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Missili verso il Giappone. A 100 giorni dall'accordo sul disarmo nucleare, la Corea del Nord rilancia l'offensiva

26 maggio 2007

La Corea del Nord del Nord ha compiuto ieri mattina una serie di esperimenti lanciando diversi missili a corto raggio nel Mar del Giappone. A darne notizia è stata l'agenzia nipponica Kyodo News citando non meglio precisate fonti americane e giapponesi. Alcuni portavoce del ministero della Difesa e degli Esteri di Tokyo hanno detto di non potere confermare quanto riportato dalle agenzie. Una conferma è invece arrivata dalle autorità militari sudcoreane.
E' il primo esperimento del genere dopo quelli che lo scorso luglio aprirono una lunga crisi internazionale culminata in ottobre con il primo esperimento nucleare della Corea del Nord.
La crisi si era conclusa il 13 febbraio, esattamente 100 giorni fa, con la firma a Pechino di un accordo a sei sul disarmo atomico di Pyongyang, che si impegnava a chiudere il reattore nucleare di Yongbyon.

Le fonti citate dall'agenzia Kyodo hanno precisato che l'esperimento di ieri, osservato da satelliti statunitensi, è stato compiuto con missili con una gittata fra i 100 e i 200 chilometri. Un portavoce governativo giapponese ha escluso che l'esperimento abbia potuto rappresentare una minaccia per la sicurezza dell'arcipelago. Secondo gli osservatori è pertanto probabile che si sia trattato soprattutto di un lancio dimostrativo, mirante a sottolineare l'insoddisfazione di Pyongyang per le difficoltà nell'attuare l'accordo di febbraio firmato dalle due Coree e da Usa, Cina, Giappone e Russia.

Ricordiamo che l'intesa prevedeva entro 60 giorni la disattivazione della centrale nucleare nordcoreana di Yongbyon e il suo successivo smantellamento in cambio di forniture energetiche e assistenziali, nonché di una revoca delle sanzioni internazionali proclamate contro Pyongyang durante la crisi. L'attuazione dell'accordo si è però incagliata per una vertenza sulla restituzione a Pyongyang di 25 milioni di dollari che erano stati congelati un paio di anni fa in una banca di Macao per iniziativa americana. Stando alle informazioni disponibili sulla vicenda, che resta alquanto oscura, la somma è stata da tempo sbloccata ma la Corea del Nord non riesce ad averne un'effettiva disponibilità a causa della riluttanza di un gran numero di istituti di credito a invischiarsi nella vicenda senza un totale via libera del dipartimento americano del Tesoro, ostacolato in proposito da suoi stessi regolamenti. Il negoziatore statunitense Christopher Hill ha ultimamente dichiarato di sperare che la vertenza possa concludersi entro la fine del mese.
Ma, nonostante questo ottimismo, la Corea del Sud si è vista ultimamente costretta a dilazionare la fornitura di una serie di aiuti a Pyongyang, fra cui 400.000 tonnellate di riso del valore di 170 milioni di dollari. E' una misura che potrebbe avere profondamente deluso la Corea del Nord, alla prese con ricorrenti penurie alimentari. Una settimana fa la Fao aveva avvertito che Pyongyang potrebbe rischiare quest'anno una grave carestia, stimata in una mancanza di almeno mezzo milione di tonnellate di cereali e altre simili derrate.

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26 maggio 2007
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