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Nel Paese degli ayatollah, l'Iran, andare contro la morale dettata dal governo islamico può costare la vita

25 agosto 2007

L'assurda campagna di moralizzazione fortemente voluta dal presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad continua con rappresentazioni raccapriccianti e assolutamente inconcepibili non soltanto per una ''mentalità occidentale''.  Nei giorni scorsi un 25enne è stato frustato a sangue dalla polizia per le strade di Qazvin, 144 chilometri a ovest di Teheran. La drammatica sequenza fotografica della fustigazione, che riporta al medioevo più oscuro, è finita sulle pagine del ''Daily Mail''. Il ragazzo accusato di abuso di alcool e di aver fatto sesso fuori dal matrimonio, contravvenendo così alle severe leggi morali iraniane, è stato condannato a 80 pubbliche frustate da una tribunale religioso e la sentenza è stata eseguita da due ufficiali che, coperti da un passamontagna, hanno colpito il giovane 40 volte per ciascuno, sferrando le micidiali scudisciate con una canna rigida, che ha trasformato la schiena e le spalle del prigioniero in una sanguinolenta mappa di sofferenza.

Per impedire che il condannato fuggisse o si muovesse è stato fatto adagiare a pancia in giù su una panchina di metallo, mentre un dei due ''ufficiali aguzzini'' gli teneva bloccate le gambe e un altro le braccia. Lo spettacolo granguignolesco è andato in scena davanti a oltre mille persone, che si sono assiepate sulla piazza per assistere alla pubblica umiliazione del giovane.
Una situazione resa ancora più assurda ed inquietante dal fatto che molti spettatori hanno scattato fotografie con i telefoni cellulari, e c'è persino chi è salito sui lampioni e sui semafori per non perdere neanche uno dei colpi sferrati dal boia in passamontagna, mentre altri agenti armati controllavano la regolare esecuzione della sentenza.
Un mix di brutalità antica e contemporaneità da lasciare assolutamente straniati.

Se è vero che il ricorso alle frustate nelle carceri iraniane è una routine, soprattutto nei casi di comportamenti giudicati moralmente riprovevoli, è pur vero che la fustigazione sulla pubblica via è invece un fatto abbastanza raro, anche se le associazioni per i diritti umani hanno denunciato come negli ultimi mesi in Iran si sia assistito ad un incremento vertiginoso di tali condanne. Stando a un rapporto di Amnesty International, dall'inizio dell'anno sarebbero state ben 120 le persone vittime della fustigazione. Fra queste, anche una donna accusata di aver indotto alla prostituzione una bimba di 8 anni e condannata a 99 frustate, e un uomo colpito a sangue perché gli era stata trovata una copia della Bibbia in macchina. Inoltre è un fatto tristemente risaputo che nel paese ayatollah, l'omosessualità è punita con la lapidazione, una delle condanne più crudeli e inumane che l'uomo abbia mai utilizzare per ''lavare'' una colpa.

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25 agosto 2007
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