Motopesca di Mazara del Vallo sequestrato dalle autorità libiche perché ritenuto in ''zona economica esclusiva''
Il peschereccio "Vito Manciaracina", con otto uomini di equipaggio compreso il comandante Leonardo Asaro, sequestrato venerdì sera da una motovedetta libica, è ancora fermo nel porto militare di Tripoli.
Venerdì scorso, l'imbarcazione di Mazara del Vallo (TP) era in un tratto di mare che, pur ricadendo in acque internazionali, viene considerato dalla Libia "zona economica esclusiva". Alla Capitaneria di porto di Mazara del Vallo affermano che "sono in corso i contatti tra il ministero degli Esteri e le autorità libiche per arrivare al rilascio del natante".
"E' ricominciato il clima di terrore nel Canale di Sicilia - ha affermato Toni Scilla, presidente dell'Associazione Imprese Pesca Mazara - anche a causa del mancato intervento della Comunità Internazionale a seguito della decisione unilaterale della Libia di estendere a 75 miglia le acque territoriali".
"Chiedo al governo italiano che intervenga al più presto possibile con le autorità libiche per liberare mio marito e tutto l'equipaggio". E' questo l'appello lanciato da Mariella Mangiaracina, moglie del direttore di macchina Vito Mangiaracina proprietario insieme al cognato, Leonardo Asaro, del peschereccio siciliano ormeggiato nel porto militare di Tripoli. L'equipaggio è composto da tre italiani, quattro tunisini ed un senegalese.
"Si sta facendo il possibile per sollecitare il rilascio del natante italiano sequestrato dalle autorità libiche. Penso ad una soluzione rapida della questione e i nuovi buoni rapporti spero possano agevolare il rilascio". Così ha dichiarato Vittorio Craxi, sottosegretario agli Affari esteri, in merito alla vicenda del sequestro del motopesca di Mazara del Vallo.
Intanto il presidente della Provincia di Trapani, Antonio d'Alì, assicura che "l'equipaggio del peschereccio sta bene. Subito dopo il sequestro il 'Mangiaracina' - ha detto - è stato ormeggiato nel porto militare di Tripoli. Inoltre l'armatore che è a bordo con l'equipaggio ha avuto la possibilità di mettersi subito in in contatto con le nostre autorità diplomatiche che ha già avviato le trattative per il dissequestro del natante. Mi sembrano - ha concluso D'Alì - segnali positivi di un'auspicabile chiusura della vicenda in tempi brevi".