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Morti ma ... ancora in ''cura''

La Guardia di Finanza di Catania ha scoperto 21mila defunti per i quali l'Asl continuava a pagare

10 luglio 2008

Erano morti da anni, alcuni addirittura da diversi decenni, ma i loro medici di famiglia hanno continuato ad essere pagati per la loro assistenza dall'Azienda sanitaria.
Sono circa 21 mila i casi di persone decedute ma ancora in 'cura' scoperti dalla Guardia di Finanza di Catania che ha eseguito controlli incrociati su oltre un milione di cittadini.
Secondo le Fiamme gialle il danno all'erario sarebbe di circa 4 milioni e 200 mila euro, per gli ultimi cinque anni.

Gli accertamenti hanno permesso di scoprire che molti pazienti passati a miglior vita hanno goduto dell'assistenza medica per un periodo superiore a 35 anni, senza che nessuno si accorgesse della loro morte. Per le indagini i militari si sono avvalsi dei dati forniti dalla stessa Ausl 3 relativi agli assistiti e quelli provenienti dai vari uffici Anagrafe dei Comuni della provincia.
I medici di famiglia incassano mensilmente circa 6 euro per ogni paziente assistito.

I dati delle indagini sono stati trasmessi al vaglio della Corte dei conti per le valutazione dei profili di responsabilità amministrativa per danno erariale, mentre si sta valutando l'ipotesi di profili di rilievo penale.

"L'assessorato regionale alla Sanità è fortemente impegnato in una opera di risanamento della spesa pubblica che passa anche attraverso il controllo in tutti i settori della sanità, pubblici e privati. Per questo motivo voglio ringraziare sentitamente la Guardia di Finanza di Catania per l'operazione che ha consentito oggi di mettere in luce una delle tante falle di un sistema che, purtroppo, continua a sprecare soldi pubblici".
E' stato questo il commento dell'assessore regionale alla Sanità Massimo Russo, a proposito dell'indagine delle Fiamme Gialle.
"E' allo studio - ha detto ancora Russo - una misura organizzativa che prevede l'istituzione di una struttura di controllo alle dirette dipendenze dell'assessore. Una scelta che intende tutelare la stragrande maggioranza degli operatori del settore che opera correttamente per l'obiettivo di una sanità qualificata e senza sprechi di denaro e che chiede di isolare le mele marce che danneggiano l'immagine dell'intero sistema sanitario regionale".

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10 luglio 2008
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