MISSIONE COMPIUTA!
Terminata la missione Volare: Luca Parmitano, il nostro AstroLuca, è tornato a casa, il pianeta Terra
Quello è il mio pianeta.
I miei occhi accarezzano amorevolmente la sua pelle dalle sconfinate e magnifiche tonalità. Quante volte con lo sguardo ne ho esplorato i confini, di un azzurro indescrivibile, mentre l’alba ne immortalava le curve, delineate perfettamente dalla luminescenza delle nubi mesosferiche, splendide, cangianti: il colore di una pazienza senza tempo e infinita.
Osservo nel silenzio della mia postazione: so che il suo cuore pulsa invisibile, e scorgo la linfa vitale scorrere nelle infinite vene che attraversano le sue terre, alimentate e protette dalle nubi, che la ricoprono come il manto di una vergine vestale. Il suo respiro ha il ritmo calmo ed eterno delle maree, la grandezza delle onde oceaniche, la potenza dei venti che spazzano in un soffio le sabbie di cento deserti, le cime di mille montagne.
Fra poche ore, tutto questo sarà un ricordo. La mia astronave mi attende, per adesso quieta e buia, ma presto teatro dinamico e drammatico del mio rientro a terra. Tutto quel che ha un inizio, deve necessariamente finire: una meravigliosa fragilità che rende ogni esperienza unica, e per questo ancora più preziosa.
Adesso, però, cerco ancora di riempirmi gli occhi, la mente e il cuore di colori, di sfumature, sensazioni. Perché restino con me, che ne possa testimoniare. Le terre emerse si confondono l’una nell’altra, i confini, arbitrari e immaginari, del tutto inesistenti da qui, mentre le osservo dalla Cupola. Osservo le terre degli uomini.
Dalla Terra, guardando verso il cielo e le stelle, ne ho sempre sentito l’attrazione irresistibile, ho incoraggiato la mente a perdersi verso l’infinito e l’ignoto. È la nostra natura - il gene di Ulisse. Ma anche Ulisse, dopo tanto viaggiare, torna a Itaca: e a lungo sogna la sua isola. Se fossi nato tra gli spazi dell’impenetrabile nero interstellare, se avessi passato tutta la mia vita viaggiando lontano dal nostro mondo, osserverei con lo stesso sguardo ammirato che ho adesso le sue acque azzurre, i suoi continenti così variegati. Ogni alba e ogni tramonto mi regalerebbero lo stesso stupore atavico. E sognerei di sprofondare i piedi nelle sue sabbie calde, di sentire il gelido abbraccio delle sue nevi, e la carezza salmastra delle brezze che dal mare si spingono verso la terra. Mi chiederei cosa si prova a immergersi nelle sue acque, a scaldarsi al calore del suo sole.
Ma sono fortunato: io sono nato lì.
Quello è il mio pianeta. Quella è casa mia.
Questo che avete letto è l’ultimo messaggio di Luca Parmitano postato sul suo blog dallo spazio. AstroLuca è tornato a casa, ha fatto ritorno nel suo pianeta, ha fatto ritorno a casa sua. La missione Volare, dopo sei mesi, si è conclusa: l'astronauta catanese è atterrato stanotte nel Kazakhstan.
La navetta russa Soyuz è atterrata come previsto nella steppa del Kazakhstan e a bordo, con l'astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), c'erano il comandante russo Fyodor Yurchikhin, la collega americana Karen Nyberg e un passeggero d'eccezione: la torcia olimpica dei giochi invernali in programma nel febbraio 2014 in Russia, a Sochi.
Il viaggio è durato poco più di tre ore e la frizione con l'atmosfera ha portato la navetta a raggiungere temperature di 1.600 gradi. A circa 10 chilometri di quota il paracadute si è aperto automaticamente, rallentando la corsa da 864 a 324 chilometri orari. Poi l'atterraggio nella steppa.
Parmitano è stato l'ultimo ad essere estratto dalla navetta e la sua prima reazione nell'essere di nuovo a Terra è stato un sorriso felice. Sul suo viso non c'era la minima traccia dello stress che può provocare un viaggio a dir poco 'avventuroso' come il rientro con la Soyuz.
"Separazione avvenuta. Per strada verso la Terra!" aveva scritto l'astronauta su Twitter dopo che la navetta si era staccata dalla Stazione Spaziale per cominciare il viaggio di ritorno. L'ultima delle sue spettacolari foto l'ha voluta dedicata alla Sicilia, dove è nato 37 anni fa.
Si conclude così, con lo stesso entusiasmo con cui era cominciata, la missione Volare, la prima di lunga durata dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi).
Il bilancio è più che positivo: "Volare è stata una missione straordinaria", ha detto il presidente dell'Asi, Enrico Saggese, subito dopo il rientro della Soyuz. Parmitano è stato il primo italiano ad affrontare una passeggiata spaziale, anzi due. E la seconda, mozzafiato, e stata interrotta per un guasto alla tuta. L'astronauta ha inoltre eseguito più di 30 esperimenti, ha inviato a Terra immagini indimenticabili del nostro pianeta e ha aiutato tre veicoli ad agganciarsi alla stazione orbitale. Sesto italiano ad andare nello spazio e quinto a salire sulla Stazione Spaziale, Parmitano è ora diretto a Houston per affrontare un periodo di riabilitazione per riadattarsi alla gravità e numerosi test medici tesi a studiare le reazioni dell'organismo umano all'assenza di gravità.
L’orgoglio dei genitori di "AstroLuca" - Come si fa a non essere orgogliosi di un figlio così. Sono appena trascorse le 22 di domenica 10 novembre e la missione "Volare" che vede a bordo da 166 giorni Luca Parmitano, l'astronauta italiano dell'Esa, l'Agenzia spaziale europea, sta per concludersi. Nell'aeroporto del centro spaziale di Houston ci sono la moglie di Luca, Kathy e le figlie Maia e Sara. Il papà Ugo e la mamma Concetta invece si godranno l'arrivo sulla terra del figlio eroe comodamente sul divano della casa in via Carrubbella, strada centralissima di Gravina di Catania.
"Sono fiera e orgogliosa di quello che ha fatto mio figlio, ma il merito è tutto suo: la mamma cosa c'entra?" A seguire la diretta tv ("Macché streaming e streaming"), su Rainews 24, c'era anche Ugo, il papà di Luca che il figlio astronauta aveva in passato salutato dallo spazio. "E' un momento che vogliamo condividere nella nostra intimità familiare. Adesso vado a dormire, non seguirò tutta la diretta, è troppo lunga: ho puntato la sveglia poco prima delle quattro meno dieci. Mi alzerò a quell'ora e poi con mio marito staremo incollati alla tv per il nostro Luca".
E all'euforia dei genitori di "AstroLuca" si unisce l'eruzione dell'Etna. Parmitano l'aveva fotografato in attività dallo spazio appena 10 giorni fa, quando, dopo sei mesi di apparente silenzio, è tornato a dare spettacolo. Il gigante buono che lui ama oggi gli dà il bentornato. [Articolo di Alessandro Puglia - Repubblica/Palermo.it]