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Morire di lavoro

Ogni anno in tutto il mondo circa 2,2 milioni di persone muoiono per cause di lavoro. 270 milioni restano vittime di incidenti non mortali

02 maggio 2005

Ieri è stata la Festa dei Lavoratori. Una festa dal significato importante, dedicata a chi veramente si merita una festa, dedicata alla colonna vertebrale di ogni Paese.
Una festa che dura un giorno e che per soli 24 ore sospende, forse, la situazione, spesso drammatica, vissuta da tanti, troppi lavoratori.

In Italia e nel Mondo, il numero delle persone che muoiono di lavoro è ancora molto alto.
Secondo l'Ilo (l'Organizzazione internazionale del lavoro), che  la scorsa settimana ha presentato il Rapporto per la giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro 2005, ogni anno in tutto il pianeta muoiono per cause di lavoro circa 2,2 milioni di persone, mentre circa 270 milioni restano vittime di incidenti non mortali.
Contemporaneamente sono stati diffusi dall'Inail (Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) i dati nazionali, secondo i quali nel nostro Paese gli infortuni mortali diminuiscono, ma sfiorano ancora la media di quattro casi al giorno.
Nel 2004 gli incidenti sul lavoro hanno raggiunto complessivamente quota 938.613 casi (-1,4% sul 2003), con circa 1.400 casi mortali (-1,3% rispetto ai 1.418 registrati l'anno prima). Il dato è ancora provvisorio - precisa l'Inail - perché nel calcolo devono essere compresi i decessi avvenuti entro 180 giorni dalla data dell'infortunio.

L'Organizzazione internazionale del lavoro ha rilanciato soprattutto l'allarme sulle malattie professionali. Su circa 2,2 milioni di decessi l'anno nel mondo, infatti, si calcola che 350.000 siano dovuti ad infortuni, mentre oltre 1,7 milioni sono da imputare a malattie professionali (l'amianto da solo è responsabile di circa 100.000 morti l'anno).

La maggior parte degli infortuni mortali stimati dall'Ilo si verificano in Cina (circa 90.000), in altri Paesi dell'Asia (76.866) e in India (40.133), mentre nei Paesi ad economia di mercato gli infortuni mortali stimati sono 15.876 l'anno. Considerando la percentuale di infortuni mortali ogni 100.000 lavoratori, il dato sfiora i 5 casi nei Paesi ad economia di mercato, raggiunge i 10 in Cina e in India, supera i 12 nei Paesi ex socialisti e i 20 casi nell'Africa sub sahariana e nelle altre parti dell'Asia.

Il settore più a rischio per gli infortuni, si riconferma quello delle costruzioni (60.000 incidenti mortali nel mondo sui 355.000 complessivi). Secondo l'Ilo, nonostante il settore delle costruzioni impieghi nei Paesi industrializzati una percentuale sulla forza lavoro in media variabile tra il 6% e il 10% degli occupati complessivi, la percentuale degli infortuni mortali può raggiungere percentuali del 25-40% sul totale. Il maggiore pericolo in questo settore continua ad essere rappresentato dall'inadeguatezza delle misure preventive di sicurezza.
I giovani hanno inoltre maggiori probabilità di restare vittime di infortuni seri non mortali rispetto ai più anziani (il tasso nella fascia dei lavoratori tra i 18 e i 24 anni nell'Unione Europea è del 50% più elevato rispetto alle altre categorie)

Per quanto riguarda l'Italia, su 938.613 incidenti complessivi verificatisi nel 2004, 869.578 sono stati registrati nell'industria e nei servizi (-1,3% sul 2003) e 69.035 in agricoltura (-3,4% sul 2003). Nell'ultimo quadriennio il calo degli infortuni complessivo è stato pari al 6,2% (circa il 10% se si considera l'aumento dell'occupazione).
Ogni anno quindi, escludendo gli infortuni in itinere, si verificano circa 35 infortuni ogni 1.000 addetti, con una frequenza più elevata in Umbria (52,59 ogni 1.000 lavoratori), in Friuli (47,78) e in Emilia Romagna (47,05); e più bassa nel Lazio (22,82), in Campania (23,27), in Sicilia (tra i 18 e i 20), ma anche in Lombardia (30,75), nonostante questa regione abbia il primo posto per numero assoluto di incidenti (158.328).
Se si considerano i tassi standardizzati sugli incidenti, l'Italia è leggermente al di sotto della media dell'Unione europea, con 3.387 infortuni l'anno ogni 100.000 lavoratori (3.536 la media Ue a 15), e 2,1 incidenti mortali (2,5 l'Unione Europea).

Per tutti i lavoratori ci auguriamo possa essere ogni giorno il Primo Maggio.

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02 maggio 2005
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