuni erano hippy. Nonostante qualche inevitabile conflitto con i valori conservatori dell'ambiente operaio irlandese, Castro è diventato uno dei pochi posti in America dove i gay potevano vivere in relativa libertà. Milk e Smith hanno aperto al numero 575 di Castro Street un modesto negozio di fotografia, che ben presto è diventato più un centro sociale che non una fiorente attività commerciale. Grazie alla sua personalità gregaria e al suo senso dell'umorismo, Milk si è conquistato le simpatie dei residenti e dei commercianti del distretto. Andavano al suo negozio per discutere dei problemi del quartiere e delle loro preoccupazioni. Come piccolo proprietario di un negozio, Milk ha riorganizzato la Castro Village Association formata dai commercianti locali. Così, è diventato famoso come "il Sindaco di Castro Street" - un soprannome che si era dato lui stesso. Milk è stato anche fra gli ideatori e promotori della festa estiva annuale, la Castro Street Fair, che attirava gente da tutta la città.

Del gruppo di attivisti e amici che gravitavano intorno al negozio, e che avrebbero seguito Milk negli anni seguenti, facevano parte Scott Smith; Cleve Jones, il protetto di Milk; Danny Nicoletta, che ha fotografato il mondo di Milk e lavorava nel negozio; Jim Rivaldo, organizzatore della prima campagna elettorale di Milk; Dick Pabich, soprannominato "la Principessa Polacca" - uno stratega che è diventato uno degli assistenti di Milk in Municipio; il consigliere politico Michael Wong, soprannominato "Bocciolo di Loto"; e Anne Kronenberg, unica lesbica in questo circolo tutto maschile, che ha guidato la campagna elettorale vittoriosa di Milk per la carica di consigliere comunale, quando Castro ha beneficiato di un nuovo sistema elettorale e ha catapultato il suo figlio prediletto nelle stanze del potere. Quella campagna, del 1977, era la quarta di Milk...

La prima era stata nel 1973, quando aveva dichiarato: "Tasse e priorità cambiano di anno in anno, ma la libertà no". All'epoca, Allan Baird, rappresentante del sindacato dei camionisti [i Teamsters], stava guidando una campagna di boicottaggio contro un'azienda produttrice di birra, la Coors Brewing Company, accusata di imporre condizioni di lavoro ingiuste ai suoi dipendenti. Baird ha avvicinato Milk, chiedendogli il sostegno della comunità gay nel boicottaggio. Milk ha chiesto in cambio l'appoggio dei Teamsters, e Baird ha accettato: il giorno dopo, la birra Coors ha cominciato a sparire da ogni bar di Castro e in altre parti della città. Da allora in poi, il nome e la fama di Milk sono arrivati ben oltre i confini cittadini.

La critica
"Nei casi di biopic basati su vicende reali, è uso compiacersi se il regista non fa il santino del protagonista. In 'Milk' però c'è parecchio di più. Van Sant immerge lo spettatore in un perfetto contesto d'epoca, mischiando la pellicola nuova a riprese di repertorio con l'aggiunta di idee originale: come lo split-screen, il mosaico visivo che suddivide lo schermo in tanti piccoli schermi, a restituire il corrispondente visivo del 'passaparola'. Altro merito, quello di non enfatizzare o additare troppo gli elementi già forti del film: come la trasformazione della politica in spettacolo, per la quale gli anni 70 furono decisivi, o una sorta di fatalismo drammatico implicito negli eventi. Saggiamente, il regista sceglie la via del dramma a freddo, mentre delega l'implicita essenza melodrammatica alle note di 'Tosca', opera molto amata dall'attivista. Quanto a Penn, si cala nel personaggio con l'intensità dolente degli adepti del 'metodo' Actor's Studio, tirando fuori la parte femminile che è in lui, come in ciascun uomo. Lo contrasta bene Josh Brolin, che abbiamo appena visto nella pelle di George Bush."
Roberto Nepoti, 'la Repubblica'



"Il film, tentato specie sotto finale da euforia militante, si libra grazie allo straordinario lavoro di tessitura tra filmati d'epoca e fiction e per la passione civile che lo anima. Sean Penn merita l'Oscar per aver ceduto a una femminilità emozionante, ma mai di maniera. Sensuali e spregiudicate le scene con l'innamoramento di James Franco, bravissimo anche lui."
Piera Detassis, 'Panorama'

"'Milk' è un ottimo, riuscitissimo film, ben fatto, coinvolgente, commovente. L'equilibrio tra attività pubblica e vita amorosa del protagonista è perfetto: l'atteggiamento verso l'assassino è pietoso; la ricostruzione del mondo gay di San Francisco nei Settanta è viva, precisa. E Sean Penn protagonista è sempre più bravo, eccellente."
Lietta Tornabuoni, 'L'Espresso'



"Il film è, letteralmente, tutto sulle spalle di uno dei pochi eterosessuali coinvolti - il citato Sean Penn - che si cala nel corpo e nell'anima di Harvey Milk con un'adesione psicotica impressionante. Scegliere un attore non gay era una scommessa, totalmente vinta grazie al talento di Penn: forse un omosessuale non avrebbe retto al peso dell'identificazione emotiva, o avrebbe ecceduto in cliché. Si può tranquillamente affermare che Penn è l'unico motivo artistico per vedere il film. Gli altri motivi - che pure esistono, e rendono 'Milk' un'opera comunque importante - sono extra-filmici: Van Sant rievoca un momento decisivo della lotta per i diritti civili in America; Harvey Milk è stato un esponente politico di spicco, al di là della sua carica, perché fu una sorta di rompighiaccio per la partecipazione dei gay alla vita politica. L'aspetto di gran lunga più interessante del film, per chi gay non è, è il modo in cui Milk viene dipinto come un politico abile e non privo di cinismo. A dimostrazione, per chi nel Duemila non se ne fosse ancora accorto, che gli esseri umani - uomini e donne, etero e gay, bianchi e neri - sono tutti uguali."
Alberto Crespi, 'l'Unità'



"'Milk' è la cronaca di una morte annunciata - come 'Elephant', 'Last Days', 'Paranoid Park' e 'Gerry'. Però, rispetto alla narrativa sparsa, alla spazialità destabilizzante e al lirismo contemplativo degli ultimi quattro film di Gus Van Sant, questo biopic sul consigliere comunale Harvey Milk e la lotta per i diritti omosessuali anni settanta, è un lavoro strutturato, articolato in un impianto classico, meticolosamente ricostruito, in una sovrapposizione di fiction e documentario, quasi cauto. Un film adulto, che Van Sant sognava di fare da anni. E un film involontariamente, quanto inequivocabilmente, del momento - anche al di là dell'attualità californiana."
Giulia D'Agnolo Vallan, 'il manifesto'


 
Note - Sean Penn è stato candidato al Golden Globe 2009 come miglior attore protagonista di film drammatico - candidato all'Oscar 2009 per: Miglior Film, Regia, Attore protagonista (Sean Penn), Non protagonista (Josh Brolin), Sceneggiatura originale, Colonna sonora, Montaggio e Costumi.

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06 febbraio 2009
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