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Minacce e intimidazioni

Quarto attentato intimidatorio in pochi mesi ai danni dei membri della giunta di Niscemi. Il sindaco La Rosa pronto a dimettersi

26 novembre 2015

Il sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa, (ex centro-destra dichiaratosi indipendente), ha annunciato la sua disponibilità a dimettersi dopo l’ennesima intimidazione subita dai componenti della sua giunta. Sconosciuti hanno sparato, la scorsa sera, sette colpi di pistola contro l’automobile dell’assessore alla manutenzione, all’igiene e ai servizi cimiteriali, Giuseppe Giugno, di 40 anni, parcheggiata sotto casa, in via Borsellino, a un centinaio di metri dalla caserma dei carabinieri. "Se qualcuno pensava di intimidirci con gli attentati a me, agli assessori Attardi, Meli e Giugno - ha dichiarato il sindaco - ebbene c’è riuscito. Se c’è chi non ci vuole alla guida di questa città ce lo faccia sapere: io e i miei collaboratori siamo pronti a dimetterci. È ora che lo Stato si svegli e che si prenda cura di Niscemi, le cui grida di dolore sono rimaste per troppo tempo inascoltate".
Nei mesi scorsi, al sindaco hanno avvelenato i due cani che teneva nella sua casa di campagna, all’assessore Carlo Attardi (lavori pubblici e urbanistica) hanno fatto trovare una bottiglia incendiaria davanti al portone, al vicesindaco, Giuseppe Meli, assessore agli affari generali, cultura e legalità, hanno danneggiato l’auto, e ieri sera i colpi di pistola all’auto di Giuseppe Giugno che è il braccio destro di La Rosa. [Corriere del Mezzogiorno]

AMMINISTRATORI LOCALI, IN SICILIA RECORD DI MINACCE
Secondo il report di Avviso Pubblico sono sempre di più gli amministratori sotto tiro in Italia: 361 solo nel 2014

di Agostina Delli Compagni (Wired.it, 26 novembre 2015)

Le minacce verso gli amministratori comunali e i funzionari pubblici sono in aumento. Solo lo scorso anno: 361. Parliamo di circa trenta intimidazioni al mese distribuite su 18 regioni, 69 provincie e 227 comuni. Sono i numeri che emergono dal report annuale Amministratori sotto tiro. Intimidazioni mafiose e buona politica. Un aumento del 3% rispetto al 2013.

Il Sud Italia è l’area geografica più esposta al fenomeno, con un 74%. Seguono il Nord (14%) e il Centro (12%). A livello regionale la Sicilia ha il primato: 70 episodi ossia il 20% del totale. Non sono da meno la Puglia (54), la Calabria e la Campania (52). Sul piano provinciale, Napoli è il poll position: 29 casi. A seguire Palermo (28), Cosenza (19), Roma (19) e Foggia (15).

Spesso le minacce sono dirette (83%) e sono destinate soprattutto agli amministratori locali (73%). Ma anche a sindaci o ad amministratori regionali. Rivestono spesso ruoli specifici all’interno delle istituzioni locali, al cui interno hanno un determinato potere decisionale.

L’incendio è il mezzo più diffuso e riguarda il 31% dei casi. Sotto il mirino non solo le auto di proprietà personale (64%). Anche le abitazioni, le attività commerciali e le aziende di proprietà (9%). Anche le "minacce scritte" sono particolarmente utilizzate: lettere con minacce o proiettili, foto di familiari e intimidazioni sui profili Facebook o via fax.

Gli ordigni impiegati sono stati diversi: bottiglie molotov, petardi, bombe carta ed esplosivi. E purtroppo, rispetto al 2013, sono quadruplicati i casi di aggressione fisica (12%) ed è raddoppiato l’utilizzo di armi (8%).

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26 novembre 2015
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