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Niente eutanasia per Contrada, ovviamente...

Rigettata la richiesta presentata dalla sorella dell'ex funzionario del Sisde

06 maggio 2008

Voleva essere una provocatoria denuncia più che una vera e propria richiesta di eutanasia, quella fatta per il fratello Bruno nei mesi scorsi da Anna Contrada, ma che comunque la sorella dell'ex funzionario del Sisde, detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere dove sta scontando una condanna a 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, ha presentato al giudice tutelare del Tribunale del carcere campano (leggi).
Ovviamente la richiesta è stata rigettata. "Ritenuta inammissibile l'istanza presentata in quanto finalizzata a ottenere un'autorizzazione, da parte del Giudice tutelare, alla commissione di una fattispecie di reato, in considerazione del fatto che nell'ordinamento giuridico vigente nello Stato italiano non è prevista l'autorizzazione alla 'morte legale'", il giudice, come si legge nel provvedimento "dichiara inammissibile l'istanza depositata da Anna Contrada". Inoltre, ha spiegato sempre il magistrato, "ogni istanza relativa a Bruno Contrada deve essere presentata al giudice tutelare di Palermo, territorialmente competente".
La sorella di Contrada aveva spiegato di avere fatto la richiesta perché convinta che il fratello "fosse già morto" a causa della detenzione, ritenuta "ingiusta".

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06 maggio 2008
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