Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Millions

I soldi non piovono dal cielo, oppure sì? Provate a chiederlo a Damien e Anthony, due ragazzini di Liverpool...

11 aprile 2005






Noi vi segnaliamo...
MILLIONS
di Danny Boyle

I soldi non piovono dal cielo, oppure sì?
Provate a chiederlo a Damien e Anthony, due ragazzini di Liverpool, con una fortuna tra le mani e una settimana di tempo per… dilapidarla.
Damien e Anthony, due fratelli di 8 e 10 anni, si vedono piovere addosso - letteralmente - una borsa piena di sterline, 299.320 per l'esattezza. E dopo aver deciso che non è colpa loro se quella fortuna gli è caduta addosso, si trovano di fronte ad un dilemma più grande di loro: come spenderle? E, soprattutto, come farlo in poco più di una settimana?
Tanta fretta è dovuta al fatto che la vecchia Inghilterra sta per entrare a far parte di Eurolandia e, nel giro di una settimana, le sterline non avranno più alcun valore.
I ragazzini, diversissimi tra loro, vorrebbero impiegare il denaro in modi decisamente diversi.
L' "affarista" Anthony (Lewis McGibbon) pensa ad investimenti immobiliari o magari a mettere su una sorta di mercato nero nel parco della scuola, mentre il tenero e pio Damien (Alex Etel), fervente ammiratore dei santi, invita i poveri in pizzeria e fa donazioni clamorose in parrocchia. Un conflitto d'interessi non da poco considerando che, a complicare le cose, arrivano anche i "legittimi" proprietari della borsa che rivorrebbero indietro il bottino della loro rapina. Insomma, tanta fortuna potrebbe costare cara a tutta la famiglia. Per risolvere il tutto ci vorrebbe davvero un miracolo e non è detto che non avvenga…


Distribuzione Medusa
Durata 97'
Regia Danny Boyle
Con Alex Etel, Lewis Mcgibbon, James Nesbitt, Daisy Donovan
Genere Commedia


Danny Boyle, dai tossici di Edimburgo ai bambini di Manchester
Intervista di Arianna Finos (Kataweb Cinema)

Dallo scioccante ''Trainspotting'', all'orrorifico ''28 giorni dopo'', a una favola come ''Millions''. Le piace cimentarsi con generi diversi.
Innanzitutto è bello cambiare, anche se il pubblico lo trova deludente. Anch' io dopo aver visto ''La tigre e il dragone'' avrei voluto che Ang Lee facesse solo film come quello, ma probabilmente lui si è stufato e vuole fare cose diverse. Lo stesso vale per me, mi piace fare ricerche, trovare e raccontare cose nuove. Per fare un film io leggo tanto e devo trovare la storia che mi fa battere il cuore: il cuore si arresta per un momento e scelgo allora di dedicarmi a quell'argomento, anche se commercialmente non avrebbe senso e il mio agente mi dice di non farlo. Ma per mettermi al lavoro io devo sentire questa passione.

In ''Millions'' e in ''Trainspotting'' sono sempre protagonisti i soldi, anche se in modo opposto: i drogati li volevano, il ragazzino invece vuole darli via…
I protagonisti di ''Trainspotting'' facevano tutto per i soldi perché ne avevano bisogno per procurarsi l'eroina. Non sono però due film così diversi, anche se lì c'erano i tossicomani di Edimburgo e qui i ragazzini di Manchester, nel senso che in entrambi i casi io fornisco rappresentazioni fedeli del mondo dei protagonisti, eroinomani e ragazzini. Il film parla di un bimbo di otto anni e del suo mondo pieno di immaginazione e visioni fantastiche. Oggi non farei ''Trainspotting 2''.

Questo film è una sorta di ''favola religiosa''. C’è stata una conversione nella sua vita?
Anche se non mi sono convertito, nel film c'è molto della mia educazione cattolica. Ho avuto una madre molto cattolica e fino a quando avevo 14 anni tutti erano convinti che mi sarei fatto prete, cosa che ho visto essere comune a molti personaggi del cinema, da Scorsese a John Woo.

In ''Millions'' ci sono tanti santi, raccontati in modo non convenzionale, a partire da Santa Chiara che si fa le canne.
Ho voluto raffigurare i santi con una certa personalità perché poi sono così, quando andiamo a leggere le loro storie, sono personaggi straordinari, o persone normali ma coraggiose. Li ho voluto rendere buffi, divertenti, unici, ma non come le persone troppo pie che ci immaginiamo. Anche perché il punto di vista è del bimbo.

I soldi regalano sogni ma anche incubi...
Non so se nasce da una definizione giornalistica, ma c'è una espressione che tutti abbiamo sentito: la ''terza via'' portata avanti da Clinton e ripresa da Tony Blair, ma molto prima di loro c'è stato un poeta inglese negli anni '50 che ha scritto sull'Inghilterra che veniva dipinta come un villaggio idilliaco e campagnolo o come una serie di paesaggi industriali. C'è invece una via di mezzo, la terza via appunto, quella dei centri commerciali, delle strade dei negozi, finiti gli idealismi, lasciati alle spalle gli ''ismi'' di comunismo, fascismo, socialismo, siamo diventati tutti shopper, persone che comprano. Per questo i film oggi parlano di questo, della terza via appunto.

I suoi film sono sempre abbastanza critici rispetto alla società di cui fa parte.
Sì, c'è una critica nei miei film, ma anche un attaccamento alla società, in ''The beach'' vediamo i nostri idealisti fare la fila a un certo punto, perché vogliamo tutti i nostri piccoli beni di consumo-lusso, i walkman, l'I-pod. Siamo tutti parte di questa società. La mia è una posizione diversa e insolita in Inghilterra: io sostengo la politica di Tony Blair perché penso che, malgrado la guerra in Iraq, lui abbia fatto molto per le classi povere in Inghilterra, anche se forse non ha fatto molto per le classi medie. Sicuramente io alle prossime elezioni lo sosterrò e lo voterò. Credo che oggi dobbiamo vivere nella nostra realtà, sicuramente non tornerà un'utopia comunista, dobbiamo mettere da parte gli idealismi e stare dalla parte della realtà.

In questi giorni milioni di persone sono in lutto per la morte di Giovanni Paolo II, un Papa che ha avuto uno straordinario rapporto con i giovani e con i loro sogni…
Sicuramente questi grandi raduni hanno avuto effetti enormi. Per le fedi è importante organizzare questo tipo di cose. Ma io oggi sono liberal e non più cattolico, quindi guardo alle cose in cui il Papa avrebbe potuto fare di più, il problema della contraccezione, problemi come il Ruanda. E' incredibile vedere quante persone vengono a Roma per questo. Io ho raffigurato i miei santi con personalità, non solo figure pie, ma d'altra parte trovo che sia pericoloso santificare troppo un individuo, legarsi troppo ad un singolo. Per me dobbiamo sottolineare l'importanza della fede delle persone che fanno la fila a San Pietro, piuttosto che della persona che vogliono andare a vedere.

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

11 aprile 2005
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia