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Nell'ultimo covo del boss dei boss. Continuano le ricerche dentro e fuori il casolare nella campagna Corleonese

22 aprile 2006

Si cerca ancora e attentamente dentro e fuori il casolare  di contrada Montagna dei cavalli, a Corleone, l'ultimo covo di Bernardo Provenzano.
I sostituti procuratori Marzia Sabella e Michele Prestipino ieri hanno fatto un nuovo sopralluogo, dove sono al lavoro i poliziotti scientifici dell'Ert.
Lo scopo di questo ultimo sopralluogo fatto personalmente dai magistrati palermitani è stato soprattutto quello di verificare se nella zona vi fosse nascosto dell'esplosivo.
Attraverso l'uso di un metal detector ad alta sensibilità, gli investigatori della polizia scientifica hanno cercato di scoprire, nella masseria e nel terreno circostante, l'eventuale presenza di materiale esplosivo. Ricerche che hanno trovato nuovo impulso dal ritrovamento due pistole, nascoste tra le pietre. I poliziotti hanno utilizzato anche una termocamera e un endoscopio per la ricerca di cunicoli e nascondigli.

Oltre ad aver lavorato nel pozzo, profondo 60 metri, dove gli investigatori non sono scesi ma dove caleranno una telecamera, i poliziotti hanno cominciato a svuotare il magazzino-fienile e hanno cominciato a ispezionare il tetto del bagno del covo di Provenzano da dove sarebbero state mosse alcune tegole.
Gli investigatori vogliono essere sicuri di non lasciare nulla nel covo anche perché sono convinti che il boss portasse con sé le cose più importanti come documenti o lettere.

E sono moltissimi i reperti catalogati fino ad ora dalla polizia scientifica, fra questi ci sono anche due dentiere, che apparterrebbero al boss, e numerosi indumenti alcuni dei quali erano sistemati in sacchetti pronti per un eventuale trasferimento del capo di Cosa nostra in un altro covo.
Tra i numerosi reperti molti sono quelli considerati dagli investigatori di interesse per provare se qualcuno si è recato a trovare il mafioso, indizi che saranno vagliati nei laboratori di biologia e di chimica per stabilire se appartengono a Provenzano o ad altre persone.
Nei locali della masseria, inoltre, la scientifica ha rilevato numerose impronte digitali, che saranno analizzate per accertare se siano del boss o di altre persone.
E' stato ritrovato anche anche un disegno di una figura anatomica, con una freccia probabilmente a indicare il punto dove praticare una iniezione: secondo gli investigatori, sarebbe stato fatto da Provenzano, in passato operato alla prostata, che avrebbe indicato nel foglio anche il tipo di farmaco da somministrargli con l'iniezione, oltre al punto.

Nel covo sono stati trovati anche numerosi spazzolini per la pulizia dei denti, alcuni dei quali ancora nel cellophane, un dentifricio a base di sale, utilizzato per chi tiene molto all'igiene della bocca, diversi beauty case, lamette per le unghia, pettini e prodotti per la pulizia del corpo. Dal materiale repertato, secondo gli investigatori emergere il profilo di una persona, Bernardo Provenzano, molto attenta all'igiene e all'aspetto. La polizia non esclude che qualcuno durante la latitanza del boss si recava nella masseria per aiutare Provenzano nella cura del proprio aspetto.
Tra gli oggetti trovati nel covo c'è anche un dizionario della lingua italiana che, secondo gli investigatori, il boss avrebbe utilizzato per cercare il significato di alcuni termini medici ogni volta che veniva messo a conoscenza di esami clinici sul suo stato di salute.

Le ricerche, che si sono fermate momentaneamente oggi, riprenderanno tra lunedì e mercoledì prossimi e saranno concentrate soprattutto nella zona del bagno del covo: sia dentro che fuori l'edificio. La tecnica degli investigatori è minuziosa e le operazioni si svolgono secondo un protocollo ben preciso, per non lasciare nulla di intentato. Nei prossimi giorni non è escluso l'utilizzo di piccoli escavatori nel terreno attorno alla masseria.

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22 aprile 2006
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