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Nella nuova scuola della ''Riforma Moratti'' professori selezionati e precari finalmente assunti

Cambia per i professori l'accesso nella Scuola e in 5 anni 200mila precari verranno assorbiti

01 marzo 2005

La scorsa settimana il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo che attua la parte della ''Riforma Moratti'' relativa alla formazione e all'inserimento nelle scuole dei docenti.
A partire dal 2008, secondo questa parte della ''riforma Moratti'' spariranno i mega-concorsi d'abilitazione senza certezza del posto e saranno avviati dei corsi di formazione post-universitari a numero chiuso, su base regionale, al termine dei quali vi sarà un esame di stato, che darà la certezza dell'assunzione. Nel presentare le novità, la responsabile del dicastero scolastico, Letizia Moratti, ha anche assicurato che entro cinque anni tutti i precari storici della scuola, circa 200mila persone, saranno assunti.

L'inizio dei nuovi corsi di formazione è previsto per l'anno accademico 2006/07, quindi i primi abilitati potranno essere assegnati alle scuole dall'anno scolastico 2008/09.
''Avremo - ha spiegato il ministro - docenti più qualificati e più giovani. E per via della programmazione daremo certezze sul posto di lavoro agli aspiranti insegnanti''.
Una volta conseguita la laurea, gli aspiranti insegnanti, potranno accedere, tramite una selezione organizzata dalla stessa università, ai corsi formativi che saranno a numero programmato e ripartiti tra le università di ciascuna regione in misura pari al numero di posti che si prevede di coprire per concorso nelle scuole statali della regione stessa. La programmazione dei posti avviene a cadenza triennale in base a stime che tengono conto del numero dei posti di insegnamento, degli alunni e del turn-over. Alla fine del corso, è previsto un esame di stato abilitante, che garantirà la certezza dell'assunzione. I vincitori del concorso sono assegnati alle scuole della regione, nelle quali svolgono un periodo di applicazione della durata di un anno sotto la supervisione del tutor. Al termine dell'anno, i docenti stipulano un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Per quanto riguarda l'assunzione dei precari, il ministro ha assicurato che nei prossimi cinque anni il grande numero del precariato storico della scuola potrà essere assorbito. Il ministro Moratti, ha  precisato di aver ricevuto dal governo il mandato per approfondire le modalità tecniche per raggiungere l'obiettivo. Secondo le stime del ministero, ci sarebbero al momento 200 mila docenti precari segnati nelle graduatorie permanenti. ''Se ci sarà la possibilità di assorbire gran parte dei precari già nel primo anno - ha affermato la Moratti - lo faremo. Voglio sottolineare però che il governo, dal 2001 al 2004, ha già ridotto del 30% il precariato storico, ha cioè assunto 90 mila precari''.

Secondo i sindacati della scuola le dichiarazioni del ministro Moratti non rispondono a verità.
La Cisl-scuola ha fatto notare che nel decreto approvato lo scorso 26 febbraio, non si tratta affatto del problema dei precari, mentre per la Flc-Cgil si tratterebbe dell'ennesimo rinvio ''che attacca la dignità  di migliaia di persone che con i loro sacrifici garantiscono il loro funzionamento della scuola''.
La Federazione dei lavoratori della conoscenza della Cgil, rivendica un impegno chiaro: nomine in ruolo dal primo settembre 2005 su tutti i posti con un piano triennale. E ha indetto uno sciopero per il 18 marzo.
Enrico Panini, segretario della Flc-Cgil, ha ricordato che "una legge del giugno 2004 ha previsto, a partire dal primo settembre 2005, l'assunzione in ruolo del personale precario della scuola su tutti i posti disponibili mediante un piano triennale", il che significa "oltre 100 mila nomine in ruolo, garanzia di continuità nelle classi, migliorare il funzionamento della scuola". Tuttavia, ha aggiunto il leader della Cgil, "la Finanziaria 2005 non ha stanziato neanche un euro per rispettare questo impegno. Oggi apprendiamo che, anziché applicare una Legge del Parlamento, che già c'è, il Consiglio dei ministri affida un mandato esplorativo per fare nomine in ruolo nei prossimi cinque anni". Insomma, secondo Panini si tratta di un "ennesimo rinvio, tempi più lunghi di quelli della Legge 143. Inoltre - ha ancora aggiunto Panini - la Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi del Ministero ed ha accolto le ragioni della Flc-Cgil. Ora il Ministero dovrà retribuire regolarmente circa 80 mila lavoratori Ata transitati nei ruoli dello Stato, e ai quali il ministero dell'Istruzione per anni si è rifiutato di pagare la retribuzione commisurata all'effettiva anzianità di servizio, considerandoli dei neo-assunti. Ciò con un danno economico per i singoli lavoratori di diverse migliaia di euro all'anno".

L'attesa dei ventimila precari siciliani
Sono circa ventimila i precari storici in Sicilia. Secondo le stime elaborate dai sindacati, nelle graduatorie permanenti sarebbero questi gli insegnanti in attesa di un posto definitivo ormai da anni nelle nove province dell'Isola. Giovani, soprattutto donne, che ogni anno si accontentano di qualche mese di supplenza o di un incarico annuale. ''A fronte di 16 mila e 500 posti utili per le immissioni in ruolo - spiega Enza Albini, segretario regionale della Cgil-scuola - quest'anno sono stati assunti solo 1.296 insegnanti. Mentre per il personale Ata su 5163 posti utili, solo 225 nomine''. E non crede agli impegni assunti dal ministro Moratti: ''Si tratta di un lancio preelettorale - afferma -. Si comincia con la stagione delle promesse, ma sulla pelle dei lavoratori precari, che vivono un dramma esistenziale, con conseguenti ricadute sulla continuità didattica, sull'offerta formativa. elementi che rendono sempre più precaria la nostra scuola''. Intanto, i sindacati siciliani mantengono lo stato di mobilitazione dei lavoratori della scuola, in attesa di risposte del ministro Moratti su quelle che vengono definite le ''gravi emergenze'' causate dal ''taglio degli organici dei docenti e del personale Ata'', ma relative anche ''alla qualità dell'offerta formativa e ai problemi dell'handicap e dell'edilizia scolastica''. Temi che Cgil, Cisl, Uil e Snals-Confsal hanno approfondito in un incontro con l'assessore regionale alla Pubblica istruzione, Alessandro Pagano. [Fonte: GdS 26/02/05]

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01 marzo 2005
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