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Morire di lavoro

Nel cantiere dell'autostrada Catania-Siracusa l'ennesima ''vittima annunciata'', l'ennesima ''morte bianca''

26 giugno 2006

''All'improvviso ho sentito tutto sotto di me crollare, urla e dolore''. Sono state queste le prime parole di Giuseppe Langella, 22enne campano, uno dei due feriti gravi ricoverati nell'ospedale Cannizzaro di Catania, nell'incidente avvenuto sabato scorso in uno dei cantiere dell'autostrada Catania-Siracusa in cui ha perso la vita un suo collega. ''È accaduto tutto all'improvviso - ricorda l'operaio, che è uno 'stagionale' - non c'è stato nessun segnale premonitore: tutti quelli che erano sul ponteggio siamo precipitati. Ho sentito i colleghi gridare, tutto si è svolto in frazioni di secondo. Un botto e all'improvviso giù a terra...''. Giuseppe Langella è stato sempre cosciente durante la tragedia.
''Sono rimasto sempre sveglio e presente a me stesso, ero cosciente, l'unico problema era quello di respirare per la polvere che si era alzata. Abbiamo visto subito il collega morto, lo conoscevamo poco perché era con noi da meno di una settimana''. ''Nel cantiere - sostiene l' operaio - tutto era in regola, nessuno ci metteva fretta. I sistemi di sicurezza erano rispettati: lavoravamo con caschi, cinture e tutto il necessario. Si lavorava serenamente perché nessuno ci metteva premura. La tragedia che è accaduta è stata soltanto sfortuna, sfortuna nera perché tutto era davvero in regola''.

Tutto in regola, dunque, secondo l'operaio Giuseppe Langella, una testimonianza importante la sua, ma che ovviamente non risolve le indagini che sono state subito avviate per scoprire cosa ha fatto diventare un normale giorno di lavoro, l'ennesima tragedia sul lavoro. Sì, l'ennesima tragedia, perché le morti sul posto di lavoro sono frequentissime, e quello che annualmente viene registrato dai sindacati e dagli enti preposti al controllo della sicurezza sul posto di lavoro, somiglia sempre di più ad un bollettino di guerra. Vittime annunciate, si dice sempre, poveri cristi che per ''guadagnarsi onestamente il pane'' muoiono schiacciati dal loro stesso lavoro. Un fatto risaputo e che dovrebbe essere cronaca quotidiana, ma che cronaca lo diventa solo quando quella ''morte annunciata'' scatena  un tale frastuono che si sente per tutta la nazione. 

A perdere la vita è stato Antonio Veneziano, 28enne di origini messinesi, a lavoro in quel cantiere da soli tre giorni. Da poco, infatti, aveva deciso di cambiare lavoro lasciando una rosticceria di Messina, dove aveva trascorso otto anni della sua vita, per salire sui ponteggi di un cantiere edile. Un suo familiare, infatti, gli avrebbe dato un contatto con la Spic srl di Vicenza, società che aveva avuto dalla Pizzarotti di Parma, general contractor dell'appalto, l'affidamento dei lavori. Veneziano la scorsa settimana sarebbe stato contrattualizzato dalla società edile e tre giorni fa avere iniziato il suo nuovo lavoro.
Altri 14 operai sono rimasti feriti: Giuseppe Langella e Salvatore Carraturo di 46, sono i più gravi e sono stati ricoverati in prognosi riservata all'ospedale Cannizzaro di Catania. Per Langella i medici pensano di potere sciogliere la prognosi in breve tempo. È invece intubato nel reparto di rianimazione del Cannizzaro Salvatore Carraturo che è stato sottoposto ad intervento chirurgico per la stabilizzazione di una frattura complessa al bacino e di diverse altre fratture. Le sue condizioni sono definite gravi, ma dovrebbe riuscire a superare la crisi.
Oggi sarà eseguita l'autopsia sul corpo di Antonio Veneziano. La salma, che è stata trasportata nell'obitorio dell'ospedale Umberto I di Siracusa è a disposizione della Procura della Repubblica che deciderà gli atti necessari.

Le cause, le ipostesi - Sarebbe stato il cedimento del carro di varo, la struttura metallica di sostegno adoperata per la costruzione dei viadotti a causare il crollo di uno dei pilastri nel cantiere che sta realizzando il ponte sulla Catania-Siracusa, in contrada San Calogero a Castelluccio, in territorio di Augusta.
E' stata questa la prima ipotesi formulata dall'ingegnere Sergio Bandieri, direttore tecnico dell'impresa Pizzarotti, la ditta di Parma che ha aperto il cantiere ed ha affidato i lavori di costruzione del viadotto alla Spic srl di Vicenza. Bandieri, ha effettuato un sopralluogo nell'area interessata poche ore dopo il crollo insieme a tecnici della Spic, che provvede alla realizzazione dell'opera con propri mezzi e proprie maestranze, e dell'Anas. ''Da una primissima analisi - ha spiegato l'ingegnere - ci sembra che sia crollata la struttura provvisoria di sostegno in metallo usata per il trasporto delle travi in cemento''. Il tecnico è stato comunque cauto nell'indicazione delle cause del cedimento del carro di varo. ''Non me la sento di esprimere certezze in questo momento - ha detto - potrebbero avere giocato diversi fattori: da una manovra sbagliata, ad un carico eccessivo. Anche il caldo torrido di questi giorni, poi, potrebbe essere stato determinante in quanto causa di dilatazione dei pezzi metallici''. ''La situazione - ha concluso - è comunque complessa: occorrerà attendere analisi più approfondite''.

Anche l'Anas si è messa subito al lavoro per verificare le misure di sicurezza nel cantiere. ''I tecnici dell'Anas preposti al controllo sulla corretta esecuzione dei lavori - ha informato un comunicato della stessa Anas - sono immediatamente intervenuti nel cantiere e sono al lavoro per accertare le cause e la dinamica dell'incidente e per verificare la corretta adozione di tutte le misure di sicurezza da parte dell'impresa di costruzione''. L'incidente, precisa poi la nota, ''è avvenuto al di fuori dalla strada statale 114 in esercizio, per cui, a differenza di quanto segnalato da alcuni mass media, non ha avuto conseguenze sulla circolazione''.
L'Anas ha nominato una commissione d'inchiesta. L'Anas ha, inoltre, sottolineato, in una nota, che ''in sede di appalto della Catania-Siracusa ha previsto che ben 18,139 milioni di euro fossero destinati ad oneri per la sicurezza, a tutela dei lavoratori, su un costo totale delle opere di 473 milioni di euro''.

Sull'incidente ha aperto un fascicolo la Procura della Repubblica di Siracusa. Sul posto si è recato il procuratore Roberto Campisi, che ha compiuto un primo sopralluogo e delegato le indagini, affidate al Commissariato di Augusta e alla Questura di Siracusa.
Della vicenda si occuperà anche il governo. ''Martedì sarò alla commissione VIII della Camera e del Senato e in quella sede relazionerò sui fatti avvenuti oggi - ha spiegato sabato scorso il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro - in particolare sui motivi del crollo del ponteggio. I fatti di oggi dimostrano quanto la gestione ai general contractor sia quanto mai opaca e poco trasparente e dimostra quanto la smania di finire i lavori e fare profitti sia prima di tutto controproducente per la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini''.
Le cause del crollo sono da attribuire alla ''poca attenzione verso i sistemi di sicurezza della struttura, e in particolare della messa in quiete del cemento armato dei pilastri di appoggio'', ha poi aggiunto il ministro Di Pietro, il cui staff ha però precisato nella serata di domenica che questa ''è soltanto un'ipotesi''. ''Abbiamo nominato la commissione d'inchiesta per l'incidente - ha aggiunto il ministro - e lunedì mattina, come prima cosa, si farà il provvedimento''. Della commissione fanno parte l'ingegnere Tullio Russo, presidente di sezione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, e gli ingegneri Roberto Daniele e Stanislao Tongo, funzionari del secondo dipartimento del ministero delle Infrastrutture.''Rimane la ferma posizione e la volontà di rivedere la gestione e i subappalti dati dal general contractor'' ha concluso Di Pietro.

Sul tragico incidente sono intervenuti tutte le più alte cariche dello Stato e anche il Papa ha voluto ricordare nell'Angelus la morte del giovane operaio siciliano.
''Sono inaccettabili le situazioni di mancanza della sicurezza sul lavoro'', ha subito affermato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che dopo essere stato informato della tragedia si è messo in contatto con il prefetto di Siracusa, Benedetto Basile, ''chiedendogli - precisa un comunicato del Quirinale - di rappresentare i suoi sentimenti di profonda commozione e di partecipazione al dolore della famiglia della giovane vittima Antonio Veneziano, di solidarietà a tutti i lavoratori feriti e di vicinanza all'intera comunità''. Nel rilevare come il drammatico bilancio dell'incidente metta in evidenza situazioni inaccettabili sotto il profilo della sicurezza sul lavoro e richiama alla necessità di una più costante e forte vigilanza per il rispetto delle norme e delle condizioni di lavoro, il Presidente Napolitano ha sollecitato ''un attento accertamento delle cause e delle relative responsabilità''.
All'appello del Quirinale si è subito unito quello, altrettanto preoccupato, dei presidenti della Camera e del Senato, Bertinotti e Marini. Quindi è stato l'intero ''triangolo istituzionale'' che ha indicato alle istituzioni un'emergenza trascurata, un'emergenza che Bertinotti e Marini, per la loro lunga carriera di dirigenti sindacali, ben conoscono.
''Le istituzioni agiscano affinché siano individuate le cause e le responsabilità sociali di questa terribile tragedia - ha detto l'ex segretario di Rifondazione comunista, Fausto Bertinotti -, perché si moltiplichi l'impegno affinché venga accolto l'appello del presidente della Repubblica per il rigoroso rispetto delle norme di prevenzione e di sicurezza sul lavoro e si avviino iniziative perché si arrivi ad una politica per il rafforzamento dei diritti di lavoratrici e lavoratori e della civiltà del lavoro''.
E nell'Angelus di ieri Benedetto XVI ha voluto aggiungere il proprio appello a quello dello Stato e del Governo. ''Serve maggiore attenzione alle condizioni di sicurezza sul lavoro'' affinché non si ripetano ''simili drammatici eventi''. Il Papa ha poi espresso ''il suo profondo dolore'' per il grave incidente, manifestando vicinanza alle vittime e invocando maggiore sicurezza sui posti di lavoro.


- Gli infortuni sul lavoro in Italia dal 2003

- INAIL Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro

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26 giugno 2006
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