Negli ospedali siciliani arriva il vademecum contro il coronavirus
I medici: "Allo stato nessun rischio, ma se avete sospetti non venite al pronto soccorso e chiamate il 112"
[Articolo di Giusi Spica - Repubblica/Palermo.it] - Negli ospedali siciliani arriva il vademecum contro l'influenza-killer che ha fatto decine di vittime in Cina e sta seminando il panico anche in Europa.
Mentre i Pronto soccorso scoppiano di pazienti che denunciano i sintomi delle malattie stagionali, la Regione si prepara ad affrontare la psicosi del coronavirus e a gestire eventuali casi che - assicurano gli esperti - sono molto improbabili nell'Isola.
L'assessorato alla Salute ha convocato un vertice con tutti i primari di Malattie infettive ed Epidemiologia della Sicilia e la direzione sanitaria del 118 per dare indicazioni su come applicare il protocollo del ministero alla Salute. La raccomandazione è una: "Se avete sospetti, non venite per nessun motivo in Pronto soccorso".
La direttiva ministeriale è chiara. Le centrali del 118 dovranno attrezzarsi per il trasporto di eventuali casi sospetti, attraverso ambulanze di biocontenimento. Una procedura che si attiva solo per i pazienti che abbiano viaggiato negli ultimi 15 giorni nelle zone a rischio o siano stati a contatto con persone di rientro e che abbiano i sintomi della polmonite.
"Il coronavirus cinese - spiega Massimo Farinella, direttore dell'unità operativa Malattie infettive del "Cervello" - della stessa famiglia della Sars e della Mers. In Italia non ci sono casi. Allo stato non si corre alcun rischio".
Anche per le precedenti epidemie la Regione ha messo a punto protocolli: "Ma a Palermo - continua l'infettivologo - c'è stato solo un falso allarme di ebola". Il rischio maggiore è legato proprio alla psicosi: "Siamo in piena epidemia influenzale - dice Farinella - e ciò complica le cose perché la sintomatologia è indistinguibile rispetto a quella di una influenza complicata. È verosimile che ci possa essere una tendenza a recarsi in ospedale per paura".
Ecco perché il responsabile dei Pronto soccorso di Villa Sofia e Cervello, Aurelio Puleo, che nelle ultime settimane hanno registrato il tutto esaurito, lancia un appello: "Se avete sospetti, non venite in Pronto soccorso, ma chiamate il numero unico di emergenza 112 che invierà un ambulanza dedicata". In questo caso l'ambulanza porterà il paziente in reparto, senza passare dal Pronto soccorso.
In Sicilia sono una quindicina le unità di Malattie infettive, ma non tutte hanno posti di isolamento respiratorio. Non ce li ha per esempio l'ospedale Civico di Palermo, che ieri ha registrato il picco di quasi 90 pazienti nell'area di emergenza di cui una trentina in attesa di ricovero.
La direttiva prevede poi in casi sospetti di eseguire tamponi nasali o respiratori per verificare la presenza dell'infezione. Tamponi che saranno inviati agli unici laboratori d'analisi autorizzati dall'istituto superiore di Sanità: quelli dello Spallanzani a Roma e del Sacco a Milano. Ma anche il Policlinico di Palermo si sta attrezzando: "Presto - spiega Francesco Vitale, professore di Igiene e responsabile dell'Epidemiologia - saremo in grado di eseguire i test diagnostici. Nel caso, assai improbabile, che arrivasse una persona con quella patologia, potremmo riconoscerla”.
Per ora l'unico vero rischio è che lo spauracchio cinese mandi in tilt i Pronto soccorso.