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Nel Paese delle emergenze...

Più di trecento sono sbarcati stamane a Lampedusa, complice il tempo buono e il mare calmo

16 aprile 2009


"Lampedusa, 30 luglio 2008". Foto di Mashid Mohadjerin vincitrice del World Press Photo 2009

AGGIORNAMENTO
Terzo sbarco in poche ore a Lampedusa  -
Terzo sbarco consecutivo in poche ore a Lampedusa: altri 46 migranti su un gommone sono stati soccorsi da una motovedetta dei carabinieri. Gli extracomunitari stanno per approdare in porto dove, sulla banchina, si trovano gli oltre 300 immigrati giunti questa mattina su altri due barconi. Tutti stanno per essere imbarcati sulla nave di linea per Porto Empedocle.
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Nel Paese delle emergenze, l'Italia, sembra che al peggio non ci sia mai fine...
Nell'isola di Lampedusa in mattinata si sono contati due sbarchi, per un totale di circa 300 persone.
La prima imbarcazione arrivata a bordo aveva 239 migranti, tra cui 45 donne e due bambini. Il barcone è giunto in porto dopo essere stato intercettato a 13 miglia a sud dell'isola da una motovedetta della Guardia costiera e da un pattugliatore della Guardia di finanza. La richiesta di soccorso era giunta dallo stesso barcone, da dove uno dei passeggeri aveva chianmato con un telefono satellitare la centrale operativa della Capitaneria di porto di Palermo.
Mentre erano ancora in corso le operazioni di identificazione dei migranti, è giunto un secondo barcone con 62 persone a bordo, tra cui 15 donne. Delle persone di questo secondo gruppo, costituito prevalentemente da somali, non è stato ancora deciso se saranno accompagnate nel centro dell'isola o se imbarcate sul traghetto per Porto Empedocle.
Intanto, la capitaneria di porto, intorno alle 6.30 di stamattina, ha ricevuto la segnalazione di un terzo barcone in acque maltesi, a circa 50 miglia da Lampedusa. Nel Canale di Sicilia le condizioni del mare sono molto buone.

Come dicevamo nell'apertura dell'articolo "nel Paese dell'emergenza al peggio non c'è mai fine". L'Italia è piena di persone che hanno bisogno di un aiuto immediato e in questi momenti diventa umanamente impossibile avere la giusta soluzione in tempi brevi. Risulta altrettanto importante, comunque, riuscire ad impegnarsi, in tempi più dilatati (certo non eccessivamente), e trovare le soluzione buone correggendo magari quelle che si erano credute tali. Ad esempio, parlando proprio di immigrazione, l'attuale legge in vigore, la legge "Bossi-Fini", non si può certo reputare tra le migliori. Lo hanno detto in tanti e in diversi momenti e i numeri, oggettivamente, non hanno mai dato modo di pensare il contrario.
L'uomo politico serio è però pronto ad ammettere i propri errori e a trovare valide alternative, cosciente del fatto d'avere avuto mandato dalla popolazione proprio per mettere a posto le situazioni che non vanno. Ecco, Gianfranco Fini, presidente della Camera e firmatario insieme ad Umberto Bossi della legge di cui stiamo discutendo, tenendo fortemente alla propria reputazione politica, ieri da Mazara del Vallo (TP), dove si trovava per la presentazione di un libro del parlamentare del Pdl Nicola Cristaldi, ha voluto esprimere il suo parere prorpio sulla sua legge per l'immigrazione. Una legge che, ha detto Fini, "continua a essere valida nell'impianto generale, ma alla luce delle esperienze relative e di alcune questioni applicative della legge, alcuni correttivi credo si rendano necessari".

Il presidente della Camera ha sottolineato, ad esempio, come siano necessarie delle correzioni in merito al rilascio del permesso di soggiorno per poter rinnovare il contratto di lavoro: "E' assurdo chiedere a un immigrato di tornare nel Paese di origine e poi tornare in Italia".
L'analisi di Fini sulla legge che firmò insieme al leader del Carroccio nel 2002, ha incontrato l'approvazione di molti esponeti dell'opposizione. Antonio Di Pietro ha detto che la legge faceva acqua da tutte le parti sin dall'inizio anche perchè "è sempre stata un incentivo alla clandestinità", ma comunque "meglio tardi che mai...". Anche la capogruppo del Pd in commissione Affari Sociali della Camera, Livia Turco, ha espresso soddisfazione per le parole del presidente della Camera, ma ha voluto comunque puntare il dito contro "la destra che ha perso tanto tempo nel fare demagogia su un tema così delicato come l'immigrazione invece di governarlo con serietà".
E mentre, secondo il segretario del Prc Paolo Ferrero, la legge sull'immigrazione andrebbe cambiata in toto sin dalle fondamenta, Livia Turco ha ricordato che è ancora in vigore il decreto legislativo 286 del 1998 attuativo di un'altra legge analoga, la Turco-Napolitano, poi cambiata dalla Bossi-Fini su due punti: le espulsioni e gli ingressi per motivi di lavoro. Ed è proprio quest'ultimo punto che Fini vorrebbe cambiare di nuovo.
Quanto detto ieri da Fini a Mazara del Vallo, ha lasciato decisamente perplessa, invece, la Lega che, attraverso il responsabile Giustizia Matteo Brigandì, si chiede come mai Fini, nel suo ruolo di presidente della Camera, abbia deciso di pronunciarsi così nel merito di una legge. Con il rischio di condizionare chi poi verrà chiamato a cambiare il provvedimento. E, comunque, sottolinea Brigandì, se la Bossi-Fini dovrà proprio subire dei mutamenti, questi dovranno essere "senz'altro in tono più restrittivo".

Parecchia perplessità, ma diciamo pure "profonda preoccupazione" nei confronti delle politiche sull'immigrazione messe in atto dall'attuale governo italiano, è sempre stata palesata dall'Unione europea. Ed è proprio la formula "profonda preoccupazione", per indicare quelle situazioni di particolare gravità, che ricorre con più frequenza nelle 25 pagine del rapporto sull'Italia scritto da Thomas Hammarberg, Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa. Il rapporto, che esce oggi, fa seguito alla visita di Hammarberg a metà gennaio, quando ha incontrato esponenti del governo e delle amministrazioni locali, rappresentanti di organizzazioni governative e non, per verificare il rispetto dei diritti umani dei migranti e delle minoranze.
Dai campi Rom della periferia romana al sovraffollato centro di espulsione di Lampedusa, il Commissario ha voluto vedere con i propri occhi le condizioni in cui sono tenute queste persone e le conclusioni che ne ha tratto non sono affatto confortanti per il governo, tanto più alla vigilia delle elezioni europee.

Le preoccupazioni riguardano innanzitutto i nuovi provvedimenti in materia di immigrazione e asilo, già adottati o in discussione, che nel rapporto sono definiti "draconiani", come l'aumento della pena per i migranti irregolari, il cosiddetto aggravante di clandestinità, oppure l'obbligo per i medici di denunciare chi ha bisogno di cure ma non ha i documenti.
"La criminalizzazione dell'immigrazione irregolare è una misura sproporzionata che va oltre gli interessi legittimi di uno stato a tenere sotto controllo i propri confini, una misura che erode gli standard legali internazionali", spiega Hammarberg, avvertendo che una simile politica finisce per provocare "ulteriore stigmatizzazione ed emarginazione dei migranti, nonostante la maggioranza di questi contribuisca allo sviluppo degli stati e delle società europee". Pertanto rivolge la richiesta al governo di "rivedere le parti della nuova normativa che sollevano serie questioni di compatibilità con gli standard dei diritti umani".
Tra i casi più clamorosi presi in esame, quello di alcuni immigrati tunisini che, tenuti nel Cie di Lampedusa, avevano tentato di opporsi ai rimpatri, per il rischio di tortura, appellandosi alla Corte europea dei diritti dell'uomo. Il governo italiano ha proceduto lo stesso con l'espulsione, ignorando la richiesta formale della Corte di sospendere il provvedimento in attesa di una valutazione del caso.

Oltre ai casi specifici, nel rapporto è stato messo in evidenza una crescente tendenza al razzismo e alla xenofobia, a volte alimentata dalle stesse autorità locali, che ha provocato atti di violenza verso migranti, Rom e Sinti oppure verso cittadini italiani di origine straniera. Gli esempi citati vanno dalle esternazioni del sindaco di Treviso Gianfranco Gentilini, definite "discorsi di incitamento all'odio", alla storia dello studente ghanese percosso e insultato dai vigili di Parma. Riguardo alle comunità Rom e Sinti, in particolare, vengono ribadite le perplessità già espresse a luglio dal Parlamento europeo dopo l'annuncio del censimento dei Rom su base etnica e il presunto "stato di emergenza" invocato da Berlusconi per la situazione dei campi di Napoli, Roma e Milano.
Il governo italiano ha già risposto, a marzo, alla prima bozza del rapporto del Commissario Hammarberg, con rassicurazioni varie sulle misure di contrasto al razzismo e alla xenofobia, tra cui spiccano corsi di formazione, pubblicazioni e siti web. Invece, di fronte alle accuse di violazione dei diritti umani e di non conformità agli standard europei, l'esecutivo ha giustificato le proprie leggi usando l'argomento della sicurezza, secondo la prevedibile equazione tra immigrazione irregolare e criminalità.

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Corriere.it, Adnkronos/Ing, Repubblica.it (articolo di Vittorio Longhi)]

 

 

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16 aprile 2009
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