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Nei musei siciliani più custodi che visitatori?

L'assessore regionale ai Beni culturali risponde alla critica mossa dalla Corte dei Conti: "Le cifre citate dai giudici sono esagerate"

02 luglio 2011

Nei musei e nei siti archeologici della Sicilia, dove si custodiscono preziose testimonianze d'arte e di cultura, capita che i custodi siano più numerosi dei visitatori. Lo spreco è tanto evidente che ha meritato un curioso richiamo nella relazione del procuratore generale della Corte dei Conti, Giovanni Coppola.
L'infoltimento del personale nei servizi, ben oltre le ordinarie necessità, è un male antico ma una nuova spinta è venuta da una legge regionale che, nel maggio dell'anno scorso, ha dato il via libera alla stabilizzazione di 4.841 precari. Molti sono finiti nei luoghi d'arte con effetti talvolta assurdi. Il caso più straordinario è quello della zona archeologica di Ravanusa (Ag). Coppola lo ha ripreso dalla stampa: 10 custodi, un solo visitatore in un anno che peraltro non ha neppure pagato il biglietto, perchè non è richiesto. Dove il biglietto d'ingresso è previsto i risultati non sono poi rassicuranti. Il museo archeologico di Caltanissetta, per esempio, mantiene in servizio 21 custodi, ma incassa solo 1.437 euro. Non meno emblematico il caso del museo archeologico di Marianopoli, sempre in provincia di Caltanissetta: 201 euro incassati, 14 custodi.
"Sia chiaro - ha avvertito Coppola - che non sono per la chiusura dei luoghi d'arte, espressione del grado di civiltà di un popolo, ma il buon senso vorrebbe che, fermo restando il servizio di guardiania per evitare atti di vandalismo, la maggior parte di quei custodi fosse dirottata altrove per trovare più utile collocazione".

A commentare la notizia del richiamo da parte del procuratore generale della Corte dei Conti è stato l'assessore regionale ai Beni culturali, Sebastiano Missineo. "Ho l'impressione che si sia generata una grande confusione sul numero dei custodi che lavorano nei siti dei Beni culturali siciliani e che, purtroppo, i giudici della Corte dei Conti abbiano mal interpretato la realtà dei fatti". "Nel pieno rispetto delle indicazioni dei giudici contabili - ha detto Missineo - ritengo però che sia necessario fare chiarezza". Il gran numero di custodi in servizio presso i siti archeologici, per la Corte dei Conti, sarebbe anche una conseguenza diretta di un percorso di "stabilizzazione" previsto dalla legge regionale che, nel maggio dell’anno scorso. "La stabilizzazione di 4.841 precari riguarda tutta la Regione - ha spiegato l'assessore - e solo 129 di questi sono utilizzati dal nostro assessorato per la sorveglianza dei siti. I custodi dei beni culturali siciliani sono 1288, tra regionali e dipendenti della Beni culturali spa. Di questi, 220 hanno scelto la forma del part-time mentre altri 713, pur essendo passati a qualifiche superiori, hanno deciso di continuare a svolgere il servizio di controllo. Tutto ciò a fronte di un flusso di quasi tre milioni e mezzo di persone che nel 2010 hanno visitato i beni culturali siciliani. Non mi sembra, dunque, che il numero dei custodi sia poi così elevato considerato il servizio pubblico svolto e che la sicurezza deve essere garantita in tutte le nostre strutture museali e archeologiche".
Secondo l'assessore Missineo "è giusto razionalizzare le risorse ed evitare gli sprechi per rendere più efficiente la gestione ma la missione principale del nostro assessorato è anche quella di offrire a scolaresche, studenti e anziani la possibilità di avvicinarsi gratuitamente ai luoghi della cultura. Ecco perché credo che sia un grave errore mettere in relazione il numero dei custodi con gli incassi e con le presenze nei musei. Come ho già detto, siamo consapevoli che esistono situazioni di esubero che si tramandano dal passato e che bisogna lavorare per eliminarle. Ma, questa volta, le cifre fornite sono esagerate e molti dei lavoratori che sono stati stabilizzati, in realtà sono stati dirottati ad altre amministrazioni, tra cui tribunali e procure".

[Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno]

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02 luglio 2011
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