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Mio papà è marine e serve la Patria... Mio papà è diventato una bambola. Negli Usa sono arrivate le ''Daddy Dolls''

17 aprile 2007

A noi sembra frutto di un'anomalia, o almeno, allo scrivente sembra anomalo che in America le armi le puoi comprare al supermercato o averle in omaggio aprendoti un conto in banca. Allo scrivente sembrano un'anomalia concetti quali ''esportazione della democrazia'' o ''guerra preventiva''. Come sembra anomalo, e ''malato'' che venga lanciato sul mercato, e che riscuota successo di vendite, una bambola gonfiabile che riporti l'effige dei papà americani in guerra, da regalare a quei figli che mostrano ''consistente bisogno di affetto''
Eppure nelle ''Daddy Dolls'', la signora Tricia e la signora Nikki, entrambe sposate con marines in servizio in Iraq ed ideatrici delle ''bambole papà'', sembra aver trovato la risposta ad un'esigenza.

Le ''Daddy Dolls'' sono delle bambole gonfiabili che sul davanti hanno stampata l'immagine del papà al fronte, sul dietro possono essere a stelle e strisce oppure avere uno dei colori delle divise militari, e nascosto in una mini-sacca ospitano un microfono capace di ripetere all'infinito una frase incisa dal padre prima di partire.
L'iniziativa delle due donne ha presto contagiato le altre mogli delle basi militari dei marines e si è presto diffusa sull'intero territorio nazionale grazie a un sito Internet che raccoglie le prenotazioni delle ''Daddy Dolls'', e assicura discrezione, tempi rapidi nella fattura e le recapita a domicilio anche se la famiglia risiede in una base all'estero.
Inoltre le ''Daddy Dolls'' hanno prezzi abbordabili: il formato gigante, che si chiama ''Grande abbraccio all'eroe'', è quello più caro e costa 24,95 dollari, a cui bisogna aggiungerne altri 7,95, se si vuole anche il piccolo nastro inciso.

L'idea ha funzionato così bene che le signore Tricia e Nikki hanno pensato di allargare l'offerta dei prodotti, e quindi oltre al ''piccolo e grande abbraccio all'eroe'' hanno pensato anche a dei cuscini con stampato il mezzo busto ''del papà lontano per servire la Patria'' da abbracciarsi la notte e dormire sognando gite al Gran Canyon o a DisneyWorld. Ma ci sono anche i ciondoli da portare al collo e i puzzle fotografici di varie forme e costi.
Le richieste sono state avanzate non solo da mamme col pensiero ai propri figli, ma anche padri con le mogli in divisa, o mogli che hanno comprato una copia gonfiabile del marito.
Fra le maggiori preoccupazioni di Tricia e Nikki c'è quella di evitare che le ''Daddy Dolls'' finiscano in lavatrice: ''E' preferibile che i vostri papà vengano lavati a mano, perché altrimenti l'immagine potrebbe risentirne o sbiadirsi'', insomma, attenzione altrimenti l'effetto sarà diametralmente opposto a quello di un papà presente e dai colori vividi.

Quella che era stata una semplice idea nel Paese delle opportunità (a volte bizzarre e dubbie) è diventata una piccola industria, e con almeno un milione di uomini e donne che hanno già servito o servono in divisa in Iraq ed Afghanistan, difficilmente il business di Tricia e Nikki entrerà in crisi. Per fare un esempio: le richieste di ''Daddy Dolls'' nelle ultime settimane si sono moltiplicate a seguito dell'annuncio del Pentagono dell'estensione del periodo di ferma per i soldati al fronte da dodici a quindici mesi.
Beh, allo scrivente tutto ciò sembra un'anomalia.

- www.daddydolls.com

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17 aprile 2007
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