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Nel 2009 in Italia è cresciuta la disoccupazione

La Sicilia è la regione con il tasso di disoccupazione più alto d'Italia. Palermo e Agrigento le province con la situazione peggiore

28 aprile 2010

Nel 2009 in Italia, nella fascia di età fra 15 e 64 anni, il tasso di occupazione è sceso a livello nazionale al 57,5% (-1,2 punti percentuali su base annua), un valore inferiore di oltre sette punti percentuali rispetto alla media dell'Unione europea (64,6%). È quanto emerge dalla "Rilevazione sulle forze di lavoro nella media del 2009" diffusa oggi dall'Istat, precisando che nel 2009, il tasso di disoccupazione passa in Italia dal 6,7% dell'anno precedente al 7,8%, contro l'8,9% registrato nell'Ue a 27 Paesi.
In confronto alla Ue, il valore più basso del tasso di disoccupazione si associa, nel nostro paese, ad un più elevato indicatore di inattività, il cui tasso si posiziona al 37,6% (28,9% nella media Ue). Nel 2008 il tasso di disoccupazione era cresciuto di sette decimi di punto rispetto al 2007, dopo nove anni di discesa ininterrotta.

A livello regionale la stima più elevata del tasso di occupazione si registra in Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige (68,5% in entrambi i casi) e Valle d'Aosta (67,0%); quella più bassa in Campania (40,8%), Calabria (43,1%) e Sicilia (43,5%). Nel 2009 la stima dei tassi di occupazione femminile più elevati si presenta in Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta; nelle prime due regioni si segnalano i tassi piu' alti anche per gli uomini.
In tutte le regioni meridionali i tassi di occupazione delle donne sono contenuti e, in ogni caso, inferiori al dato medio nazionale. In Campania, Sicilia, Puglia e Calabria si stima che la quota delle donne occupate tra i 15 e i 64 anni sia inferiore alla metà di quella dell'Emilia-Romagna. In Trentino-Alto Adige e Emilia-Romagna sono occupati più di sette uomini ogni dieci tra i 15 e i 64 anni; in Campania e Calabria poco più di cinque.

Quanto ai settori di attività economica, le regioni con la quota maggiore di occupati in agricoltura sono la Calabria (9,5% sul totale), la Puglia (8,7%), la Basilicata (7,6%), la Sicilia (7,2%) e il Molise (6,9%), mentre nel settore industriale la quota di occupati più elevata si registra nelle Marche (40,3%), nel Veneto (38,3%) e in Lombardia (35,6%). L'Abruzzo è l'unica regione del Mezzogiorno a presentare una percentuale di occupati nell'industria (30,3%) vicina a quella della media nazionale. Nei servizi, infine, il Lazio (79,1%), la Liguria (78,1%), la Sicilia (74,7%) e la Sardegna (73,5%) si distinguono per la quota più consistente di occupati in questo settore, a fronte di una media nazionale del 67,0%.

Le regioni con il tasso di disoccupazione più alto sono Sicilia (13,9%), Sardegna (13,3%) e Campania (12,9%); quelle con il più basso Trentino-Alto Adige (3,2%) e Valle D'Aosta (4,4%). In confronto al 2008, la Calabria è l'unica regione del Mezzogiorno in cui non si registra una crescita della disoccupazione. Nella disaggregazione per genere, la Sicilia segnala il tasso di disoccupazione più elevato sia per la componente maschile sia per quella femminile, il Trentino-Alto Adige quello più basso per entrambi i generi.

Ancora in coda... - Sicilia, Sardegna e Campania sono le regioni con il tasso di disoccupazione più alto d'Italia (rispettivamente 13,9%, 13,3% e 12,9%). La Sicilia, in particolare, segnala il tasso di disoccupazione più elevato sia per la componente maschile sia per quella femminile, mentre il Trentino-Alto Adige quello più basso per entrambi i generi. La Calabria, invece, nel confronto col 2008 è l'unica regione del Mezzogiorno in cui non si registra una crescita della disoccupazione.
L'Istat evidenzia inoltre un incremento del tasso di disoccupazione giovanile, passato dal 21,3% del 2008 al 25,4% nel 2009. Anche in questo caso a livello territoriale le regioni meridionali mostrano i livelli più alti, soprattutto Sardegna, Sicilia e Basilicata (con valori pari rispettivamente al 44,7%, 38,5% e 38,3%). Il Lazio è l'unica regione del Centro-nord a presentare un tasso superiore alla media nazionale.
A livello provinciale, i valori più elevati del tasso di disoccupazione totale emergono nel Mezzogiorno: Sassari, Palermo e Agrigento superano il 17%. Le province del Nord segnalano invece tassi di disoccupazione decisamente più bassi. Nel quadro della disoccupazione giovanile, per i maschi il tasso più elevato si registra in Sardegna, con un valore cinque volte superiore a quello del Trentino-Alto Adige. In tre regioni del Mezzogiorno (Basilicata, Sardegna, Sicilia) il tasso di disoccupazione giovanile delle donne è ben oltre il 40% e sfiora il 50% in Basilicata.
In tutte le regioni meridionali i tassi di occupazione delle donne sono contenuti e, in ogni caso, inferiori al dato medio nazionale. In Campania, Sicilia, Puglia e Calabria si stima che la quota delle donne occupate tra i 15 e i 64 anni sia inferiore alla metà di quella dell'Emilia-Romagna. In Trentino-Alto Adige e Emilia-Romagna sono occupati più di sette uomini ogni dieci tra i 15 e i 64 anni; in Campania e Calabria poco più di cinque.
Anche a livello provinciale i tassi di occupazione più elevati si registrano nel settentrione: al top Bolzano, Bologna e Reggio Emilia, con circa sette occupati ogni dieci tra i 15 e i 64 anni. Viceversa, i tassi di occupazione più bassi emergono esclusivamente nelle province del Mezzogiorno, in particolare a Crotone, Caserta e Napoli, dove sono occupate meno di quattro persone ogni dieci tra i 15 e i 64 anni. Nella maggioranza delle province meridionali, inoltre, il tasso di occupazione femminile è molto al di sotto del corrispettivo dato medio nazionale: a Crotone sono occupate circa due donne ogni dieci.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, La Siciliaweb.it]

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28 aprile 2010
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