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Ne ferisce più la lingua...

L'harakiri battutistico di Silvio Berlusconi: ''Io preferisco il presidente puttaniere''

25 giugno 2009

Il ruolo istituzionale prevalga sull'istinto guascone
QUEL RISCHIOSO GUSTO DELLA BATTUTA
di Gian Antonio Stella (Corriere.it, 24 giugno 2009)

Si sarà mangiato la lingua in questi giorni, Silvio Berlusconi, ripensando alla battuta fatta sulla Freccia Rossa nel viaggio inaugurale da Milano a Roma. A un certo punto, come scrisse Tommaso Abate sul Riformista poi ripreso senza smentite da "Dagospia", si avvicinò con una piccola corte al seguito all'allora primo cittadino di Firenze Leonardo Domenici che era accanto a Vasco Errani: «Adesso facciamo divertire il sindaco». Si toccò il berrettino con la visiera col quale sarebbe apparso il giorno dopo su tutti i giornali e ammiccò: «Allora, vi piace il presidente ferroviere?». E, mentre quelli abbozzavano una risposta, li fulminò con una risata: «Io invece preferisco il presidente puttaniere». Parole che, a rileggerle adesso...

Per carità, era solo una battuta. Forse un po' greve e scalognata, visto il seguito, ma una battuta. E può darsi che, a dispetto di Domenici che sorridendo conferma tutto, il Cavaliere si possa affrettare ora a smentire. Sono passati tre mesi? Niente paura. «Le smentite non hanno scadenza» disse qualche anno fa Gianfranco Fini negando a distanza quasi di un decennio di aver mai detto alle Iene non solo che «Mussolini è stato il più grande statista del secolo» ma anche che Berlusconi «per eguagliare il Duce dovrà pedalare parecchio...». «Una smentita è una notizia data due volte» spiegava Giulio Andreotti: in genere lui preferiva lasciar perdere.

Il fatto è che il premier, questo suo amore per le battute dovuto a un carattere che Gianni Baget Bozzo definiva "giocoso", l'ha già pagato caro più volte. Basti ricordare le polemiche seguite alle sue parole a Martin Schulz: «Signor Schulz, so che in Italia c'è un produttore che sta montando un film sui campi di concentramento nazisti. La suggerirò per il ruolo di kapo». Polemiche che liquidò, infischiandosene delle riprese televisive che mostravano lo sconcerto degli europarlamentari, dicendo: «Era solo una battuta per cui è scoppiato a ridere l'intero Parlamento».
Per non dire di altre sortite quali quella sui suoi sforzi per portare a Parma l'authority alimentare: «Ho rispolverato le mie doti di playboy con il presidente finlandese Tarja Halonen». Spiritosaggine seguita ancora da polemiche roventi: «Purtroppo c'è in giro una generale mancanza di umorismo». È possibile che lo dica di nuovo. È difficile però dissentire da quanto scrisse Giuliano Ferrara, che lo stima e gli vuole bene, dopo la battuta su Obama abbronzato: «Dovrebbe più spesso subordinare l'istinto guascone al proprio ruolo istituzionale, sedimentato sull'esperienza personale e sul consenso di chi lo ha votato perché faccia il premier e non il battutista. Quando insomma il Cavaliere la smetterà di credersi al di sopra della cretineria, sarà un vantaggio per lui e per tutti».

 

 

 

 

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25 giugno 2009
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