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Nel Trattato di amicizia e cooperazione italo-libico...

... c'è scritto: ''L'Italia non darà basi Nato contro la Libia''

03 settembre 2008

"Nessuna base Nato agli americani in caso di attacco contro la Libia". E' l'impegno assunto dall'Italia secondo quanto rivelato dal leader libico Muhammar Gheddafi in un discorso fatto domenica scorsa a Bengasi, ma il cui testo è stato diffuso solo ieri dall'agenzia ufficiale di stampa libica Jana.
L'impegno sarebbe contenuto nell'articolo 4 del Trattato di amicizia e cooperazione italo-libico sottoscritto sabato a Bengasi dal colonnello e dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Gheddafi nel suo intervento ha anche svelato un retroscena sulle trattative che avrebbero precedeuto la firma dell'intesa. I libici hanno insistito per includere tale salvaguardia militare.

Il rais ha riferito di "lunghe discussioni" perché Roma voleva limitarsi a "non compiere aggressioni contro la Libia" mentre Tripoli voleva la garanzia che "l'America e la Nato non avrebbero usato basi in Italia".
L'articolo 4, secondo quanto riferito dal leader Gheddafi, sarebbe quindi stato concordato sotto questa formula: "Nel rispetto dei principi della legalità internazionale, l'Italia non usa e non permette di usare i suoi territori contro la Libia per ogni aggressione contro la Libia, e la Libia non userà o permetterà di usare il suo territorio per ogni atto ostile contro l'Italia".
L'attacco Usa alla Libia risale alla notte tra il 14 e il 15 aprile 1986. Ronald Reagan, allora presidente degli Stati Uniti, all'insaputa della Nato, diede il via libera all'attacco per rappresaglia contro l'attentato del 5 aprile (attribuito ad agenti libici) alla discoteca 'La Belle' di Berlino, piena di militari americani in Germania. I bombardieri Usa colpirono alcune installazioni militari, la caserma Bab el Azizia, la residenza dello stesso Gheddafi, alcuni quartieri civili. Nell'attacco furono uccise una ventina di persone. Lo stesso leader libico scampò per miracolo all'attacco.
Per ritorsione la Libia lanciò due missili Scud (che caddero in acqua) contro la stazione radio Loran della guardia costiera degli Stati Uniti situata sulla costa occidentale dell'isola di Lampedusa.

Le rivelazioni del colonnello hanno provocato immediatamente la replica di Palazzo Chigi. "In relazione a quanto riportato dall'agenzia di stampa libica Jana, circa il trattato firmato sabato scorso tra l'Italia e la Libia - si legge in una nota diffusa ieri sera - si precisa che l'accordo fa, come è ovvio, salvi tutti gli impegni assunti precedentemente dal nostro Paese, secondo i principi della legalita' internazionale".
Precisazioni, però, che non convincono il Partito democratico che chiede al Governo di riferire in aula. "La nota di palazzo Chigi non ci soddisfa - ha attaccato il ministro ombra degli Esteri del Pd, Piero Fassino - è redatta in modo imbarazzato e reticente".

La 'grana' è piombata in piena Festa democratica che, tra gli ospiti della serata, vede proprio il ministro degli Esteri Franco Frattini. Per il titolare della Farnesina il chiarimento "lo ha già dato palazzo Chigi". "Noi abbiamo specificato con grande chiarezza che ci sono - ha detto Frattini - trattati internazionali che sono multilaterali e che restano, ovviamente. Ma c'è l'accordo con la Libia che prevede un reciproco impegno a non esercitare azioni di aggressione, cosa che l'Italia esclude categoricamente di poter fare".
Per Frattini non ci sono dubbi. "Questo è un trattato bilaterale e palazzo Chigi ha spiegato qual è la formula del nostro accordo. Non si possono rimettere in discussione tutti i trattati internazionali degli ultimi 20 anni".

"Non conosco i dettagli, ma credo che si tratti di uno sviluppo positivo", ha detto il sottosegretario agli Esteri americano David Welch. "E' un accordo, quello tra Italia e Libia, che va nella stessa direzione delle nostre nuove relazioni con Tripoli". Gli Stati Uniti hanno annunciato uno storico viaggio questa settimana del sottosegretario agli Esteri Condoleezza Rice in Libia.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it, Corriere.it]

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03 settembre 2008
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