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N (Io e Napoleone)

Una commedia storica, dove Napoleone somiglia un po' all'ex premier Silvio Berlusconi

16 ottobre 2006

Noi vi segnaliamo...
N (IO E NAPOLEONE)
di Paolo Virzì

L'Elba, 1814. Martino (Elio Germano) è un giovane maestro idealista e fortemente antinapoleonico, innamorato della bella e nobile Baronessa Emily (Monica Bellucci).
Il ragazzo si ritrova a ricoprire il ruolo di bibliotecario del Grande Imperatore (Daniel Auteuil) che tanto detesta. Finirà con il raccoglierne le memorie, imparando a conoscere e apprezzare l'Uomo che si cela dietro l'Eroe: tra seduzioni e tradimenti, attese e paure, ne stilerà un ritratto obliquo e acuto che non riuscirà però a nascondere una finale, inevitabile, delusione.

''Il mio è un Napoleone ritratto come un vecchio attore sul viale del tramonto. Una Gloria Swanson preoccupata di non avere più lo stesso successo presso le moltitudini''. Paolo Virzì

Tratto dall'omonimo romanzo di Ernesto Ferrero, Paolo Virzì dal libro si è discostato parecchio, ne resta l'ossatura: l'esilio elbano dell'Imperatore che sull'isola ricostruisce una sua corte in miniatura con l'eccitazione della classe dirigente locale; il romantico e velleitario Martino scelto come bibliotecario, visceralmente antinapoleonico e che resterà irretito dal fascino del suo interlocutore. Ma come è facile intuire data la regia di Virzì il tono è stato modificato, virando dal colto-filologico alla commedia. La sceneggiatura è di Francesco Bruni, di Giacomo e Furio Scarpelli, un maestro della commedia all'italiana, mentre Roberto Benigni è colui che ha passato il libro di Ferrero a Virzì. La modernizzazione della storia ha spiegato Virzì è stata fatta anche per: ''Affrontare un discorso sull'Italia contemporanea. Il ragazzo che getta il treppiedi contro Berlusconi mi affascina come Martino, e la riflessione è: si può odiare solo da lontano, ad avvicinare l'oggetto del proprio furore politico si prova pietà''.


Anno 2006
Distribuzione Medusa
Durata 110'
Regia Paolo Virzì
Sceneggiatura Furio Scarpelli, Giacomo Scarpelli, Francesco Bruni, Paolo Virzì
Con Daniel Auteuil, Monica Bellucci, Elio Germano, Valerio Mastandrea, Francesca Inaudi, Sabrina Impacciatore, Massimo Ceccherini
Genere Storico - Commedia

''Il mio Napoleone un po' come Berlusconi''
di Chiara Ugolini (Kataweb Cinema)
 
Berlusconi come il tiranno Napoleone? Alla Festa del cinema si sfiora quasi il caso diplomatico. Paolo Virzì presenta ''N (Io e Napoleone)'', commedia, fiaba nera, apologo ottocentesco, storia di uno scontro generazionale. Il regista toscano si spreca in definizioni per questo suo film, a tratti leggero a tratti profondo, che immagina il soggiorno elbano di Bonaparte esiliato (Daniel Auteuil, assente per la morte della mamma), dove un maestro anarchico (Elio Germano) sogna di uccidere l'Imperatore.
La polemica nasce quando Virzì racconta che per aiutare Germano ad entrare nella parte gli ha detto ''odia Napoleone come odi Berlusconi''. E' una battuta che fa ridere la platea ma Germano subito chiarisce: ''io non odio nessuno, le mie idee politiche me le tengo per me''.
Il film però è targato Medusa, di proprietà dell'ex Presidente del consiglio, e quindi tocca ancora al regista chiarire: ''Il radicalismo del personaggio di Martino è ricoperto di ironia. Non vogliamo certo ridurre il film a 'Martino contro Berlusconi'. Questo è un film, non un volantino, racconta la delicatezza dell'avvicinarsi a un potente''.
Ma ad un personaggio che si rivolge a Napoleone il regista ad un certo punto fa dire ''mi consenta'' e la cosa non passa inosservata. Infine anche Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa, cerca di chiarire, sopraffatto da urla e applausi di scherno dalla platea: ''E' riduttivo, e non fa giustizia parlare solo di una visione politica del film, 'Napoleone' è un film finanziato da Berlusconi, che concede massima libertà a cinema italiano, credo che vada ringraziato''.

Il film, molto applaudito alla prima proiezione, offre una Monica Bellucci inedita, autoironica con l'accento di Città di Castello che spesso usano i suoi imitatori. E' la baronessa Emilia, amante del giovane maestro Papucci, che animato dal progetto di uccidere Napoleone accetta di diventarne il suo scrivano personale. Ma il destino si mette di mezzo e Martino vede piano piano sparire ogni possibilità di ''ammazzare il tiranno''. ''Mi sono molto divertita a interpretare il personaggio della Baronessa Emilia, è una donna godereccia, simpatica e superficiale, che vive alla giornata - ha detto la Bellucci -. Ringrazio Paolo per avermi dato questo ruolo''.

Tratto dal romanzo di Ernesto Ferrero, la commedia è anche un ritratto di conflitto fra generazioni e epoche: ''Il film affronta il rapporto tra l'odio politico e la natura umana. Martino è nel pieno dell'esaltazione giovanile, assomiglia al ventenne che ero io. Abbiamo cambiato il cognome del personaggio in Papucci, che era un mio compagno di liceo che aveva pose apocalittiche ed era preso dalla contestazione studentesca - ha raccontato Virzì -. Quando Martino però incontra Napoleone scopre che un è ometto patetico, fragile autocelebrativo, noioso''.
Ma Martino viene sedotto dal potere? Ancora Virzì: ''Abbiamo girato intorno a tale questione. Ci siamo chiesti: Martino rimane davvero sedotto oppure sono le sue idee che si obnubilano, il suo odio che prende ad assomigliare più alla pietà che non alla seduzione?''

La critica
''Una commedia all'italiana che si confronta con la Storia, divertente e servita da un gruppo perfetto di attori (compresa la Bellucci con l'accento umbro)''.
Paolo Mereghetti, 'Il Corriere della Sera'

''(...) Paolo Virzì si propone come il Luigi Magni di 'Porto Ferraio'. (...) Analogo a quello di Magni è anche lo sforzo di Virzì di dire il presente attraverso il passato, perché il Napoleone dello svogliato Daniel Auteuil - fra i peggiori dei tanti nella storia del cinema - evoca Berlusconi, senza nuocere alla carriera di quest'ultimo, ma nuocendo alla credibilità del film. (...). (...) Virzì spreca l'ennesima occasione di rifondare la commedia all'italiana solo per essere gradito tanto du côté de chez Veltroni, quanto du côté de chez Bertinotti. (...) un maiuscolo Massimo Ceccherini, che ha il miglior personaggio e risulta miglior interprete''.
il Giornale

Note - Presentato alla prima Festa internazionale del Cinema di Roma nella sezione 'Première'.

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16 ottobre 2006
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