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Niente interrogatorio a Ciancimino jr. nel processo a Dell'Utri

Accolta l'opposizione della difesa del senatore Marcello Dell'Utri, condannato in primo grado per mafia

18 settembre 2009

L'accusa, sostenuta dal pm Nino Gatto, ha iniziato ieri la requisitoria nel processo al senatore Marcello dell'Utri, accusato davanti alla Corte d'appello di concorso esterno in associazione mafiosa. Il magistrato, invitato dal presidente della Corte, Claudio Dall'Acqua, ad avviare la requisitoria, per "dare una svolta al processo", ha così aperto per pochi minuti il proprio atto d'accusa nei confronti dell'imputato condannato in primo grado a nove anni di reclusione. Il pm ha poi ottenuto il rinvio al prossimo 25 settembre, per poi concludere il 16 ottobre con le richieste.
Il calendario processuale prevede l'avvio delle arringhe difensive il 23 ottobre, per poi concludere dopo cinque udienze l'11 dicembre.

La difesa del senatore Marcello Dell'Utri, sotto processo davanti alla Corte d'Appello di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa, si è opposta all'audizione di Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco di Palermo in odor di mafia. A chiedere di sentire Massimo Ciancimino, che negli ultimi mesi ha fatto dichiarazioni ai magistrati anche su Marcello Dell'Utri, era stato nella scorsa udienza il pg Antonino Gatto.
La difesa di dell'Utri, rappresentanta in aula dagli avvocati Sandro Sammarco, Giuseppe Di Peri, Antonino Mormino e Pietro Federico, si è opposta all'interrogatorio di Ciancimino perché non conosce i verbali delle dichiarazioni rese dallo stesso davanti ai magistrati di Palermo e Caltanissetta. "Prima di esporre una compiuta valutazione - ha detto Sammarco - vorremmo avere una completezza informativa". Ha così chiesto il deposito dei verbali delle dichiarazioni di Ciancimino. La difesa di Dell'Utri si è poi opposta all'acquisizione della fotocopia del biglietto che era stato sequestrato nel 2005 a Ciancimino durante una perquisizione. Si tratta di un biglietto strappato con poche frasi. Secondo l'accusa il biglietto sarebbe stato inviato dal boss Bernardo Provenzano a Marcello Dell'Utri tramite Massimo Ciancimino. Per i pg Cosa nostra avrebbe fatto pressioni a Berlusconi per ottenere una tv. "Chiediamo che vanga acquisito l'originale del biglietto - ha detto ancora Sammarco - per potere fare una valutazione".

Il presidente della Corte d'Appello Claudio Dall'Acqua e i giudici a latere si sono riuniti in camera di consiglio per decidere se accogliere o meno le richieste della difesa.

In aula era presente il senatore Marcello Dell'Utri. Da parte sua Dell'Utri è stato lapidario nell'affermare: "Non ho mai conosciuto Massimo Ciancimino". Queste le sue parole uscendo dall'aula della Corte d'Appello di Palermo .
Nel corso del suo intervento l'avvocato Antonino Mormino, parlando della richiesta di audizione di Massimo Ciancimino, davanti ha ribadito alla Corte d'Appello: "Non sappiamo in che forma debba essere sentito Ciancimino se come collaborante o come indagato di reato connesso". In quelle dichiarazioni secondo Mormino "c'è tutto e il contrario di tutto". E ha concluso: "La nostra opposizione non è di carattere pregiudiziale o tattica, è un'opposizione funzionale alla corretta economia processuale".
Immediata la replica del pg Antonino Gatto: "Per quanto riguarda Massimo Ciancimino - ha detto - faccio notare alla difesa del senatore Dell'Utri che dai verbali prodotti è emerso che è stato ascoltato in veste di imputato di reato connesso". E sul biglietto ritrovato durante la perquisizione in un garage di pertinenza di Ciancimino con il nome di Berlusconi, Gatto ha sottolineato: "L'origine del documento è nota, è stato sequestrato dal reparto operativo dei carabinieri nel 2005".

Tra accusa e difesa c'è stato poi un breve botta. Rispondendo all'avvocato Mormino che nel suo intervento aveva sostenuto che nel processo di primo grado in cui Dell'Utri venne condannato a nove anni di carcere "sono state acquisite come documenti alcune interviste giornalistiche", Gatto ha detto: "Noi i processi non li facciamo con le notizie di stampa. E' vero che in primo grado furono acquisite delle interviste ma è anche vero che sono stati sentiti come testimoni i giornalisti che realizzarono quegli articoli".
La difesa ha poi ribadito la "necessità" di acquisire l'originale del documento sequestrato a Ciancimino: "Non è acquisibile - ha detto l'avvocato Alessandro Sammarco - perché è anomalo, non costituisce corpo del reato, non proviene dall'imputato. Non c'è altra garanzia di attendibilità e non si riferisce all'oggetto del procedimento". Il biglietto in questione è stato allegato prima delle ferie estive dal procuratore generale al verbale depositato al processo.

Alla fine, dopo un'ora e mezza di camera di consiglio, la Corte d'Appello ha rigettato la richiesta del pg di sentire in aula Massimo Ciancimino. Inoltre non verrà neanche acquisito il frammento di biglietto col nome di Berlusconi.
"Dall'esame del contenuto dei due verbali di interrogatorio di Massimo Ciancimino emerge un quadro confuso e oltremodo contraddittorio". Così, il presidente della Corte d'Appello di Palermo Claudio Dall'Acqua ha motivato il rigetto della richiesta dell'accusa. In particolare, secondo il presidente Dall'Acqua, le dichiarazioni di Ciancimino junior sarebbero "confuse e contraddittorie" sulle "riferite conoscenze in ordine a fatti e circostanze che queste Corte non può compiutamente valutare nel corso del giudizio di appello proprio sotto il profilo della utilità e della rilevanza del mezzo di prova rispetto alle accuse formulate a carico dell'imputato (Marcello Dell'Utri, ndr)". Per la Corte d'Appello "dalle dichiarazioni esibite finora rese da Massimo Ciancimino non emergono condotte e fatti riconducibili a Dell'Utri che siano suscettibili di utile rilievo e apprezzamento processuale".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Il Messaggero.it]

 

 

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18 settembre 2009
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