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Niente ''ex Cirielli'' per Cesare Previti. Il Procuratore generale ha chiesto la conferma del verdetto per il processo Sme

27 novembre 2006

Venerdì scorso, il Procuratore generale della Cassazione, Francesco Iacoviello, ha chiesto ai giudici della Corte Suprema di confermare la sentenza emessa dalla Corte d'Appello di Milano che lo scorso dicembre ha ritenuto l'on. Di Forza Italia Cesare Previti, all'avvocato Attilio Pacifico e al giudice Renato Squillante, colpevoli del reato di corruzione nel caso Sme.
Le arringhe difensive inizieranno domani. Il verdetto della Cassazione sulla sentenza d'appello, che condanna Previti a cinque anni, Pacifico a quattro e Squillante a sette, è invece atteso per giovedì prossimo.

Prima dell'inizio della requisitoria del Procuratore generale, il rappresentante legale di Previti, Giuseppe Gianzi, ha chiesto che il giudizio di legittimità fosse rinviato per presunta incostituzionalità della legge 'ex Cirielli'. Il presidente del collegio Giovanni de Roberto ha però respinto la richiesta. Respinta anche la rischiesta presentata dall'ex ministro di aggiungere un nuovo difensore o di sostiuire gli attuali.
E' quindi sfumata per Previti la possibilità di appellarsi all'ex Cirielli.

Ricordiamo che la vicenda giudiziaria risale al 1985, quando una cordata di industriali formata tra gli altri da Silvio Berlusconi, Michele Ferrero e Pietro Barilla, scese in campo su sollecitazione dell'allora presidente del consiglio Bettino Craxi per contrastare la vendita della Sme (il colosso pubblico del settore alimentare), a favore della Cir di Carlo De Benedetti.
L'Iri rifiutò di dare corso alla cessione della Sme, e venne citata davanti ai giudici dallo stesso De Benedetti. Il ricorso fu respinto con una sentenza del 23 giugno 1986, firmata dal giudice Filippo Verde. Sentenza che secondo l'accusa sarebbe stata ''comprata'' per conto della Fininvest attraverso gli avvocati Cesare Previti e Attilio Pacifico.

Gli avvocati di Previti appoggiati dai legali di Attilio Pacifico hanno sostenuto ''l'immediata applicabilità della ex Cirielli'' in base alla quale ''per Previti la prescrizione sarebbe maturata già da tempo'', ''ma il Pg - lo stesso del processo Imi-Sir innanzi alla Suprema Corte - ha condiviso in toto il verdetto di secondo grado e ha trovato corretta anche la valutazione operata dalla corte precedente, sulle dichiarazioni accusatorie rese da Stefania Ariosto''.
''Non è l'Ariosto l'asse portante del processo - ha detto il Pg Francesco Iacovello - ma sono i bonifici bancari che sono una prova grave e convergente dei soldi (434 mila dollari) transitati da Previti a Squillante''. Iacoviello ha chiesto il rigetto pure dei ricorsi presentati dai legali parte civile Cir di Carlo De Benedetti, che parleranno domani insieme all'Avvocatura dello Stato.

Resta fuori dal procedimento l'ex premier Silvio Berlusconi. Già assolto in primo grado non tornerà sul banco degli imputati. La seconda sezione della Corte d'Appello di Milano, ha respinto la richiesta, avanzata dalla Procura Generale, di tornare a giudicare in appello Silvio Berlusconi per il caso Sme. ''La richiesta - dicono i legali di Berlusconi - era stata avanzata nonostante la legge che esclude la possibilità, per il pubblico ministero, di appellare contro le sentenze di assoluzione''. Non ci sarà giudizio ''nel merito'', ma ''nel diritto'': la Corte d'Appello ha infatti trasmesso gli atti direttamente alla Corte di Cassazione.

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27 novembre 2006
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