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Napoli come un girone dell'Inferno

Roghi e rivolte a Napoli: l'emergenza rifiuti in Campania sembra essere senza fine

19 maggio 2008

Quando nel 2005 scoppiarono le rivolte nelle banlieue francesi, non pochi sociologi e attenti osservatori misero in guardia l'Italia dallo stare attenta alle tante Italie che arrancano e sopravvivono nelle periferie. Oggi il "fenomeno banlieue" nella nostra Nazione si potrebbe ravvisare nella tragedia che si sta consumando in Campania, e non nelle periferie ma in quartieri storici e centralissimi di Napoli. Fattore scatenante, però, in questo nostro caso, non è il degrado socio-culturale causato dall'immigrazione irregolare e dalla disoccupazione, ma l'impossibilità di esistere a meno che non ci si trasformi in ratti: la rivolta di Napoli è causata oggi, ancora una volta, dall'emergenza rifiuti.

Napoli è nel caos. Decine di di manifestanti hanno bloccato la circolazione ferroviaria e centinaia di sacchetti della spazzatura sono stati sparpagliati per le strade. Decine e decine i cassonetti a quali è stato dato fuoco, mentre i vigili del fuoco che per tutta la notta hanno tentato di spegnere sono stati investiti da sassaiole e dalla rabbia dei cittadini oramai allo stremo. L'adesione alla protesta è stata infatti altissima, mentre le strade, sono ancora invase da montagne di spazzatura in decomposizione, da cui si levano odori nauseabondi e nugoli di insetti.
La questione dei rifiuti a Napoli è arrivata sul tavolo del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza. Alla luce delle proteste riesplose nel capoluogo campano negli ultimi due giorni, il prefetto di Napoli ha convocato infatti, ieri mattina, una riunione straordinaria del comitato.
Nel corso della riunione sono stati varati due provvedimenti per far fronte all'emergenza: domani partirà il progetto "medici sentinella" per una sorveglianza sindromica e un monitoraggio costante delle varie patologie a rischio, mentre da mercoledì sarà attivo uno specifico call center per fornire informazioni alla cittadinanza. Inoltre è iniziata una raccolta straordinaria in tutta la provincia di Napoli che consentirà il prelievo giornaliero e il recupero dei quantitativi accumulatisi nei giorni scorsi nelle strade per le difficoltà nello smaltimento.

La decisione del prefetto è arrivata ieri mattina, dopo l'ennesima notte di superlavoro per i vigili del fuoco: 84 gli incendi di spazzatura tra il capoluogo campano e la provincia. Uno degli incendi appiccati alla spazzatura accumulata da giorni ha danneggiato gravemente l'ingresso della sede dell'Inps, in via Medina, in pieno centro a Napoli. Un altro incendio è stato appiccato a due grossi cumuli di spazzatura che si trovavano a pochi metri di distanza, in via San Tommaso d'Aquino, non lontano dagli uffici della Questura che si occupano del rilascio di passaporti e vicino a piazza Municipio. Gli stessi cumuli erano stati già parzialmente incendiati nei giorni scorsi ma non rimossi.
Sull'allarme rifiuti è tornato a intervenire il governatore campano Antonio Bassolino. "L'unica possibilità che abbiamo è legata alla collaborazione con il governo - ha detto in un'intervista a Repubblica -. Si deve far nascere un partito trasversale del sì, che finora è stato più debole del no". Anche se il rischio del caos rifiuti è di "una crisi a livelli inimmaginabili" Bassolino si è detto "fiducioso". La strada per uscire dall'emergenza, indicata da Bassolino, è quella di completare i termovalorizzatori, migliorare la differenziata e aprire le discariche "dando seguito a leggi e ordinanze".
Intanto, mercoledì a Napoli arriveranno Berlusconi e i ministri del suo governo per la seduta napoletana dell'esecutivo promessa dal premier in campagna elettorale. Berlusconi ha un piano che prevede l'apertura di dieci siti per raccogliere i rifiuti in attesa di riuscire a portare a regime il sistema dei termovalorizzatori. Un piano che comprende anche l'uso dell'Esercito per ripulire le strade e, probabilmente, anche per difendere le discariche.

E non mancano le manifestazione di contrarietà nei confronti del presidente della Regione e del Sindaco, Rosa Russo Iervolino. In via Salvator Rosa, importante arteria viaria di Napoli e cuore della protesta dei cittadini, è stato impiccato un bambolotto alla tabella di una fermata dell'autobus, con sotto la macabra scritta "Bassolino, Iervolino".  Il gesto ne ricorda un'altro che si era verificato alcuni mesi fa nel centralissimo Corso Umberto, dove decine di bambolotti vennero impiccati in strada con sotto scritte minacciose sempre nei confronti del sindaco Iervolino e del presidente della Regione Bassolino.

- "Svelti o daranno la colpa a me" di Claudio Tito (Repubblica.it)

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19 maggio 2008
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