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Nessun ''Nucleo comunisti combattenti'' dietro gli attentati di Siracusa, ma l'opera di un singolo arrestato dalla polizia

Andrea Acquaviva, era stato candidato a sindaco nelle fila di ''Forza Nuova''

08 marzo 2005

Si era subito pensato al racket delle estorsioni, un fenomeno conosciuto molto da vicino a Siracusa, ma dopo le rivendicazioni degli ultimi due attentati incendiari compiuti alla Cgil e all'ospedale ''Umberto I'', ad opera di un presunto ''Nucleo comunisti combattenti'' la pista terroristica era stata particolarmente attenzionata, senza accantonare comunque quella mafiosa.  
Le indagini della polizia sono oggi arrivate all'arresto di Andrea Acquaviva, rappresentante di commercio di 40 anni indagato dallo scorso mese per gli attentati incendiari che negli ultimi mesi hanno terrorizzato gli abitanti di Siracusa.
Nelle ultime elezioni amministrative a Siracusa Acquaviva era stato candidato a sindaco di Forza Nuova, partito di estrema destra dal quale è stato successivamente espulso.

Le indagini della Digos della Questura di Siracusa sono state coordinate dal pool antiterrorismo della Procura di Catania, composto dal procuratore aggiunto Vincenzo D'Agata e dai sostituti Francesco Puleio e Ignazio Fonzo. All'indagato sono contestati i reati di atti di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, incendio, fabbricazione e detenzione di materiale esplodente nonché minaccia commessa con scritto anonimo.

L'ultimo episodio al centro dell'inchiesta è stato commesso il 9 febbraio scorso, quando in un corridoio del pronto soccorso dell'ospedale 'Umberto I' è stato trovato un borsone con dentro due bombolette di gas da campeggio tenute insieme con del nastro adesivo da imballaggio, e un flacone metallico di acquaragia. Gli investigatori hanno chiarito che l'ordigno non poteva esplodere, essendo privo di innesco.
Il primo attentato è stato compiuto la notte tra il 13 e il 14 gennaio scorsi, quando, sempre con due bombolette di gas da campeggio, è stato appiccato il fuoco alla porta di ingresso della Cgil di Siracusa. Il secondo episodio, nella sede Inca della Camera del lavoro aretusea, risale alla sera del primo febbraio: anche in quel caso fu utilizzata una bomboletta di gas che però non si incendiò perché era all'interno di una boccia di vetro che conteneva della polvere bianca. Il terzo attentato l'otto febbraio: quattro bombole da gas forate che hanno appiccato il fuoco all'ascensore della Torre Zeta, palazzo che ospita le televisioni private siracusane, il cui bilancio dei danni, fortunatamente, è stato contenuto grazie al sistema antincendio del quale l'edificio è dotato.

Acquaviva era stato sentito dalla polizia e dalla Procura di Catania il 12 febbraio scorso in qualità di indagato. L'indomani ai giornalisti aveva detto di ''essere molto amareggiato per quanto'' gli era accaduto ma di essere ''sereno perché innocente''.

La cronologia della notizia su Guidasicilia.it

- Fuoco contro la legalità

- Un altro ordigno a Siracusa. Un chiaro messaggio dei delinquenti: posso colpire dove e quando vogliono

- Gli ordigni esplosivi a Siracusa. La questura aretusea ha fermato un sospettato

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08 marzo 2005
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