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Nessuna ingerenza, solo consigli paterni

Monsignor Angelo Bagnasco alla sua prima Assemblea Generale della Cei in Vaticano

22 maggio 2007

Qualche monito e qualche allarme, qualche invito ai politici e molte speigazioni, puntualizzazioni e giustificazioni. Monsignor Angelo Bagnasco, aprendo per la prima volta da presidente dei vescovi l'Assemblea Generale della Cei in Vaticano, ha affrontato tutti i temi all'ordine del giorno, sia ecclesiastici che parlamentari.
Prima di tutto Bagnasco ha voluto rispondere alle accuse di ingerenza della Chiesa nella politica. ''La Chiesa - ha detto - offre alla libertà e alla riflessione di tutti il proprio magistero, senza sottrarsi alla responsabilità di concorrere alla promozione dell'uomo e al bene comune''. ''Se come vescovi rileviamo, magari più spesso di quanto sarebbe gradito, i fondamenti etici e spirituali radicati nella grande tradizione del nostro Paese, non è perché vogliamo attentare alla laicità della vita pubblica, ma per innervare questa delle inquietudini che possono garantire il futuro''. I vescovi italiani, insomma, non vogliono fare ''da padroni'' né ''parlare dall'alto'', ha specificato il presidente della Cei. Inoltre secondo Bagnasco, è in atto una vera e propria campagna di diffamazione contro la Chiesa Cattolica, all'indirizzo della quale ''si levano a volte accuse di omofobia'', frutto di ''una critica che è semplicemente ideologica e calunniosa, e contrasta con lo spirito e la prassi di totale e cordiale accoglienza verso tutte le persone''. Poi, sempre parlando di rapporti tra Chiesa e politica l'arcivescovo di Genova ha criticato l'Unione europea e Bruxelles per ''l'intolleranza prevaricatrice che ha indotto il Parlamento europeo ad avanzare fino ad oggi ben 30 richiami censorii nei confronti della Chiesa Cattolica''.

Quindi, mettendo le mani avanti e specificando che gli interessi del clero non sono le azioni parlamentari, il ''partito'' della Chiesa è sceso in campo per dettare le linee di quelli che dovrebbero essere i principi cardine della politica sociale.
Bagnasco ha infatti preso come esempio il ''milione di persone'' scese in piazza per il Family Day, che rappresentano un dato che i politici non potranno ignorare. ''L'ottima riuscita della manifestazione - ha detto - rappresenta un fatto molto importante e, per noi Vescovi consolante. Concepita come un'autentica festa di popolo, questa manifestazione ha colpito per freschezza e serenità, e per quel senso civico di rispetto degli altri, di proposta e di inclusione che l'ha interamente attraversata. Voleva essere ed è stata una testimonianza forte e corale a favore del matrimonio quale nucleo fondante e ineguagliabile per la società''. E anche ''se a livello di media laici non c'è stata sempre prontezza nel cogliere la novità e la portata di questo evento, nondimeno esso rimarrà come un segno forte nell'opinione pubblica e come un appello decisamente non trascurabile per la politica''. Per Bagnasco, infatti, ''è la società civile che si è espressa in maniera inequivocabile e che ora attende un'interlocuzione istituzionale commisurata alla gravità dei problemi segnalati''.
Una manifestazione che inoltre - non ha dimenticato di sottolineare l'arcivescovo - ha dimostrato la grande compattezza del mondo cattolico. ''A promuoverla - ha ricordato il presidente della Cei - sono state le principali aggregazioni laicali della Chiesa che è in Italia, alle quali si sono prontamente unite tutte le altre, e soprattutto moltissime parrocchie''.

Ecco, come dire, la Chiesa non ha intenzione di ''attentare'' la laicità della vita pubblica, ma la vita pubblica ha dato dimostrazione di volere dalla politica qualcosa che si inserisce perfettamente nel solco segnato dalla Chiesa. Per questa gente, dunque, la politica deve lavorare.
E sempre parlando ''per bocca della gente'', senza mai volere entrare nel merito di ciò che la politica vuole e vorrà fare, il presidente della Cei ha poi illustrato dati sulla povertà e sulla condizione lavorativa degli italiani. ''La disoccupazione di lunga durata, quando colpisce i genitori di oltre 40 anni, diventa terreno fertile per l'alcolismo e dipendenze varie, portando a situazioni di degrado progressivo; le donne, gravate da tassi di disoccupazione più alti degli uomini, hanno livelli retributivi più bassi, e quando sono madri sole con figli a carico e con la difficoltà di asili nido, non ce la fanno senza un ricorso ai vecchi genitori; i giovani si trovano oggi in un mercato immobiliare fuori dalla loro portata, se il loro bilancio familiare deve dall'inizio scontare un costo dell'affitto troppo elevato per gli stipendi correnti, specialmente quando il lavoro è ancora precario''.
La descrizione di una situazione sociale che si interseca perfettamente con il discorso del calo demografico e della diminuzione dei matrimoni, perché per i giovani, ha detto ancora Bagnasco, essa ''incide non poco anche nel progettare il loro futuro''.
''Dalle segnalazioni che giungono ai nostri centri di ascolto parrocchiali, vicariali e diocesani distribuiti sul territorio nazionale, la situazione attualmente più esposta - ha rilevato ancora il presidente della Cei - sembra essere quella della famiglia monoreddito con più figli a carico, che fino a ieri si sarebbero catalogate nel ceto medio. Spesso con molta difficoltà si arriva alla fine del mese''. Per Bagnasco, ''è da questa tipologia di famiglie che viene oggi alle nostre strutture una richiesta larga e crescente di aiuto anche con i 'pacchi viveri' che parevano definitivamente superati''.

Davanti ai 257 vescovi, nella sua prima relazione, Bagnasco infine non ha dimenticato di mandare messaggi anche a chi in Parlamento sta cercando di redigere la norma di legge sul testamento biologico. Anche qui un altolà. Attenzione, ha ricordato il capo dei vescovi ''la persona non è una fase della vita umana, ma è la forma in cui l'uomo è uomo''. Per questo ''anche quando la persona non ha ancora sviluppato e attuato le sue capacità o perde coscienza di sè, resta persona degna di rispetto e di diritto: la sua dignità è dunque intrinseca e incancellabile qualunque siano le circostanze di vita''.

- Prolusione alla 57a Assemblea Generale della Cei

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22 maggio 2007
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