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Nel giorno dedicato alla memoria di Rocco Chinnci...

Il Guardasigilli Algelino Alfano annuncia: ''ripristinerò il 41-bis per Nino Madonia''

29 luglio 2008

"Tornando a Roma, oggi, firmerò il provvedimento che applica il 41 bis al boss Nino Madonia, il quale fece esplodere l'autobomba che il 29 luglio del 1983 uccise in via Pipitone Federico il giudice Rocco Chinnici, gli agenti della scorta e il portiere dello stabile dove abitava il magistrato".
Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha atteso l'ennesima commemorazione per annunciare questo suo intento, una commemorazione importante: quella in memoria del giudice Rocco Chinnici, trucidato dalla mafia il 29 luglio del 1983.
"Questo provvedimento è stato reso possibile anche dall'impegno dei magistrati della Dda di Palermo e di quelli del Dap", ha aggiunto Alfano che ha ricordato i due annullamenti, da parte della Cassazione, dell'applicazione del carcere duro a Madonia, condannato per l'omicidio del generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa e per diversi altri delitti di mafia (LEGGI). Il boss è esponente della "famiglia" del quartiere palermitano di San Lorenzo.
"Abbiamo avuto nuovi elementi di prova dalle autorità inquirenti - ha detto ancora il ministro Alfano a margine della cerimonia in onore del giudice Chinnici - e con questo ci sentiamo di potere applicare nuovamente la misura del carcere duro al boss Madonia che era stata revocata per due volte dalla Cassazione. Ma riteniamo che i nuovi elementi di indagine possano consentire il mantenimento del regime del 41 bis".

Oggi a Palermo per onorare il ricordo di Rocco Chinnici e degli agenti della sua scorta, a deposto una corona di fiori in via Pipitone Federico il presidente del Senato Renato Schifani, insieme a lui  hanno preso parte alla cerimonia i vertici di Enti locali, Regione, magistratura, forze dell'ordine e associazioni economiche e sociali.
L'attentato a Rocco Chinnici, che nei primi anni '80 diede vita al primo nucleo di quello che sarebbe diventato il "pool antimafia", inaugurò l'infame stagione delle autobomba e del periodo stragista di Cosa nostra.
Magistrato tenacemente impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata, Chinnici dedicò ogni sua energia per costruire il "pool antimafia", quel terribile nemico della mafia che in Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta avrebbe ben presto trovato il suo massimo sviluppo. Il primo grande processo alla mafia, il cosiddetto maxi processo di Palermo, fù infatti il risultato del lavoro istruttorio svolto da Chinnici.

Diceva Chinnici: "Un mio orgoglio particolare è una dichiarazione degli americani secondo cui l'Ufficio Istruzione di Palermo è un centro pilota della lotta antimafia, un esempio per le altre Magistrature d'Italia. I Magistrati dell'Ufficio Istruzione sono un gruppo compatto, attivo e battagliero".

Quel 29 luglio di 25 anni insieme al giudice Rocco Chinnici persero la vita  il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l'appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico Stefano Li Sacchi.

- Fondazione Rocco Chinnici

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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29 luglio 2008
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