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Morire in mare non fa più notizia

Chissà quando arriveranno a riva, se mai arriveranno, i corpi dei dispersi dell'ultimo naufragio al largo della Libia

12 agosto 2015

Morire in mare non fa più notizia. Per ogni viaggio, possiamo solo immaginare quanti perdono la vita, dimenticati da chi si preoccupa solo di difendere e militarizzare la Fortezza Europa.
In Sicilia continuano ad arrivare le loro salme, anche dopo mesi, come il cadavere ritrovato a luglio  a due miglia da San Leone, nell’agrigentino, appartenente con tutta probabilità ad un migrante che non è riuscito a completare la sua traversata.
E chissà quando arriveranno a riva, se mai arriveranno, i corpi dei dispersi dell’ultimo naufragio al largo della Libia avvenuto ieri pomeriggio. I circa 50 migranti che erano a bordo di un gommone semiaffondato e che sono stati salvati dagli uomini della Marina militare avrebbero infatti raccontato che sull'imbarcazione c'erano almeno un centinaio di persone. Vane finora le ricerche di eventuali dispersi.

Il naufragio sarebbe avvenuto a una quarantina di miglia dalla Libia. Il gommone in difficoltà, in parte già sgonfio, è stato avvistato dall'elicottero di nave Mimbelli, che ha immediatamente lanciato le zattere di salvataggio e ha comunicato la situazione di emergenza.
Sul punto segnalato si è diretta a tutta velocità nave Fenice, che in precedenza aveva già effettuato un intervento di soccorso recuperando circa 120 migranti. Una volta raggiunto il gommone, gli uomini della marina hanno trovato 52 migranti, che sono stati tutti recuperati. E sarebbero stati proprio loro a raccontare che sull'imbarcazione c'erano circa un centinaio di persone.

Due migranti sono sopravvissuti al naufragio dopo esser rimasti per diverso tempo aggrappati a un barile. L'elicottero di nave Orione li ha avvistati: i due sono stati recuperati e trasbordati su nave Fenice, assieme agli altri sopravvissuti.
Sia gli occupanti del gommone sia i migranti soccorsi in mattinata - nessuno in gravi condizioni di salute - sono stati trasferiti su una motovedetta della guardia costiera diretta a Lampedusa.

E sono drammatici i racconti di alcuni dei migranti sbarcati nei giorni scorsi a Pozzallo (RG). La polizia di Stato di Ragusa ha fermato 4 scafisti ritenuti alla guida dei quattro gommoni, con a bordo complessivamente 453 i migranti, tra cui 13 minorenni, soccorsi da nave Diciotti della Guardia Costiera. Alcuni di loro sono stati ricoverati in ospedale: 4 donne in stato di gravidanza, 3 uomini con traumi agli arti, un altro con sospetta malaria e due donne per disidratazione.
Tra le donne sbarcate, sentite dalla squadra mobile della Questura, una ha raccontato di essere stata fortemente minacciata da uno degli scafisti: aveva chiesto dell'acqua per i suoi due figli piccoli e l'uomo le ha intimato di stare "ferma e zitta" perché, altrimenti, avrebbe "avrebbe buttato in mare" i bambini.
Solo lunedì, le operazioni di soccorso coordinate dall'Italia hanno tratto in salvo circa 1.500 persone su sette barconi approdati sulle nostre coste.

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12 agosto 2015
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