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Nadha, figlia della speranza

E' nata sul barcone arrivato ieri a Siracusa, insieme a 191 siriani in fuga dalla guerra

29 agosto 2013

L'ultimo carico di migranti disperati in fuga dai propri Paesi, sbarcati ieri nella costa Siracusana, potrebbe essere stato imbarcato dalle coste egiziane, verosimilmente nella zona di Alessandria di Egitto. Gli inquirenti hanno pochi dubbi e i dati in possesso del Gruppo interforze di contrasto all'immigrazione clandestina attivo da alcuni anni presso la Procura di Siracusa, rivelano numeri inquietanti: dal primo luglio ad oggi i siriani che sono arrivati sulle coste siracusane sono stati 1.958.
Elevato il prezzo pagato per il viaggio: si parla di circa 3.500 dollari a persona anche se, evidenziano gli investigatori, anche in questi casi le organizzazioni che gestiscono simili traffici praticano delle "offerte", ad esempio imbarcando con 10 mila dollari una famiglia composta da due genitori e due bambini.
Gli arrivi si sono intensificati in questo mese: a luglio, infatti, erano stati 646 mentre nei primi ventotto giorni di agosto sono più che raddoppiati arrivando a 1.312. Le tecniche utilizzate rimangono due: o l'impiego di una nave-madre (come avvenuto nello sbarco di martedì alla Fanusa, alle porte di Siracusa e per il secondo sbarco di ieri) o il viaggio diretto, specialmente dalle coste egiziane o in genere del nord Africa (come nel caso del primo sbarco di oggi).

Ieri nella citta aretusea sono arrivati 191 persone: 51 donne, 48 bambini e 92 uomini; si sono dichiarati siriani. Alcuni di loro hanno avuto bisogno di cure mediche.
I migranti erano su un barcone, abbandonato dopo il trasbordo perché in precarie condizioni, che è stato intercettato nella notte a circa 60-70 miglia a sud di Siracusa da un velivolo Atlantic della Guardia costiera. Il barcone, da quel momento in poi, è stato monitorato, sino a quando, a circa venti miglia dalla costa, è stato raggiunto dalle motovedette. In zona anche la nave della marina militare Foscari che ha coordinato le operazioni di trasbordo dei migranti, rese difficili dalle cattive condizioni del mare.
Tra loro anche una neonata partorita a bordo durante la traversata. La bimba avrebbe quattro giorni. "L'abbiamo trovata ancora con un tratto del cordone ombelicale attaccato - ha detto il comandante della Guardia costiera di Siracusa, Luca Sancilio - La bimba, che sta bene così come la madre, sarebbe nata durante la traversata. Se così fosse sarebbe l'ennesima dimostrazione di come la vita trionfi sempre: si può venire alla luce anche in condizioni difficili e critiche".
La neonata è stata portata con la madre nel pronto soccorso dell'ospedale "Umberto I". I sanitari hanno disposto sia per la piccola che per la puerpera - entrambi sono comunque apparsi in buone condizioni - accertamenti specialistici che sono in corso nelle divisioni di neonatologia e di ginecologia dello stesso nosocomio.

La bimba si chiama Nadha ed è l'immagine più toccante di quanto sta accadendo in Siria, accanto a quella atroce dei bambini avvolti in teli bianchi che sarebbero stati uccisi con il gas nervino. Quasi un inno alla vita e alla speranza, mentre venti di guerra sempre più impetuosi soffiano su una Damasco dilaniata dal conflitto tra i ribelli e il regime di Assad.
Non appena giunti a Siracusa la puerpera e la figlioletta sono state subito trasferite nell'ospedale Umberto I. Il marito è stato invece accompagnato in un Centro d'accoglienza insieme all'altro figlioletto di tre anni; Nadha è infatti la secondogenita della coppia che adesso, con ogni probabilità, presenterà domanda per ottenere lo status di rifugiati. Il parto risalirebbe a sabato scorso, due giorni dopo l'inizio del viaggio che, secondo il racconto dei profughi, sarebbe durato una settimana. La puerpera ha spiegato di essere stata assistita durante il parto da un connazionale che era sul barcone, laureato in farmacia.
La donna continua ad allattare la sua bambina, ma i medici hanno disposto di integrare il latte materno con quello artificiale. La piccola Nadha rimarrà ancora per qualche giorno in ospedale, nella divisione di terapia intensiva neonatale dove stamane è stata sottoposta ai primi accertamenti. Una scelta che sarebbe stata dettata anche dall'esigenza di sottoporre la piccola a specifiche profilassi, considerato che il cordone ombelicale è stato tagliato sul barcone con mezzi di fortuna.
Le condizioni della neonata, che pesa 2 chili e 700 grammi, sono comunque considerate complessivamente soddisfacenti. La culla della piccola è diventata meta di un pellegrinaggio continuo di medici e infermieri, che hanno portato in dono alla piccola giocattoli e vestitini. A cominciare dal direttore delle divisione di ginecologia e ostetricia Antonino Bucolo, dal direttore sanitario dell'Asp di Siracusa, Anselmo Madeddu, e dal direttore del reparto di neonatologia, Massimo Tirantello.

"L’accoglienza è un dovere morale" - "Se si sfugge da Paesi dove c'è la guerra, oltre a essere un obbligo diritto nazionale, l'accoglienza verso queste persone la prevede il diritto etico e la morale. Come possiamo cacciare persone che sfuggono dalla guerra?".
Così il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, a Palazzo d'Orleans, rispondendo ai giornalisti sulla possibilità che la situazione siriana incrementi i flussi migratori. "Non può essere uno sforzo solo della Sicilia - ha proseguito - ma soprattutto rimane insoluto il tema dei minori non accompagnati. Prima il ministero finanziava la retta per questi minori, dall'ottobre scorso non avviene più con il risultato che ci troviamo con centri per minori che stanno andando in dissesto: è una tema che voglio porre ad Alfano. Ma non urliamo che siamo invasi da immigrati perchè non è vero", ha assicurato il governatore.
"Un atto di guerra in Siria rischia di creare più problemi che risolverli" dice il governatore, secondo il quale l'entrata in guerra "rischia di favorire Al Qaeda, consegnando quelle realtà a soggetti che praticano come prassi la violazione de diritti umani. Al posto degli Stati Uniti - ha continuato Crocetta parlando con i giornalisti a Palermo - lavorerei per una soluzione pacifica del conflitto. In Libia si è iniziato così".

Ieri, il presidente della Regione ha ricevuto a Palazzo d'Orleans i due ragazzi africani di 22 e 23 anni, Alhagie e Lay, che nei giorni scorsi si sono adoperati per salvare una donna rimasta intrappolata tra le fiamme nella sua casa di Alcamo. "E' un gesto che ha un forte valore simbolico, che dà un'importanza profonda al termine inclusione. Questi due giovani con il loro gesto coraggioso, che ha permesso probabilmente alla donna di salvarsi la vita, hanno onorato e reso grande il valore ed il significato di questa parola, rappresentando la Sicilia bella, che vogliamo incentivare e che ci piace".

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29 agosto 2013
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