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Nell'Università italiana c'è qualcosa che non va... da un bel po' di tempo, solo che adesso è scoppiata la bufera

11 settembre 2007

Continuano ad essere nella bufere gli Atenei di alcune città italiane. Infatti il filone delle inchieste per presunte irregolarità nelle prove di ammissione alle facoltà a numero chiuso si sta allargando. Fino ad ora nel mirino della Legge sono finite quattro università (tutte per l'esame d'accesso alla facoltà di Medicina) ma non è escluso che altre se ne aggiungano nelle prossime ore.
Dopo il caso di Catanzaro, dove la scorsa settimana è stata denunciata un'impropria apertura dei plichi dei test per l'ammissione al corso di Medicina, ieri ha avuto un'accelerazione l'indagine avviata un anno fa nelle Università di Bari, Chieti e Ancona. La Guardia di Finanza ha effettuato in questi atenei perquisizioni e sequestri.

Ma le verifiche nelle università sulla correttezza degli esami di ammissione non finiscono qui. Il ministro dell'Università e della Ricerca, Fabio Mussi, ha infatti annunciato che in un altro ateneo, di cui però non ha fatto il nome, potrebbero essersi verificati illeciti. Mussi ha però citato il caso dell'Università di Messina dove si concentrerebbero i migliori risultati nei test per l'ammissione ai corsi di medicina. Per il ministro, e non soltanto per lui, ''quando ci sono delle anomalie statistiche bisogna capire il perché''. A Messina, intanto, la Guardia di Finanza ha sequestrato la documentazione relativa ai test svolti nel 2005 per l'ammissione alla facoltà di Medicina, che accoglie ogni anno 200 matricole. Questa indagine è stata aperta dopo la denuncia per irregolarità di un candidato escluso.

Secondo Pietro Folena, presidente della Commissione cultura della Camera, una delle possibili soluzione per eliminare scandali del genere (da tutti conosciuti e solo quest'anno venuti fuori con tanto clamore) sarebbe quella di abolire questo tipo di esame: ''Gli scandali siano l'occasione per abolire un sistema che non funziona''. Fra l'altro, per Folena, ''i test di ingresso rappresentano una limitazione del diritto allo studio che è un bene garantito costituzionalmente''. Dello stesso avviso anche il deputato dell'Udeur Pasquale Giuditta che ha presentato sulla questione un'interrogazione al ministro Mussi.
Secondo Azione Universitaria, il caso dei test ''è l'esempio che tutto il sistema accademico italiano è marcio e di pessima qualità. L'accademia italiana è la negazione della meritocrazia e della trasparenza''. ''Le prove si devono ripetere'' sollecita Loredana De Petris, senatrice dei Verdi, secondo la quale ''quello che è avvenuto quest'anno è la punta di un iceberg che nelle università italiane si protrae da troppo tempo''. Per l'Unione degli universitari, lo scandalo dei test d'ingresso ''testimonia come il sistema dei quiz per selezionare l'ingresso all'Università sia fallimentare e vada superato''. L'organizzazione studentesca ne è così convinta che sta organizzando un ricorso collettivo per chiedere l'annullamento del test svoltosi lo scorso 4 settembre. ''Non è più possibile - avverte l'Udu - continuare con questo assurdo meccanismo di sbarramento nei confronti di chi vuole formarsi!''.
Intanto, si teme una valanga di ricorsi da parte di quegli studenti che hanno svolto regolarmente i test in atenei non coinvolti dallo scandalo e che ora potrebbero essere costretti a ripeterli.

I medici più bravi? Quasi tutti a Messina
di
Salvo Intravaia (Repubblica.it, 10 settembre 2007)

Superbravi nel test di Medicina solo a Messina e Bari. Lo rivela una classifica stilata da 'Repubblica.it' in base ai risultati pubblicati sul sito del ministero dell'Università. Mentre, tra errori (ammessi e denunciati) e irregolarità il test di Medicina finisce in tribunale. E' la procura di Catanzaro ad avere aperto un'inchiesta su presunte irregolarità durante lo svolgimento delle prove.
In base alla lista compilata da 'Repubblica' sono al Sud (Messina, Bari e Palermo), gli studenti più bravi d'Italia. Almeno, stando ai punteggi riportati dai ragazzi messi in linea sul sito del Miur. Atenei prestigiosi come quelli della Capitale, di Milano (Bicocca) e Napoli si piazzano nelle retrovie.

Per comprendere la distribuzione dei 'geni' è bastato fare la media dei punteggi dei primi dieci classificati. A sorpresa Messina, con la stratosferica media di 71,18 è l'ateneo che ha battezzato i più bravi in assoluto. Occorre ricordare che, essendo state cancellate due domande delle 80 poste ai candidati, il punteggio massimo che i ragazzi potevano agguantare era 78.
Fra l'ateneo siciliano e prestigiose università italiane c'è un abisso. La Federico II di Napoli e l'università Bicocca di Milano sono distaccate, sempre in base alla media dei primi, di quasi 10 punti. Per non parlare di università un po' più piccole dove il divario diventa imbarazzante. La media degli studenti di Sassari è quasi 20 punti inferiore a quella di Messina. Differenza che si accorcia ai 15 punti per l'università di Salerno e 14 per quella di Ferrara. Pur essendo analogo il questionario da risolvere in tutta Italia, in questi ultimi atenei, la vigilanza è stata forse più rigorosa che in altri contesti? O gli aspiranti camici bianchi hanno studiato meno?

Sta di fatto che l'università di Messina, una volta tanto, mette in fila atenei che nella pubblica opinione sono i migliori esistenti nel Paese. Basta fare qualche esempio. I primi 80 classificati nella città dello Stretto sono più bravi del primo classificato a Sassari. I primi della Bicocca di Milano e della Federico II di Napoli, a Messina, si sarebbero piazzati rispettivamente al 32° e al 17° posto.
Ma è il numero di coloro che sono riusciti a superare la barriera dei 70 punti l'indicatore che probabilmente dà l'idea migliore di quanto si siano scervellati in l'estate i candidati siciliani, per presentarsi superpreparati all'appuntamento con i test. Su oltre 42 mila candidati, non conteggiando quelli di Catanzaro, sono stati soltanto 18 i ragazzi che hanno riportato un punteggio superiore o uguale a 70 punti: quasi tutti tra Messina e Bari. L'ateneo siciliano può vantarne addirittura 9, mentre quello pugliese 4. Napoli (Federico II), Foggia, Reggio Emilia, Pavia e Udine soltanto uno. Nessuno in tutte le altre università sparse per lo Stivale.

 

 

 

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11 settembre 2007
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