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Nessun miracolo a Lampedusa

Ennesima notte di sbarchi sull'isola dove, tra ieri e questa notte, sono arrivati circa 1600 immigrati

14 maggio 2011

Ha ridato Lampedusa ai lampedusani. Ha promesso di trasformare Lampedusa in Portofino (ma perché mai Lampedusa dovrebbe diventare come Portofino?). Ha promesso un casinò, un Nobel per la pace e che avrebbe fatto diventare l'isola una zona franca, il paradiso fiscale del Mediterraneo... Quel giorno Lampedusa stava effettivamente svuotandosi di immigrati, e il Cavaliere, simpatico ed energetico diceva tutte queste cose ed aggiungeva che il tutto sarebbe stato fatto solo solo perché, avendo comprato casa sull'isola, adesso erano fatti che lo riguardavano personalmente... E i lampedusani là, davanti a lui, ad applaudirlo, a ringraziarlo. Eppure, tutti lo sanno, che i problemi veri non si risolvono a suon di promesse e barzellette; tutti lo sanno che il problema dell'immigrazione è una cosa serissima per la quale bisogna avere una vera caratura diplomatica internazionale e non la facoltà di rendere giocosi i summit europei e mondiali altrimenti grigi e barbosi...
A Lampedusa il problema sembra ben lontano da una vera risoluzione. A Lampedusa non servono miracoli modello "monnezza a Napoli", ma degli impegni veri che vengano presi e mantenuti da persone serie, da governanti degni di questo nome.

Quella trascorsa è stata l'ennesima notte di sbarchi a Lampedusa dove in poco meno di un'ora sono approdate, a bordo di due barcone, 417 migranti. Sul primo barcone, soccorso dalla Guardia di Finanza, c'erano 199 profughi provenienti da Paesi subsahariani, tra cui 22 donne e un bambino. Dopo circa mezz'ora è arrivata un'altra imbarcazione con a bordo 218 immigrati, tutti tunisini, tra cui anche cinque donne e un bambino. Per il momento non ci sono avvistamenti di altri barconi.
Dunque, tra ieri (LEGGI) e questa notte sono arrivati complessivamente quasi 1.600 profughi. Sono gli ultimi approdi di uno spostamento di massa che si è intensificato come non mai. Decine di carrette continuano infatti a salpare dalle coste libiche verso Lampedusa, con l'avallo, se non addirittura con il sostegno concreto, dei militari di Gheddafi.
Ne sono convinti anche il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e quello dell'Interno Roberto Maroni, che continuano a sollecitare un "maggiore impegno" da parte dell'Unione europea. Secondo il titolare della Farnesina quello utilizzato dal regime di Gheffadi "è uno strumento criminale" di pressione, anche se il premier Berlusconi sottolinea che l'Italia "è un grande Paese che non può temere l'arrivo di qualche migliaio di immigrati" che vanno invece accolti "con generosità".

La verità concreta, quella sotto gli occhi di tutti, è che intanto a Lampedusa è di nuovo emergenza. Non c'è stato neanche il tempo di rifiatare dopo che l'isola si era svuotata e dal Centro di prima accoglienza erano partiti gli ultimi minori ancora rimasti, quando i primi barconi hanno cominciato a profilarsi all'orizzonte.
Gli immigrati provengono da tutti i Paesi dell'Africa sub sahariana: Nigeria, Mali, Costa D'Avorio, Eritrea, Somalia, ma anche dal Bangladesh e qualcuno perfino dalla Tunisia.
Intanto, questa mattina, sono ripresi i voli per i rimpatri dei tunisini sbarcati dopo il 5 aprile, quando è stato firmato l'accordo tra Italia e Tunisia. L'aereo dovrebbe trasferirne una trentina da Lampedusa all'aeroporto di Palermo e da lì rimpatriarli fino a Tunisi. L'ultimo rimpatrio è di due giorni fa con il trasferimento di 28 migranti.

- Lo strano accordo con Tunisi di Silvia D'Onghia (Il Fatto Quotidiano, 13 maggio 2011)

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14 maggio 2011
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