Niente funerale per il boss
L'arcivescovo di Agrigento ha vietato i funerali al mafioso Giuseppe Lo Mascolo
Monsignor Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, ha vietato la celebrazione dei funerali religiosi per Giuseppe Lo Mascolo, 73 anni, arrestato la settimana scorsa dalla polizia perché ritenuto uomo della cosca di Siculiana (AG). La salma è stata benedetta nella chiesa del Santissimo Crocifisso, ma non si sono svolti i funerali tradizionali. Il parroco, don Leopoldo Argento, attenendosi alle direttive dell'arcivescovo, ha dunque pronunciato solo una preghiera.
È il primo caso, nell'Agrigentino, in cui la Chiesa vieta la celebrazione dei funerali per un boss di mafia. Secondo gli inquirenti, Lo Mascolo era il vicecapo della cosca, secondo soltanto al capomafia Antonino Gagliano.
"Voglio rappresentare la mia grande ammirazione nei confronti del gesto dell'arcivescovo Montenegro - ha detto il presidente del Consorzio agrigentino per la legalità e lo Sviluppo Mariagrazia Brandara - Si è trattato certamente di una scelta complessa per le diverse implicazioni umani e morali e proprio per questo esprimiamo la nostra vicinanza all'arcivescovo".
Per il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, quella dell’arcivescovo "è stata una scelta saggia, perché stigmatizza quella cultura mafiosa che si serve della religione nei suoi aspetti formali e non autenticamente evangelici. E' significativo che ciò avvenga nel territorio più mafioso d’Italia, da dove Giovanni Paolo II condannò senza mezzi termini la mafia".
E infatti, appena domenica scorsa, in occasione dei festeggiamenti di San Calogero, compatrono di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro, aveva ripreso l'anatema contro la mafia pronunciato da Giovanni Paolo II, nel maggio del 1993, nella Valle dei Templi.
[Informazionii tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it]