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Nelle acque antistanti la costa di Lampedusa, le balene ''danzano'' per nutrirsi

Quel mare di Lampedusa che offre lauti pasti ai mammiferi marini

11 marzo 2004
Nel mare di Lampedusa, le acque antistanti la costa, da qualche giorno sono affollate da una trentina di balene, che si sono spinte fino a circa cento metri dalla battigia.
Da Punta Sottile a Capo Grecale, le balene compiono acrobatiche evoluzioni simili a 'danze', provocando soffi e spruzzi alti quasi otto metri.
In realtà i cetacei utilizzano questa "coreografia" al fine di ammassare e condensare i piccoli crostacei, i minuscoli pesci e il plancton, portandoli in superficie, per poi inghiottire il ricco pasto.

Gli animali erano già da qualche giorno sotto l'osservazione attenta dei ricercatori dell'Icram (Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare), che sono riusciti a "marcare" con trasmettitori satellitari cinque esemplari di balenottera comune (Balaenoptera physalus) localizzati al largo dell'isola, nel canale di Sicilia. L'equipe dell'Icram guidata dal biologo Silvestro Greco studia infatti questa consistente zona di alimentazione invernale delle balenottere comuni. I ricercatori sono riusciti ad avvicinare il gruppo di cetacei per applicare sul dorso degli animali degli speciali trasmettitori satellitari che permetteranno di studiare abitudini e percorsi delle balenottere. Dati, finora, praticamente sconosciuti.
"I mammiferi marini - spiega Damiano Sferlazzo, collaboratore del Cts ambiente, associazione che si occupa della conservazione della natura, di Lampedusa - sono stati sicuramente attratti dall'enorme quantità di plancton che quest'anno c'è sottocosta".

La "danza" delle balene ha coinvolto nella baia del Mare Morto, a meno di 100 metri dalla spiaggia, alcuni delfini che hanno preso a saltare tra i flutti, "giocando" con i cetacei.
Uno spettacolo emozionante che ha spinto naturalisti e curiosi in acqua per fotografare o semplicemente osservare i branchi in azione.
"Per le balenottere - spiega il naturalista Silvano Riggio - l'isola di Lampedusa rappresenta un santuario, scelgono la zona solo per riprodursi. Per andare alla ricerca di cibo, preferiscono infatti i mari a sud della Francia". 
Teoria da approfondire anche per il programma di ricerca dell’Icram, svolto in collaborazione con le Università di Genova e Siena e con il Cnr di Messina, con lo scopo di definire, in particolare, le relazioni tra due elementi critici della catena trofica marina: gli eufasiacei (piccoli crostacei) e le balenottere. La zona di Lampedusa si è rivelata un eccellente sito di comparazione con gli studi attualmente in corso nel Santuario internazionale dei cetacei dell'alto Tirreno.

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11 marzo 2004
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