Munich
Il discusso film di Spielberg, che narra la tragica vicenda avvenuta nei giorni dell'Olimpiade di Monaco del '72
Noi vi segnaliamo...
MUNICH
di Steven Spielberg
Nell'agosto 1972, durante la seconda settimana dei Giochi Olimpici di Monaco, il commando terroristico palestinese "Settembre Nero" compie un blitz nel villaggio olimpico durante il quale rapisce alcuni componenti della squadra israeliana per ottenere la liberazione di numerosi prigionieri palestinesi. Durante 21 ore trasmesse in diretta tv il commando compie un atroce massacro in cui tutti gli ostaggi perdono la vita. Per vendicare la morte dei loro connazionali, il Mossad, il servizio segreto israeliano, mette in atto l'"Operazione Ira di Dio", un piano segretissimo che prevede la ricerca e l'eliminazione di tutti i componenti di 'Settembre Nero'. Il difficile incarico viene assegnato al giovane Avner, un ufficiale del Mossad, e a quattro reclute specializzate: Steve, un esuberante autista sudafricano bianco, Hans, un ebreo tedesco specialista nella falsificazione di documenti, Robert, un belga esperto nella fabbricazione di esplosivi e Carl, un uomo silenzioso e metodico che ha l'incarico di cancellare ogni traccia delle azioni punitive...
''Il mio film è una preghiera per la pace. E il peggior nemico della pace in Medioriente è l'intransigenza''. Così Steven Spielberg presenta il suo Munich, film che racconta la reazione dei servizi segreti di Israele all'attentato di Monaco del '72. Durante i famigerati giochi olimpici, undici atleti israeliani persero la vita dopo il tragico sequestro da parte di un commando terrorista palestinese. Spielberg decide di raccontarci il dopo Monaco. Scelta imposta dall'assunto che questo film sposa: la violenza genera solo altra violenza.
Tratto dal controverso romanzo di George Jonas, "Vengeance", Munich segue le vicende di un gruppo di agenti del Mossad a cui il governo ha affidato il compito di eliminare i responsabili della strage. Il libro di Jonas, già portato in Tv nel 1986 grazie al telefilm Sword of Gideon, ci racconta di una Golda Meir che accettando la linea della vendetta dichiara: "Scordiamoci la pace per il momento, dobbiamo mostrare loro che siamo in grado di colpirli". Spielberg si rifà allo stile del thriller politico con un occhio a ''Z'' di Costa Gavras, ma anche ai prodotti americani detti "suspence with substance" alla ''French Connection'' di Friedkin o ''I tre giorni del Condor'' di Pollack, e rimette in moto, in modo viscerale, il meglio del cinema di genere anni Settanta.
Distribuzione Uip
Durata 160'
Regia Steven Spielberg
Con Eric Bana, Matthieu Kassovitz, Daniel Craig, Ciarán Hinds, Geoffrey Rush
Genere Drammatico
La pace e la violenza
Ispirato a fatti reali così come raccontati nel libro di George Jonas, Munich è il capolavoro che tutti si attendevano da Steven Spielberg dai tempi di Schindler's List e di Salvate il Soldato Ryan. Secondo il libro di Jonas, un commando di quattro agenti del Mossad fu mandato immediatamente sulle tracce degli undici capi dei terroristi palestinesi di Monaco. Guidati da Avner Kaufmann, interpretato da Eric Bana, il gruppo iniziò una caccia in tutta Europa, colpendo con metodi terroristici e scatenando una reazione a catena da parte degli esponenti dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina e il gruppo di terroristi chiamato Settembre Nero. Munich è un film fortemente politico, ma non ideologico. Spielberg descrive in maniera estremamente coinvolgente le azioni più o meno assurde degli uomini coinvolti in questa missione, arrivando alla conclusione, chiara e netta, dell'inutilità della vendetta e rilanciando la tesi che la pace non può nascere dalla violenza. Intenso e durissimo (Spielberg mostra il massacro di Monaco con una serie di flashback che rendono ancora più marcata la violenza dell'eccidio...), Munich annovera un cast internazionale tra cui spiccano i nomi del nuovo 007 Daniel Craig, di Mathieu Kassovitz, Geoffrey Rush, Ciaran Hinds, Michael Lonsdale e di Valeria Bruni Tedeschi. Il film che già prima della sua uscita ha suscitato molte polemiche, è un apologo sulla necessità di ripensare ai metodi della lotta al terrorismo. Emozionante e commovente è un monito ad imparare dai propri errori: trentatré anni dopo gli eventi drammatici di Monaco, la violenza non si è ancora fermata. Spielberg ce lo ricorda dando vita ad una pellicola elegante che allacciandosi anche visivamente al cinema degli anni Settanta, rilancia il sacrosanto dubbio sull'esistenza di un'altra strada per raggiungere la pace.
M.S. (www.primissima.it)
La critica
''Spielberg massacra la storia. Se fosse stata una storia di finzione, avremmo avuto un bel film.''
Charles Krauthammer, 'Washington Post'
''Un film contro un nuovo tipo di guerra e perciò un film intelligente, innovativo, sofisticato. (...) Tuttavia Spielberg altera la realtà per adattarla ai suoi pregiudizi. Nel suo Medio Oriente, non c'è ombra di Hamas o della Jihad islamica. Non c'è neanche il male. Ne risulta una favola più che una ricostruzione storica.''
David Brooks, 'New York Times'
''Dopo questo film la comunità ebraica mondiale guarderà Spielberg con occhi ben diversi''.
Jonathan Freedland, 'Guardian'
''Non c'è nulla di male a descrivere l'umanità dei palestinesi, terroristi compresi. Diversa è però la rappresentazione degli israeliani che non fanno altro che compiere le peggiori nefandezze per tutta la durata del film.''
Bret Stephens, 'Wall Street Journal'
''(...) Nel cuore di Spielberg non c'è posto per lo Stato ebraico (...)''
Leon Wieseltier, 'The New Republic'
''(...) 'Munich' funziona come un documentario finché cominciano, tra gli uomini del commando clandestino - il sudafricano Steve, il belga Robert, il tedesco Hans - i primi dubbi. Più precisamente, quando le azioni cominciano a non filare lisce. (...). E qui, parlandone come se fosse un film, arrivano i buchi di sceneggiatura. Possibile che gli uomini scelti, esperti di guerra e di tritolo, non avessero mai visto un cadavere in vita loro? (...) A tappare i buchi, le frasi che infiammeranno il dibattito (da qui le proiezioni mirate, per salvare gli incassi). 'A me importa solo del sangue israeliano', dice il duro e biondo Daniel Craig. 'Noi facciamo molti figli, non abbiamo fretta e solleveremo il mondo arabo contro Israele' risponde il palestinese. L'ultimo spezzone dell'attentato arriva quando ormai Avner ha mollato per raggiungere la famiglia a Brooklyn (prima dei titoli di coda, inquadratura sulle torri gemelle). Di sicuro, la più brutta scena che Spielberg abbia mai girato: montaggio alternato tra la carneficina all'aeroporto e Avner che vorrebbe far l'amore con la moglie ma è sopraffatto dagli incubi. Resta la curiosità di sapere chi sia l'onnipotente vecchio francese che a caro prezzo vende informazioni agli israeliani (e forse anche ai palestinesi). E che si pente di aver contribuito alla sconfitta di Hitler, tanto poi 'sarebbero arrivati gli americani'.''
Mariarosa Mancuso, 'Il Foglio'
- Intervista a Steven Spielberg (panorama.it)