Nella classifica mondiale della sostenibilità ambientale l'Italia si trova al 69° posto
Qualità dell'aria sotto la media, inquinamento in aumento e continua devastazione del territorio
L'Italia è messa male, si trova infatti solo al 69° posto nella classifica mondiale della sostenibilità ambientale elaborata dalle università di Columbia e Yale e diffusa al World Economic Forum di Davos. Sono ben 21 le nazioni che fanno parte dell'OCSE ad aver superato il nostro Paese.
Il primo posto spetta alla Finlandia, seguita dal gruppo di Paesi scandinavi: Norvegia, Uruguay, Svezia e Islanda, ci sono poi Canada e Svizzera. In buona posizione i Paesi sudamericani, con Argentina al 9° posto e Brasile all'11°, ma anche i Paesi africani, guidati dalla Guyana (8°) e dal Gabon (12°).
Per l'Unione Europea, si piazzano bene Francia al 31° posto, Germania al 36° e Portogallo al 37°. Superano l'Italia anche l'Albania (24°) e la Russia (33°). Fa peggio del nostro paese la Spagna, indietro di 10 posizioni, e il Belgio al 112° posto. Chiude la classifica la Corea del Nord, preceduta da Iraq, Turkmenistan e Taiwan.
Questa pagella stilata dalle due università considera vari fattori, tra cui:
- la qualità dell'acqua
- il consumo di carbone
- la superficie costruita
- la densità di popolazione
- il tasso di inquinamento dell'aria e dell'acqua
- le misure adottate dal governo per far fronte alla situazione
Era prevedibile che si sarebbero piazzate in buona posizione paesi come l'Africa e il Sudamerica, Paesi poco industrializzati, poveri di soldi ma ricchi di natura. Tuttavia si nota che anche nazioni più industrializzate occupano posizioni migliori dell'Italia.
Purtroppo a niente sono valsi i ripetuti richiami e le diverse sanzioni sottoposte dal Parlamento europeo, l'Italia, nonostante cerchi di ridurre il tasso di anidride carbonica e cerchi di partecipare attivamente a progetti internazionali e piani per il miglioramento ambientale, conserva ancora una qualità dell'aria sotto la media e l'inquinamento è in aumento. A peggiorare la situazione c'è la devastazione del territorio, in poche parole: troppo cemento.