Nelle telecamere la verità?
Forse vicina la svolta nelle indagini sull'omicidio di Francesco Nangano, probabilmente "punito" dal clan di Brancaccio
Potrebbe essere nelle videocamere a circuito chiuso di un negozio di tabacchi la chiave dell'omicidio di Francesco Nangano, il commerciante di auto ucciso sabato sera da due killer in via Messina Marine, a Palermo.
Ieri mattina, la polizia scientifica ha acquisito e ha subito iniziato ad esaminare le immagini girate dalla telecamera piazzata fuori dall'esercizio commerciale che si trova sul luogo dell'agguato, per cercare di risalire all'identità dei due sicari che hanno affiancato la vittima in scooter, dopo averla seguita, e gli hanno sparato sei colpi con una calibro 9. Un proiettile si è conficcato nello sportello dell'auto di Nangano, cinque lo hanno raggiunto. Gli assassini non hanno dato alla vittima il colpo di grazia.
Ieri pomeriggio, nell'Istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo, è stata eseguita l'autopsia sul cadavere del presunto esponente delle cosche mafiose di Brancaccio. Francesco Nangano è stato raggiunto da cinque colpi di pistola, di cui due al braccio sinistro, altri due al fianco sinistro e uno alla gamba sinistra. Secondo i medici sarebbero stati i due colpi che lo hanno raggiunto al braccio sinistra a ucciderlo quasi sul colpo, perché hanno ragginto il torace e poi il cuore.
Gli uomini della omicidi, coordinati da Carmine Mosca, hanno ascoltato alcuni testimoni che si trovavano nei pressi della macelleria "Da Gigi", dove è stato ucciso l’uomo Nella macchina della vittima gli uomini della scientifica hanno trovato quattro cellulari. Una miniera di informazioni per il procuratore Leonardo Agueci e il sostituto Gaetano Paci che sperano adesso di trovare informazioni e conferme utili per comprendere i motivi dell'esecuzione.
Secondo il procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi, la decisione di uccidere Nangano nel suo quartiere, in modo così plateale, è "un segnale preciso". "La situazione a Brancaccio è tuttora in movimento - ha detto Teresi intervistato dall’Adnkronos - adesso bisogna capire cosa accadrà".
Al vaglio degli inquirenti ci sono i nuovi assetti della cosca di Brancaccio per capire a chi dava fastidio Nangano, già oggetto di intimidazioni. Secondo quanto accertato, l'uomo processato e assolto dalle accuse di omicidio e associazione mafiosa, faceva estorsioni e stava cercando di assumere un ruolo di leadership nel traffico di droga: una sorta di tentativo di scalata del clan che sarebbe stato fermato. L'ordine di eliminare Nangano potrebbe essere venuto dal carcere. Inoltre agli inquirenti sarebbero venuti degli input importanti dai Servizi segreti che avrebbero indicato nel boss Nino Sacco, esponente di spicco della cosca di Brancaccio, attualmente detenuto, uno dei personaggi che avrebbero avuto interesse a eliminare il boss emergente.
[Informazioni tratte da ANSA, GdS.it, Lasiciliaweb.it]
- Omicidio di mafia a Palermo (Guidasicilia.it, 18/02/13)