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Nel carcere di San Quintino, in California, Stanley "Tookie" Williams è diventato il giustiziato n° 1001

13 dicembre 2005

Il governatore della California, Arnold Schwarzenegger, ha negato la grazia a Stanley "Tookie" Williams. Neanche la Corte Suprema degli Stati Uniti lo ha perdonato.
Williams, ex leader della gang dei Crips, gang di Los Angeles tra le più feroci, è stato condannato a morte nel 1981 per l'uccisione di quattro persone due anni prima a Los Angeles.
L'esecuzione è avvenuta poco dopo mezzanotte (le 9 in Italia) con un'iniezione letale nel carcere californiano di San Quintino.
L'avvenuta esecuzione di Williams è stata annunciata ufficialmente alle 9.37 (mezzanotte e 37 ora locale), ma il lamento funebre dalla folla di manifestanti contro la pena di morte fuori dal carcere si era levato in anticipo. Duemila persone fuori dal carcere hanno gridato "Salvate Tookie", "L'amore è la risposta", ma le loro voci non hanno fermato la mano del boia, che ha trasformato 'Tookie' Williams nella dodicesima vittima della pena di morte da quando questa è stata ripristinata nella California, e cioè nel 1992.

Nella sua ultima giornata, Williams ha incontrato diverse persone, prima di essere trasferito in una cella vicina alla vecchia camera a gas, dove gli è stato somministrato il letale cocktail di veleni. Ha letto inoltre lettere che gli sono giunte da tutti gli Stati Uniti, e da tutto il mondo. Williams ha rifiutato di consumare il suo ultimo pasto. Ha bevuto solo del latte e guardato la televisione.
Sono state trentanove le persone che hanno assistito all'esecuzione.

Non ha detto alcuna frase, non ci sono state ''ultime parole''
. Dopo essergli stata praticata in vena l'iniezione letale, ci sono voluti ventidue minuti prima che la fine per Williams arrivasse.

Eppure nei 24 anni di prigione, Williams era cambiato. Aveva rinnegato il suo passato violento, e nella sua cella ha scritto libri per bambini, è diventato un simbolo della battaglia contro le violenze giovanili, ed è anche stato proposto per il Nobel per la pace.
Tantissime le domande di clemenza, grande la mobilitazione degli attivisti per i diritti umani in patria e all'estero.
Si era sempre proclamato innocente per i delitti che gli erano stati addebitati, ed anche per questo non aveva mai chiesto scusa ai parenti delle vittime. Una posizione che non glie è stata mai perdonata. ''Stanley Williams insiste nel dichiararsi innocente e nel dire di non dovere scuse o provare rimorso per l'uccisione delle quattro vittime del caso'', ha scritto il governatore Schwarzenegger nelle motivazioni alla base della sua decisione (clicca qui per leggere il testo integrale del documento - in inglese). ''Senza delle scuse o un pentimento per queste uccisioni senza senso e brutali non ci può essere redenzione. Sulla base di prove sempre più consistenti, non c'è ragione di mettere in discussione la decisione della giuria o del sorgere di dubbi o serie riserve sul verdetto e sulla pena di morte inflitta a Williams''.

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13 dicembre 2005
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