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Miseria, terrore e morte! Ecco cosa accadrebbe all'Italia se la sinistra dovesse andare al governo

Silvio Berlusconi contro i diabolici comunisti della GAD

17 gennaio 2005

Dal vangelo secondo Berlusconi: "Se la sinistra andasse al governo, questo sarebbe l'esito: miseria, terrore e morte. Così come avviene ovunque governi il comunismo. Non sarebbe lo Stato liberale che vogliamo noi".

Il versetto sopra citato, nel quale si confermano i toni apocalittici usati già nel discorso di Capodanno (Berlusconi in quella occasione parlava di angeli del bene che combattono quelli del male) è quanto affermato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel corso di un collegamento telefonico con la manifestazione di Forza Italia ''Neve azzurra 2005'' tenutasi in Abruzzo.
Per questi motivi Silvio Berlusconi si è detto "sicuro" che nel 2006 gli italiani confermeranno alla Cdl il mandato di governare. "I cittadini - ha aggiunto - l'anno prossimo ci domanderanno di proseguire nel governare il Paese".

Sul programma della ''diabolica'' Grande Alleanza Democratica il premier si è così pronunciato: ''Bene, mi fa piacere. Finalmente vedremo qualcosa che sia un programma. Dio voglia che si mettano d'accordo su un qualsiasi programma. Se sarà di rottura con Berlusconi sarà di rottura con l'Italia che vuole crescere''.
Sulle divisioni del centrosinistra Silvio Berlusconi non ha risparmiato gag, e sul possibile suggerimento di un nome da dare alla colazione avversaria ha risposto: ''No, alla sinistra nemmeno un suggerimento''. Ma poi non aggiungendo altro: ''avrei tanti nomi da suggerirgli. Uno più divertente dell'altro. Ma sono troppo divertenti e me li tengo per me...''.
Il presidente del Consiglio ha poi parlato del referendum sulla procreazione assistita, per il quale auspica che il Parlamento modifichi la legge per evitarlo.

E per far sì che non si giudichino esagerati gli epiteti che il premier della ''Casa delle Libertà''  ha utilizzato per descrivere l'animo oscuro dell'opposizione, pubblichiamo di seguito l'intervista uscita su la Repubblica al ''garante presso Dio'' di Silvio Berlusconi, don Antonio Zuliani...

"Il mio Silvio buono e altruista. Vi giuro che merita il Paradiso"
di Antonello Caporale per la Repubblica del 24 dicembre 2004

Siamo al telefono con don Antonio Zuliani, garante di Silvio Berlusconi presso Dio. Don Zuliani è un friulano ottantaquattrenne, un prete arzillo, curioso, attento. Guida la Piccola Comunità di Conegliano, centro per il recupero dei tossicodipendenti, il luogo dove quattro anni fa Berlusconi confessò di aver sconfitto il cancro. E' il padre spirituale del nostro presidente del Consiglio e, soprattutto, suo "garante presso Dio".

Don Zuliani, è lei dunque il grande confessore.
"Figliolo, la prego, la questione è così delicata... non mi sento di farne una pubblica trattazione".

Peccati grandi?
"Stendiamo un cordone sanitario".

Si confessa spesso?
"L'influsso spirituale può essere trasmesso anche a distanza".

Lei lo chiama.
"O gli scrivo".

Quando l'ha conosciuto?
"Nel lontano 1960. Dirigevo a Bolzano l'Opera Salesiana e Silvio era in Alto Adige per il servizio militare. Uomo dai forti e sicuri principi, mi domandò di poter fare uso di un pied-a-terre, un luogo dove ritrovarsi nei momenti liberi".

Un ristoro per il corpo e per l'anima.
"Aveva studiato dai salesiani e quindi si sentiva a casa. Mi scrisse una bellissima lettera e io lo accolsi".

E da allora...
"Sempre insieme. Un figlio, un amico fraterno".

L'ha voluta vicino.
"Ho avuto disponibilità di una suite nella casa di viale Zara a Milano. Mi ha fatto conoscere la sua famiglia, bellissime persone. Il papà, la mamma, la signora Veronica".

L'ha portata ad Arcore?
"Altro che!".

E' un uomo buono.
"Buono, altruista, trasparente".

Che non cura dunque solo i suoi interessi.
"L'ho detto e mi piace ripeterlo anche ai lettori di Repubblica: i suoi interessi sono sempre subordinati a quelli degli altri".

Molto in subordine.
"Voi spesso criticate le scelte del presidente, puntate il dito, accusate".

In questo mondo siamo tutti peccatori.
"Sento il bisogno di testimoniare il suo altruismo".

Cosa legge?
"Molti giornali. E tra i molti anche Il Domenicale di Marcello Dell'Utri".

Anche su Dell'Utri mette la mano sul fuoco?
"Uomo corretto e onesto. Se poi nella sua vita ci sono state pieghe un po' così, beh... non lo so, non posso saperlo".

Sulla scorta delle sue verifiche, si può affermare che Berlusconi andrà con sicurezza in Paradiso.
"Assolutamente, le opere buone che ha compiuto sono tali e tante".

Fosse per lei sarebbe anche beato.
"Il mio principale è il titolare di queste concessioni".

Nel caso, lei se ne farà garante.
"Testimonierò".

Nessun peccato mortale.
"Non mi provochi".

Niente.
"Se ci sono cose che non vanno io glielo dico".

Non fa come l'altro prete di Forza Italia, don Gianni Baget Bozzo, che non rileva mai incongruenze nell'uomo.
"Se fa gaffes lo dico. L'amicizia è così sincera e profonda che mi permette di essere critico".

Scrive.
"Scrivo".

Guarda Silvio, in qualità di garante...
"Garante, così ha detto lui".

Comunque il saldo è positivo.
"Al netto il fatturato dà segno più".

Parla come piace a Berlusconi.
"Sono un povero prete".

Lui è ricco.
"Le ricchezze se le è conquistate e spesso le mette a disposizione dei più umili".

E' davvero a un passo dall'esser santo.
"Spesso ho raccolto le confidenze dei suoi lavoranti che raccontano di un uomo giusto e saggio, e lo fanno con uno spirito devoto, riconoscente".

Quando si confessa lei lo assolve.
"Sempre: ego te absolvo".

E comunque non ci sono peccati grandi.
"Figliolo, preferirei sorvolare".

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17 gennaio 2005
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