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Niente più finanziamenti per il ponte sullo Stretto

Approvata dalla Camera una mozione che impegna l'esecutivo "alla soppressione dei fondi previsti per la realizzazione dell'opera"

28 ottobre 2011

La scorsa settimana, l'Unione europea ha chiaramente detto che il Ponte sullo Stretto non è una priorità. Da questa constatazione è scaturito che, nell'elenco dei progetti meritovoli di ricevere fondi europei, quello del ponte non è presente. Bruxelles ha pure aggiunto che, comunque, se l'Italia vuole costruirlo il ponte lo può tranquillamente fare, con i propri soldi.
Il governo italiano, ancor prima di ricevere la notizia, per bocca del  ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Altero Matteoli, aveva affermato: "Il ponte sullo Stretto di Messina verrà realizzato a prescindere dall'eventuale finanziamento della Ue, in quanto le risorse per il manufatto saranno reperite sul mercato, come previsto dal piano finanziario allegato al progetto definitivo". "Il Ponte - aveva puntualizzato inoltre - per il governo resta una priorità essenziale per lo sviluppo del sistema dei trasporti dell'Italia" (LEGGI).

Ieri è successo che, alla Camera dei deputati, è stato approvato un documento che impegna l'esecutivo a revocare gli 1,7 miliardi già previsti per il ponte e destinati in parte all'Anas. In parole povere: niente più finanziamenti statali per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina.
Un impegno che il governo deve assumere in seguito all'approvazione di una mozione dell'Italia dei valori sul trasporto pubblico locale da parte dell'Aula della Camera. Il documento, su cui l'esecutivo aveva espresso parere favorevole, è stato approvato con l'astensione dei deputati di maggioranza. La mozione, a firma del deputato dell'Idv Antonio Borghesi, è stata approvata con 284 voti favorevoli e un solo contrario. Ma il dato più importante, oltre al parere favorevole del governo sono stati i 238 astenuti, tutti appartenenti alla maggioranza.
La mozione aveva ricevuto parere favorevole da parte del governo, espresso in aula dal viceministro Aurelio Misiti, nonostante l'Idv non avesse accolto le modifiche richieste dallo stesso esponente dell'esecutivo.

Il testo impegna il governo "alla soppressione dei finanziamenti" previsti "per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, pari complessivamente a un miliardo e 770 milioni di euro, di cui 470 milioni per il solo anno 2012 quale contributo ad Anas s.p.a. per la sottoscrizione e l'esecuzione - a partire dal 2012 - di aumenti di capitale della società Stretto di Messina spa".
Il costo iniziale previsto per il ponte sullo Stretto - 3,7 chilometri di lunghezza e 64 metri d'altezza - è di 6 miliardi di euro.

Il ministro delle infrastrutture è intervenuto contestando l'operato del suo viceministro: "Evidentemente - ha detto Altero Matteoli - il viceministro Misiti, se è vero quanto è stato riferito, ha espresso un parere a titolo personale, che non corrisponde a quanto pensa il Governo né tantomeno il sottoscritto". Matteoli ha aggiunto che si è trattato solo di "un incidente parlamentare" che comunque non può superare la volontà politica del governo e i provvedimenti legislativi (incluso l'allegato Cipe sulle infrastrutture) che sostengono la realizzazione del Ponte.
A stretto giro è arrivata la precisazione dello stesso Misiti: "E' da escludere categoricamente che il Governo possa scegliere di non realizzare il Ponte sullo Stretto", ha detto il viceministro ai trasporti e alle infrastrutture, ricostruendo le tappe della vicenda. "Il viceministro - si legge in una nota - nel dare il parere a nome del governo ha proposto una riformulazione della mozione dell'Italia dei valori che di fatto escludesse la possibilità di ricorrere a fondi della società stretto di Messina spa. La riformulazione non è stata accolta e tuttavia si è lasciata al governo la discrezionalità di trovare tali fondi da varie fonti". Pertanto, aggiunge Misiti, "è da escludere categoricamente che il governo possa scegliere di non realizzare il ponte sullo stretto. Quindi la posizione del governo è netta e quella personale dell'onorevole Misiti ancora di più".

Per Massimo Donadi, presidente dei deputati dell'Idv, è "prevalso il buon senso". Ora, ha dichiarato, "ci auguriamo che il governo mantenga fede agli impegni assunti". Sulla stessa linea Fabrizio Vigni, presidente nazionale Ecologisti democratici, che chiede al governo di abbandonare un progetto non prioritario e di destinare le risorse alle vere emergenze per il Sud.
La società Stretto di Messina mette le mani avanti e in una nota precisa di ritenere che il voto della Camera favorevole alla mozione Idv "non pregiudichi lo stanziamento dei fondi già previsti per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, ciò anche alla luce delle valutazioni espresse al riguardo dal ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli".
Legambiente e Wwf, invece, non nascondono la loro soddisfazione. "Finalmente una buona notizia", dice Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente. "Speriamo che questa sia realmente la battuta finale dell'annoso, e ormai noioso, film sull'ipotetica realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina e l'occasione per investire sui veri problemi del Paese", aggiunge. E il Wwf chiede che ora "si cancelli la Ponte sullo stretto spa, concessionaria interamente pubblica, a questo punto del tutto inutile" e il governo destini gli 8,5 miliardi di euro totali previsti per il ponte sullo stretto di Messina per altri interventi, come "la messa in sicurezza del territorio del Sud e al potenziamento delle opere ferroviarie e stradali in Sicilia e Calabria e la chiusura dei cantieri della A3 Salerno-Reggio Calabria".

Due, tre conti appena ... - In attesa di vedere (si fa per dire) la posa della prima pietra del Ponte sullo Stretto di Messina, dietro la società nata per realizzare l'opera si muove un flusso di spesa che cresce ogni anno. La Stretto di Messina spa ha pubblicato da poco l'ultimo bilancio approvato, quello del 2010, e ne viene fuori un aumento della spesa destinata in particolare a stipendi e affitti.
La perdita di esercizio è di un milione ma molte delle uscite riguardano i 54 dipendenti (9 dirigenti, 31 quadri e 14 impiegati): nel 2009 costavano 3,5 milioni, nel 2010 la spesa è salita a 4,9. Perchè? Nel frattempo sono state fatte 19 assunzioni e il contratto da semplici edili è stato tramutato in quello dei dipendenti dell'Anas. E i buoni pasto sono costati 51 mila euro.
Per gli amministratori e per l'ordinaria amministrazione la società ha speso nel 2010 3 milioni e 150 mila euro. Inoltre per le "prestazioni professionali di terzi" la Stretto di Messina spa (di cui la Regione è socia col 2,5%) ha speso 1 milione e 52 mila euro.
La società fa sapere che malgrado la posa della prima pietra non sia avvenuta, l'attività propedeutica è avviata da tempo e ha permesso di immettere risorse economiche sul territorio. In pratica, la redazione del progetto, i sondaggi geologici e le prime trivellazioni avrebbero comportato ingenti investimenti e un potenziamento dell'attività. Nel frattempo intanto da Roma sono arrivati i primi finanziamenti: 12,6 milioni per il 2010. E presto arriverà la seconda tranche pari a 92 milioni relativi al 2011.
Intanto a Messina fa discutere anche la creazione di un consorzio di cui fanno parte la Stretto di Messina, la Tourist Caronte, la società romana Hochfeiler Srl e la Comet Srl. Gestirà corsi e studi legati alla costruzione del Ponte e alla gestione del rischio sismico. Riprende quota un progetto partito nel 2005 e già finanziato in gran parte dal ministero dell'Università. Il Consorzio si chiama SCH. A disposizione ci sono circa 3 milioni e mutui a tasso agevolato. Nei prossimi giorni la firma del contratto tra Stato e Consorzio. A partecipare ai corsi che dureranno 18 mesi saranno 32 diplomati o laureati. Se si farà il ponte saranno probabilmente ingaggiati... [G. Pipitone ed E. Pintaldi, GdS.it]

19 anni di stop and go - Il primo progetto, preliminare, per un Ponte sullo Stretto di Messina risale al 1992, ma è nel 2002, con il terzo governo Berlusconi, che il progetto parte ed è il 2005 quando la Impregilo vince la gara come general contractor. Ma nel 2006, con la vittoria del centrosinistra, il progetto torna nel cassetto.
Sono i primi "stop and go" del progetto che, accompagnato da molte polemiche, registra un ultimo "ok" nel 2008, quando il ministro Matteoli annuncia che il ponte si farà. Nei giorni scorsi l'Unione Europea esclude il progetto dalle priorità da finanziare. Oggi la mozione approvata dalla Camera di sospendere i finanziamenti per il 2012. Ecco, in sintesi, le fasi dall'avvio del progetto:
2002: GOVERNO BERLUSCONI VARA DECRETO. La società Stretto di Messina riprende in mano il progetto preliminare predisposto nel 1992. All'inizio del 2003 il cda della società approva un nuovo progetto corredato di studio di impatto ambientale. In aprile il Governo vara il decreto per la realizzazione dell'opera. A giugno arriva anche il via libera del ministero dell'Ambiente. Il primo agosto il Cipe approva il progetto preliminare.
2004: IMPREGILO VINCE LA GARA. In primavera viene approvato il bando di gara per la scelta del general contractor.Nel 2005 la Commissione aggiudicatrice dichiara la vittoria del raggruppamento guidato da Impregilo. Il contratto viene siglato il 27 marzo.
2005: LAVORI AL VIA NON PRIMA DEL 2007. Prima di aprire i cantieri, Impregilo deve presentare il progetto definitivo (che deve essere approvato da Cipe e Stretto di Messina) e quello esecutivo. I tempi previsti dall'impresa per i due progetti sono di 10 mesi al netto dell'iter autorizzativo, a partire dalla firma del contratto. Per la realizzazione dell'opera ci vorranno altri 5 anni, fino al 2012.
2006: PER IL GOVERNO PRODI NON È PRIORITÀ. Nel programma dell'Unione il Ponte sullo Stretto non è fra le priorità e Di fronte al Senato per chiedere la fiducia al programma, il premier non fa una parola sul ponte dicendo però che saranno privilegiati gli interventi "in una logica di sistema integrato>> piuttosto che le "singole grandi opere".
2006: DECRETO FISCALE 2006 SULLE INFRASTRUTTURE. Stabilisce che circa 50 milioni destinati alla costruzione del ponte sullo Stretto saranno destinati per il 70% alla realizzazione di strade in Sicilia, per il 30% alla Calabria.
2008: CAMERA APPROVA RISOLUZIONE CONTRO PONTE. I deputati, l'11 ottobre 2008, approvano la risoluzione secondo cui il ponte sullo Stretto di Messina non si farà. Contrari ad oltranza Verdi e Prc ma votano anche quelli che, pur favorevoli o almeno disponibili, hanno ritenuto che si debba dare priorità ad altre opere. Proteste dall'opposizione.
2008: MATTEOLI, IL PONTE SI FARÀ, LAVORI INIZIERANNO ENTRO 2009. Ennesimo dietrofront con il ministro delle Infrastrutture, Matteoli, che annuncia che l'opera si farà.
2011 UE, PONTE NON È TRA LE PRIORITÀ. La Commissione europea non prenderà alcun impegno riguardo a un possibile inserimento tra i progetti prioritari Ue del ponte sullo Stretto di Messina: lo dice, lo scorso 19 ottobre, il commissario Ue ai Trasporti, Siim Kallas, nel corso della presentazione delle priorità europee previste nel piano di investimenti per le reti infrastrutturali.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Repubblica.it, GdS.it, Lasiciliaweb.it]

- Le spese allargate del ponte sullo Stretto di Gian Antonio Stella (Corriere.it)

 

 

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28 ottobre 2011
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