Nel Nordafrica e in parte del Medio Oriente è ancora rivolta
In Libia ancora scontri e almeno 84 morti. Proteste e manifestazioni si susseguono in Bahrein, Yemen e ora anche in Kuwait.
Le forze di sicurezza libiche avrebbero ucciso almeno 84 manifestanti in tre giorni di proteste contro il regime di Muammar Gheddafi. A sostenerlo dal Cairo è l'organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch, che cita interviste telefoniche con fonti mediche e testimoni. In particolare il regime avrebbe ucciso almeno 70 manifestanti a Bengasi, seconda città della Libia, mentre sono in aumento in tutto il Paese le proteste contro il colonnello Muammar Gheddafi. Lo riferisce l'emittente Al Jazeera, citando un medico locale che ha visto i corpi nel principale ospedale cittadino. "L'ho visto con i miei occhi: almeno 70 cadaveri in ospedale", ha detto Wuwufaq al-Zuwail, aggiungendo che le forze della sicurezza hanno impedito alle ambulanze di recarsi nei luoghi delle proteste. Spiegando che il governo di Tripoli ha bloccato il segnale di Al Jazeera nel paese, l'emittente riferisce inoltre che, secondo testimonianze, è stato oscurato anche il sito web. Secondo una società specializzata americana in particolare la rete internet sarebbe stata disattivata in tutto il Paese.
KUWAIT - Proteste sono segnalate anche in Kuwait dove in una manifestazione tenutasi a Jahra a nord ovest di Kuwait city ci sarebbero stati almeno 30 feriti oltre a 50 arresti. In particolare la protesta è stata alimentata dai beduini che non hanno la nazionalità kuwaitiana.
BAHREIN - In Bahrein la coalizione Wefaq, principale gruppo di opposizione sciita, ha respinto l'offerta di dialogo avanzata da re Hamad, ribadendo che prima il governo dovrá rassegnare le dimissioni e ritirare i soldati dalle strade di Manama. Lo riferisce la Bbc, ricordando che ieri sono stati almeno 50 i feriti durante i funerali dei 4 manifestanti uccisi nei giorni scorsi. Re Hamad Isa al-Khalifa aveva chiesto al figlio maggiore Salman di avviare colloqui a livello nazionale per risolvere la crisi.
Dagli Stati Uniti intanto è arrivata la condanna del presidente Barack Obama, che si è detto "molto preoccupato" dalle violenze contro i manifestanti in Libia e anche in Yemen e Bahrein. "Gli Stati Uniti condannano l'uso della violenza da parte dei governi contro i manifestanti pacifici", ha dichiarato il presidente in un comunicato.
[Informazioni tratte da Repubblica.it, Corriere.it]