Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Nessuno vuole finanziare Hamas, legittimamente a capo dell'Autorità Nazionale Palestinese

30 gennaio 2006

La vittoria dell'ala politica di Hamas nelle elezioni legislative palestinesi - con la maggioranza assoluta dei seggi - garantisce la formazione di un esecutivo dell'Autorità Nazionale Palestinese guidato da un gruppo la cui ala militare viene considerata sia dagli Stati Uniti che dall'Unione Europea un'organizzazione terroristica.
Uno scenario difficile che complica molto i rapporti legali e finanziari dell'Anp con la comunità internazionale.

Infatti, al di là del riconoscimento della legittimità dell'esecutivo (obbligata perché frutto di elezioni libere e democratiche), per la comunità internazionale si pone il problema di come comportarsi per quel che riguarda gli aiuti economici fino ad ora forniti all'Autorità Nazionale palestinese. E' importante sottolineare che tali aiuti riguardano non un partito o l'altro ma l'Amministrazione dell'Anp in quanto tale e i progetti gestiti dai vari Ministeri sui programmi di assistenza sociale o sanitaria. Far cessare un tale sostegno finanziario avrebbe quindi l'effetto di far crollare del tutto l'amministrazione e i servizi dell'Anp, già messi a dura prova dai due anni di Intifada.

Come ha affermato l'ex presidente della Banca Mondiale, James Wolfensohn, la fine degli aiuti significherebbe dunque ''il caos''. Il fatto che esponenti di Hamas occupino cariche istituzionali tuttavia verrebbe interpretato, alla luce della legislazione statunitense, come una condizione sufficiente per interrompere gli aiuti, come ha spiegato lo stesso ex Presidente statunitense Jimmy Carter. Occorrerebbe dunque una maniera di aggirare l'ostacolo legale e fare in modo che gli aiuti possano essere in qualche modo forniti direttamente alla popolazione, ha proposto Carter. Quanto all'Unione Europea, la Commissione aveva stanziato 70 milioni di euro di aiuti nel 2005, subordinati però all'applicazione di determinate riforme, solo una parte delle quali effettivamente realizzate; fino ad ora sono stati consegnati circa 35 milioni di euro, e non ''esiste un'urgenza particolare'' per discutere il trasferimento della somma restante, come ha spiegato la portavoce Emma Udwin sottlineando che l'Ue ''non detiene il monopolio degli aiuti'' e quindi tutti i Paesi donatori devono porsi il traguardo di una strategia comune.

La soluzione politica però - ovvero la rinuncia di Hamas alla violenza e l'assenso al riconoscimento dello Stato di Israele - non è per ora in agenda: nel frattempo la dirigenza uscente sta cercando di assicurarsi l'assenso della comunità internazionale agli impegni già presi, come i tre miliardi di dollari promessi dal G8, quando però la vittoria elettorale di Hamas era considerata ancora una chimera.
Hamas, da parte sua, non accetta imposizioni e rispedisce al mittente l'offerta di aiuti internazionali in cambio di un impegno al disarmo. Lo sostiene il leader del gruppo islamico, Ismail Haniyeh, che parlando della possibile interruzione da parte degli Usa del sostegno economico all'Anp ha spiegato all'agenzia Reuters che l'aiuto straniero ''non può essere una spada sulla testa dei palestinesi e non può essere oggetto di ricatto per il nostro popolo, per ricattare Hamas e la resistenza''. Il leader di Hamas ha anzi aggiunto che l'organizzazione continuerà a mantenersi in armi e ad impegnarsi nella resistenza al governo di Tel Aviv.

Dunque, spetta ad Israele decidere se trasferire i proventi del prelievo fiscale nei Territori all'Anp, e il primo passo, scontato a questo punto, è stato già fatto dagli israeliani: Israele ha congelato il trasferimento di fondi dovuti all'Autorità Nazionale Palestinese, per evitare che il denaro finisca nelle mani delle milizie terroristiche.
La comunicazione della decisione israeliana  è stata data dal primo ministro ad interim, Ehud Olmert: ''Devo dire con grande chiarezza che non trasferiremo fondi che possano andare a finanziare attività terroristiche contro la nostra popolazione civile''.
Per mercoledì 1 febbraio era stata fissata la consegna di due milioni di shekel (circa 29 milioni di euro) dovuti all'Anp, derivanti da fondi derivanti da dazi e prelievi fiscali sull'import-export da e per i territori palestinesi.

Nel frattempo anche nei territori palestinesi la vittoria di Hamas continua a non essere accettata da parte della popolazione, provocando disordini. Inoltre, oggi una missione del presidente Abu Mazen avrebbe dovuto incontrare a Gaza due dirigenti di Hamas, Ismail Hanyeh e Mahmud a-Zahar, ma l'incontro è stato per il momento rinviato senza alcuna spiegazione.
Mentre invece il presidente palestinese incontrerà il cancelliere tedesco Angela Merkel, in visita in Medio Oriente. Merkel ha fatto sapere da giorni che avrebbe incontrato solo Abu Mazen, e non i dirigenti di Hamas che non considera interlocutori finché non avranno rinunciato chiaramente all'uso della violenza.

- ''La nostra radio per la pace'' di Daniele Semeraro

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

30 gennaio 2006
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia