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Nel Messinese solo cinque edifici abusivi?

L'assessore regionale all'Ambiente, Milone: ''Pochissimi i palazzi fuorilegge a Giampilieri e Scaletta Zanclea...''

08 ottobre 2009

Sono stati recuperati la notte scorsa dai vigili del fuoco a Giampilieri superiore i corpi di due anziane donne morte nell'alluvione di una settimana fa. Sono Giuseppa Calogero, di 82 anni, e Maria Li Causi, di 84, travolte dal crollo delle loro abitazioni. Sale così a 28 il numero delle vittime della tragedia accertate fino ad ora. Nella tarda serata di ieri era stato recuperato anche il corpo di Ilaria De Luca, quattro anni, nipotina di Giuseppe Calogero morta con la madre, Teresa Macina.

E sabato prossimo, giorno dei funerali delle vittime dell'alluvione, sarà indetta una giornata di lutto nazionale, con esposizione a mezz'asta delle bandiere nazionale ed europea sugli edifici pubblici di tutta Italia. Il lutto sarà proclamato nella riunione del Consiglio dei ministri, in programma domani. Palazzo Chigi ha spiegato che si tratta di un "doveroso omaggio alle vittime".
Il premier Silvio Berlusconi ha anche confermato al sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, la sua presenza a Messina nel pomeriggio di venerdì. Il presidente del Consiglio terrà un vertice sulla situazione del futuro degli sfollati e la loro sistemazione abitativa. Berlusconi sarà a Messina anche sabato 10, giornata nella quale parteciperà, insieme al presidente del Senato, Renato Schifani, ai funerali solenni delle vittime della catastrofe.
Un lutto nazionale che comunque scatena ancora polemiche. Per Sonia Alfano, parlamentare europea dell'Idv, c'è un "colpevole ritardo in questa proclamazione. Messina e l'Abruzzo sono tragedie che non possono essere contrapposte perché in quanto tragedie meritano lo stesso rispetto umano e politico. Il lutto nazionale indetto per sabato arriva in un ritardo che fa male, lo dico da messinese e da persona che è stata impegnata a lavorare, come funzionario della protezione civile, all'Aquila".
Il sindaco di Messina, che aveva lamentato una sorta di discriminazione nei confronti delle vittime dell'alluvione di Messina, definite "cittadini di serie B", ha invece espresso "il massimo apprezzamento" per la decisione.

Ieri, durante il dibattito sulla vicenda messinese in aula all'Assemblea siciliana, l'assessore regionale all'Ambiente, Mario Milone, ha riferito che "dai rilievi cartografici risultano solo due edifici abusivi a Giampilieri e altri due o tre a Scaletta Zanclea colpite nei giorni scorsi dall'alluvione". "In questo caso dunque - ha aggiunto Milone - è difficile dare la colpa di quello che è successo all'abusivismo. Ho confrontato i dati del volo aerofotogrammetico del 1998 con quelli del 2008. E nei due comuni in questione risultano solo quattro o cinque strutture abusive. Il problema semmai è che gli edifici di quei centri abitati risalgono anche a cento anni fa e tutto lascia pensare che siano stati realizzati con tecniche e materiali del tutto inadeguati a supportare eventi di questo tipo". Per Milone "la ricostruzione a Messina potrà essere ben più complicata che in Abruzzo: lì vi sono grandi spazi da sfruttare per costruire vicino ai centri abitati mentre a Scaletta e Giampilieri da un lato c'è la montagna e dall'altra c'è il mare. Per questo non escludo che la ricostruzione possa avvenire altrove. Non è facile dire quanto ci vorrà per verificare l'abitabilità degli edifici colpiti, ma è già al lavoro un gruppo di un centinaio di tecnici coordinati dalla provincia di Messina".
L'assessore Milone, infine, rispondendo alle richieste di alcuni parlamentari ha rivelato: "Nel novembre 2008 l'assessorato al Territorio e Ambiente della Regione siciliana aveva chiesto al Ministero di destinare un milione di euro per la messa in sicurezza del territorio e delle abitazioni di Giampilieri. Ma dall’elenco definitivo degli interventi approvati dai dicasteri dell’Ambiente e delle Finanze, quello sulla frazione di Messina fu tagliato".

Intanto il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, in un'informativa alla Camera sul disastro di Messina è tornato sulla polemica dell'altro ieri innescata dalle dichiarazioni del sindaco Buzzanca, che aveva definito "inattendibili" i bollettini meteo della Protezione civile. "Il sindaco è il capo della protezione civile nel suo territorio e condivide in pieno e fino in fondo le responsabilità che vengono ripartite dal centro e arrivano fino al livello più basso della catena di comando e controllo". Bertolaso ha riferito che prima del disastro avvenuto nella notte tra l'1 e il 2 ottobre, da parte del Dipartimento della Protezione civile erano stati emessi alcuni bollettini di avviso di avverse condizioni meteo che riguardavano la Sicilia. Un bollettino emanato nel pomeriggio dl 30, ha spiegato, "prevedeva all'inizio una situazione di criticità ordinaria per rischio localizzato per il giorno successivo richiamando l'esigenza da parte di tutte le autorità locali ad uno stato di attenzione e vigilanza. Cosa recepita dalla Regione Sicilia con una sua direttiva indirizzata ai sindaci che invitava ad uno stato di preallerta". In quel momento, ha osservato il capo della Protezione civile, "nessun modello di previsioni mostrava segnali di precipitazioni significative nell'area del Messinese. Infatti, la quantità di pioggia prevista risultava minore di 50 mm in 12 ore. Solo l'esperienza dei nostri previsori ha suggerito l'emanazione di un avviso meteo sull'area in questione". All'inizio, ha proseguito Bertolaso, "l'avviso era associato ad un bollettino di criticità ordinaria, ma questa criticità non deve essere interpretata nel significato comune di ordinarietà della situazione, ma nel senso che può essere gestita dalle strutture di protezione civile in modo ordinario. Non è possibile valutare con certezza la dinamica temporalesca, quindi si raccomanda vigilanza e presidio territoriale. È una terminologia tecnica sancita da procedure statali e regionali che deve essere conosciuta da chi ha responsabilità di protezione civile, dal capo del Dipartimento fino al sindaco del più piccolo paese". "Non tutto - ha detto ancora - si può prevedere da Roma, non si può prevedere se i temporali saranno più intensi 10 km più a nord o a sud di una certa località, per questo la procedura contempla la trasmissione delle informazioni alle Regioni e da queste ai sindaci interessati, nel presupposto che le autorità locali sono le uniche a conoscere gli effetti che un temporale può avere nel suo territorio".

[Informazioni tratte da Ansa.it, Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it]

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08 ottobre 2009
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