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Missione finita!

I militari italiani passano le consegne agli iracheni. Dopo tre anni, l'Italia può finalmente lasciare l'Iraq

21 settembre 2006

La missione Antica Babilonia è finita. L'Italia, dopo tre anni, può finalmente andare via dall'Iraq.
''Ora il traguardo è tagliato, la missione è compiuta ed il contingente italiano completerà nel prossimo periodo tutte le operazioni che porteranno a concludere il rientro''. Il ministro della Difesa, Arturo Parisi, ha saluta con queste parole, a Nassiriya, il passaggio di consegne, avvenuto ufficilamente stamane, tra i militari italiani e le forze irachene che assumono formalmente il controllo della sicurezza nella provincia di Dhi Qar. ''Lasciamo questo territorio con il contingente militare, ma non voltiamo le spalle all'Iraq'', ha detto il ministro (sul palco con il premier iracheno Nour Al Maliki) sottolineando, però, che l'impegno proseguirà in altre forme. Il governo italiano ha infatti già preso accordi con quello iracheno per la fornitura di assistenza alla popolazione e aiuti per l'opera di ricostruzione.

A Nassiriya restano circa 1.600 militari italiani al comando del generale Carmine De Pascale. Il rientro in Italia di uomini e mezzi è già in corso e il governo ha detto che a Natale tutti i soldati saranno a casa. L'inizio del trasferimento della responsabilità sulla sicurezza nella provincia meridionale era stato annunciato dal premier iracheno al Maliki lo scorso 31 agosto.
Con oggi, insomma, termina l'aspetto operativo della missione italiana, vale a dire pattugliamenti, addestramento e aiuti.
''Continueremo ad assicurare una supervisione delle attività e per un certo periodo interverremo su richiesta (delle forze irachene)'', ha spiegato un portavoce del contingente italiano. L'attività di supervisione dovrebbe concludersi a ottobre.
E' invece tramontata l'idea di creare a Nassiriya una struttura di cooperazione civile-militare, un Trt sul modello di quello che gli italiani gestiscono a Herat, in Aghanistan centrale, lanciata dal governo di centro-destra e che avrebbe richiesto la presenza di alcune centinaia di militari italiani anche dopo la conclusione di Antica Babilonia.
Proseguirà invece l'aiuto umanitario nei confronti dell'Iraq, ha garantito il governo Prodi, e dovrebbe arrivare a Baghdad alcuni militari italiani impegnati in un progetto di addestramento della Nato.

Sul passaggio delle consegne ai militari iracheni è intervenuto anche il ministro degli Esteri Massimo D'Alema, che ha definito l'evento ''una pietra miliare per il governo e popolo iracheno nel processo di costruzione di un Iraq sovrano, democratico, federale e unito''.
Secondo D'Alema questo risultato ''è stato reso possibile anche grazie al sostegno determinante fornito dal contingente italiano alla ricostituzione di una capacità autonoma delle autorità irachene nel campo della sicurezza, unitamente ai numerosi progetti di ricostruzione e interventi in campo civile a sostegno della popolazione locale. Non possiamo dimenticare che il nostro contingente per conseguire tale importante risultato ha dovuto pagare un elevato prezzo anche in termini di vite umane, da ultimo oggi stesso a Nassiriya''. Il ministro si riferisce al tragico incidente avvenuto proprio stamane, a circa 10 chilometri da Nassiriya, dove ha perso la vita un soldato italiano. La notizia è stata data dal comando della missione Antica Babilonia, che ha subito escluso che il soldato sia stato ucciso durante un attacco. Il soldato, insieme a un altro commilitone, era di pattuglia per la normale attività di controllo. Il mezzo sul quale si trovavano, un camioncino non corazzato, ha incrociato un autocarro civile iracheno e per cause ancora in corso di accertamento, c'è stato un urto. Il militare che si trovava alla mitragliatrice ha urtato violentemente il capo contro l'arma.

E sale così a 32 il numero dei soldati italiani morti in Iraq, in azione, attentati e incidenti, oltre a due civili uccisi nella strage del 12 novembre 2003 a Nassiriya, e al funzionario del Sismi Nicola Calipari, ucciso nel marzo 2005 dai soldati americani. E poi ancora, la guardia privata Fabrizio Quattrocchi, e il giornalista Enzo Baldoni, uccisi dai loro rapitori iracheni. Questo l'alto prezzo che la nostra nazione ha dovuto pagare.

- ''Cartoline da Nassirya - Giugno 2003 / Settembre 2006'' (Christian Elia per Peace Reporter)

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21 settembre 2006
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