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Mutolo: ''Dovevamo rapire Berlusconi''

Il pentito di mafia che fu l'autista fidato di Totò Riina in un'intervista a Vanity Fair

11 novembre 2009

La patinata rivista Vanity Fair ha intervistato Gaspare Mutolo, l'autista di Totò Riina, diventato collaboratore di giustizia nel '91 e che oggi ha finito di scontare la pena. Nell'intervista Asparino Mutolo ha parlato dell'impresa più clamorosa a cui avrebbe dovuto prender parte ma che "non andò mai in porto".
"Negli anni ‘70 dovevamo rapire Berlusconi. Manco sapevo che si chiamava così. Ci avevano detto: quello di Milano 2. Allora il capo dei capi era Gaetano Badalamenti e aveva proibito i sequestri in Sicilia. Non c’era problema, con tutti i ricchi che stavano al Nord. Allora li facevamo in Lombardia, roba pulita: mai donne e bambini, niente orecchie tagliate, niente sangue. Trattativa, pagamento, restituzione. Eravamo in diciotto per rapire Berlusconi, c’era anche Contorno (Totuccio Contorno, uomo fidato di Stefano Bontade del clan palermitano di Santa Maria di Gesù, ndr). Poi arrivò il contrordine. E dopo, per tenere alla larga Turatello e altri malintenzionati, Berlusconi assunse Mangano (come "stalliere" ad Arcore, ndr)".

Nell' intervista al settimanale, Mutolo ricorda la sua passione per la pittura e per i quadri e che solo oggi - dopo 25 anni - può firmare con il proprio nome (a 'rubargli' le opere fu per primo il boss Luciano Liggio, che autografafa le sue tele più riuscite). "Sono stato un rapinatore, un mafioso, ho trafficato droga, partecipato a sequestri. Poi ho scelto di collaborare: ho fatto seicento nomi, spiegato centocinquanta omicidi, raccontato i legami tra la mafia e la magistratura, la polizia, la politica. Oggi ho pagato il mio conto, fino in fondo".
Primo pentito della mafia vincente, Mutolo ha ricordato anche il giudice Giovanni Falcone, che alla fine del maxiprocesso lo condannò a 16 anni: "Uno che capiva. Ho scelto lui per passare dall'altra parte. Poi, morto lui, ho voluto parlare solo con Borsellino. Fino al suo penultimo giorno di vita".
Di Totò Riina ha invece detto: "E' peggiorato col tempo. E' diventato un dittatore sanguinario. Quando ha cominciato a far ammazzare per niente, a far ammazzare le donne incinte, è stata la fine di tutto. Io ho fatto molti errori, ma cose così mai".

Pochi giorni fa, ricorda Vanity Fair, nella requisitoria per il processo di secondo grado a carico di Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa, il procuratore generale Antonino Gatto ha di fatto anticipato la versione di Mutolo sul ruolo di Vittorio Mangano.

- Gaspare Mutolo e il mancato sequestro di Berlusconi (www.vip.it)

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11 novembre 2009
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