Morì per asfissia. Nuove rivelazioni sulla morte del piccolo Tommaso Alessi
È morto per asfissia il piccolo Tommaso Onofri, il bambino rapito il 2 marzo a Casalbaroncolo nel parmense e poi ucciso dai rapitori. È il risultato della consulenza compiuta dai medici legali Guglielmo Masotti e Nicola Cucurachi, che indicano l'asfissia come la causa più probabile di morte del bambino.
Su Tommy vennero compiuti atti di violenza, probabilmente con una vanghetta o un piccolo badile, comunque qualcosa con una superficie piana. Non viene specificato se gli atti di violenza vennero compiuti prima o dopo la morte. La consulenza considera anche l'ipotesi che Tommaso possa essere stato seppellito ancora vivo dopo che l'assassino aveva procurato l'asfissia, non letale, ma non sono state trovate tracce di terra nei polmoni e l'ipotesi viene definita dai consulenti poco probabile.
Tommy, 18 mesi, venne rapito la sera del 2 marzo dall'abitazione della sua famiglia a Casalbaroncolo, alle porte di Parma. L'omicidio venne commesso la sera stessa (l'ora non è stata stabilita dall'autopsia), ma il corpo venne ritrovato solo un mese dopo, l'1 aprile, vicino al fiume Enza.
Per il sequestro e l'omicidio sono in carcere Mario Alessi, il manovale siciliano con un precedente per violenza sessuale che secondo l'accusa avrebbe materialmente ucciso il bambino, Salvatore Raimondi e la compagna di Alessi, Antonella Conserva.
Alessi e Raimondi l'avrebbero rapito in motorino una sera di marzo per estorcere denaro al padre, direttore di una filiale di ufficio postale. Ma avrebbero deciso di sopprimere il piccolo, tra l'altro sofferente di epilessia, la sera stessa del rapimento, in quanto Tommy, è la versione di uno dei due, piangeva.
Raimondi e Antonella Conserva sono accusati del sequestro e della morte dell'ostaggio quale conseguenza non voluta.