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Nella manovra mettiamoci anche una norma per il lodo Mondadori...

Nella manovra varata dal governo, in coda al capitolo dedicato alla giustizia, ci sono un paio di righe che...

05 luglio 2011

Potrebbe avere conseguenze sulla decisione del tribunale d'appello civile in merito al lodo Mondadori la norma contenuta nel testo della manovra varata dal Governo alla fine dell'articolo 37 recante "Disposizioni per l'efficienza del sistema giudiziario e la celere definizione delle controversie". In essa si definisce la modifica a due articoli del codice di procedura civile che in sostanza determinerebbe la sospensione in appello all'esecuzione delle condanne civili che superino i dieci milioni di euro e la sospensione in Cassazione per quelle che vanno oltre i 20 milioni, in cambio di una "idonea cauzione". Nella norma della manovra si legge infatti che: "Al codice di procedura civile sono apportate le seguenti modificazioni: a) all'articolo 283, dopo il primo comma èinserito il seguente: 'la sospensione prevista dal comma che precede è in ogni caso concessa per condanne di ammontare superiore a dieci milioni di euro se la parte istante presta idonea cauzione'". E, ancora: "b) all'articolo 373, al primo comma, dopo il secondo periodo è inserito il seguente: 'la sospensione prevista dal presente comma è in ogni caso concessa per condanne di ammontare superiore a venti milioni di euro se la parte istante presta idonea cauzione'".
Poche righe, dunque, riportate in coda al capitolo della manovra dedicato alla giustizia, ma di grande effetto. Le due nuove norme del codice civile sono già state battezzate 'sospendi-risarcimenti'. Se la Corte d'appello di Milano confermerà la condanna di Fininvest (la sentenza d'appello del tribunale civile per il Lodo Mondadori è prevista per la fine di questa settimana) a risarcire di 750 milioni la Cir di De Benedetti (o ridurrà la condanna ad una cifra comunque superiore a 20 milioni di euro), proprio una delle due nuove norme potrebbe correre in soccorso della holding della famiglia Berlusconi, sospendendo l'esecuzione della sentenza fino al definitivo pronunciamento della Cassazione.

Un coro di no è subito arrivato dall'opposizione. "Se le notizie relative alla norma sui maxi-risarcimenti contenuta nella manovra venissero confermate, ci troveremmo di fronte all'ennesimo regalo per Berlusconi confezionato dal suo governo e fatto recapitare dalla sua maggioranza. E' davvero scandaloso e imbarazzante che in una manovra destinata a pesare sulle spalle già provate dalla crisi delle famiglie e dei cittadini normali sia introdotta una norma che sospende gli effetti di una sentenza, a vantaggio delle società del Presidente del Consiglio. Siamo per l'ennesima volta di fronte al conflitto di interesse e a un provvedimento da furbetti", ha attaccato Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato. "Da importanti esponenti della maggioranza - ha aggiunto la Finocchiaro - sono venuti, anche di recente, appelli al confronto. Con le furbate non ci si confronta e questa, se fosse confermata, ci sembra l'ennesima furbata che noi non accettiamo. Il testo di questo decreto non è ancora stato depositato e inviato in Parlamento e dunque non sappiamo ancora se queste anticipazioni verranno confermate. Siamo però curiosi di capire - ha concluso la presidente dei senatori del Pd - come le forze di maggioranza, e la Lega in particolare che ha fatto della lotta ai privilegi un cavallo di battaglia, spiegheranno tutto questo agli italiani".
Un passo indietro e le scuse chiede Enrico Letta, vice segretario del Pd. "La norma sul Lodo-Mondadori è il primo banco di prova per il 'partito degli onesti'. Se essa non verrà immediatamente cancellata con scuse pubbliche a quegli italiani che nella stessa manovra sono chiamati è pesantemente a sacrifici, il nuovo corso del Pdl sarà in semplice continuità con quel disprezzo delle regole troppe volte dimostrato dal vecchio corso".
Pierluigi Bersani parla di insulto al Parlamento. Per la capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, le persone della maggioranza sono "senza vergogna". "E' scandaloso che in una finanziaria che prefigura lacrime e sangue per il paese sia contenuta una norma di classe, che consente ai più ricchi dilatare il regolare corso della giustizia e che, guarda caso, molto probabilmente farà tirare un sospiro di sollievo alle aziende del presidente Berlusconi".
Interviene anche Antonio Di Pietro: "Anche le azioni criminali - ha affermato in una nota il leader dell'idv - hanno un limite per essere credibili, oltre il quale diventano ridicole". Secondo Di Pietro "se nel testo definitivo della manovra ci fosse una norma criminogena, volta ad assicurare a Berlusconi l'annullamento del pagamento dovuto al gruppo De Benedetti, sarebbe la dimostrazione che il governo ha perso il senso del limite e il senno. Come si può approfittare così delle istituzioni? Un giudice accorto - ha concluso - dovrebbe disapplicare questa disposizione perché palesemente immorale e incostituzionale".

Le reazioni dalla magistratura - "Se confermata" la norma sul lodo Mondadori "sarebbe una norma che nulla ha a che vedere con il tema dell'efficienza del processo civile, che determinerebbe una iniqua disparità di trattemento e che sarebbe, quindi, incostituzionale", ha detto Luca Palamara, presidente dell'Associazione nazionale magistrati (Anm).
"Una norma di favore per i grandi debitori destinata a produrre guasti irreparabili, anche perché mette in discussione la stessa credibilità del processo civile, che trova il suo fondamento nel fatto che le sue pronunce di appello sono immediatamente esecutive". Giuseppe Maria Berruti, giudice della Prima sezione civile della Corte di Cassazione, è fortemente critico sulle nuove disposizioni del codice di procedura civile che vengono introdotte con la manovra finanziaria. Ma sull'intervento che obbliga il giudice a sospendere l'esecutività delle condanne nel caso di risarcimenti superiori ai 20 milioni di euro (10 in primo grado) dietro il pagamento di una cauzione e in attesa che si pronunci in via definitiva la Cassazione, il suo giudizio è drastico: "E' una norma di favore per i grandi debitori, come le amministrazioni che non pagano i grandi appalti , le imprese altamente insolventi verso miriadi di consumatori e così via. In sostanza chi in teoria ha fatto più danno si vede mettere a disposizione straordinarie possibilità dilatorie". Sinora la sospensione "era sottoposta a condizioni stringenti che il giudice doveva esaminare per evitare guai peggiori, come l'insolvenza del debitore". Ora invece con queste nuove disposizioni congelare i mega risarcimenti diventa una strada obbligata per il giudice di appello: "E' una facilitazione per i grandi debitori, per i quali si rinvia tutto alla fine del giudizio di Cassazione, cioè alla definitività della sentenza".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it]

- Il premier: "Una misura giustissima" di Marco Galluzzo (Corriere.it)

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05 luglio 2011
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