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Nitto Palma è il nuovo Guardasigilli

Angelino Alfano si è dimesso da ministro della Giustizia per abbracciare in pieno il ruolo di segretario del Pdl

28 luglio 2011

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto ieri pomeriggio, al Palazzo del Quirinale, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta. Era presente il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra. In una nota del Quirinale si legge: "Il Presidente della Repubblica ha firmato il decreto con il quale, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, vengono accettate le dimissioni rassegnate dall'onorevole avvocato Angelino Alfano dalla carica di Ministro della Giustizia e nominato al medesimo dicastero il senatore dottor Nitto Francesco Palma che cessa dalla carica di Sottosegretario di Stato all'Interno". "Il Capo dello Stato ha, altresì, firmato, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, il decreto di nomina dell'onorevole professoressa Anna Maria Bernini Bovicelli alla carica di Ministro senza portafoglio". La Bernini sarà titolare del dicastero delle Politiche comunitarie.
Angelino Alfano aveva inviato al premier Silvio Berlusconi una lettera di dimissioni da ministro della Giustizia in cui spiegava che la funzione di Guardasigilli è "incompatibile" con un "così rilevante incarico politico" come il ruolo di segretario del Pdl.

"Mi auguro che il primo atto del ministro sia quello di fermare l'obbrobriosa legge in discussione in queste ore al Senato, il cosiddetto processo lungo ovvero l'ennesima legge ad personam a favore di Silvio Berlusconi" ha dichiarato il responsabile Giustizia del Pd, Andrea Orlando. Per il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi "con la nomina di Palma a ministro della Giustizia, che negli anni passati lasciò traccia di sè in Parlamento solo per essersi reso promotore di alcune norme ad personam a tutela di Cesare Previti, possiamo dire che, per quanto riguarda la giustizia, il centrodestra continua a percorrere la solita strada. Con lui o con Alfano non cambia nulla a Via Arenula. Una nomina in assoluta coerenza con chi lo ha preceduto.
Dal canto suo, Nitto Palma, nelle prime dichiarazioni alle agenzie di stampa ha detto che "il tempo dello scontro tra politica e magistratura deve cessare" e che "nell'ambito delle proprie responsabilità ognuno di noi deve farsi carico dell'enorme problema della giustizia e quindi deve affrontare le necessarie riforme".
Alla domanda se aderirà alla richiesta dell'opposizione di cambiare la linea portata avanti fino ad oggi dal suo predecessore Angelino Alfano, il neo ministro ha risposto: "Ho troppi anni e troppa esperienza, sia da magistrato che da politico, per cadere nel gioco propagandistico dell'opposizione. Considero l'operato di Angelino Alfano di indiscusso livello e sono onorato nel succedergli come Guardasigilli. Nessuno pensi di essere più bravo, più etico e più onesto di altri. La propaganda politica è cosa diversa dal corretto confronto sulle norme e sulla loro sintonia costituzionale, ovvero sulla loro finalizzazione ad attuare i principi sul giusto processo".

Chi è il nuovo Guardasigilli Nitto Palma - Una carriera tra magistratura e politica. Il nuovo Guardasigilli, Nitto (da Benedetto) Francesco Palma, 61 anni, è in Parlamento da dieci anni. Romano di origini siciliane, il successore di Angelino Alfano al dicastero di via Arenula ha finora ricoperto l'incarico di sottosegretario all'Interno. Chi lo conosce parla del neo ministro della Giustizia come di un decisionista che affronta i problemi, ma abituato all'ascolto e alla mediazione.
Appassionato di calcio, è stato sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma e sostituto procuratore nazionale antimafia. Vicecapo di gabinetto di Alfredo Biondi nel primo nel primo governo Berlusconi del '94, di lui i giornali ricordano l'amicizia con Cesare Previti ma anche quella con l'attuale presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara.
Vicinissimo a Silvio Berlusconi, tanto da meritarsi l'appellativo di 'falco' del premier, nel luglio 2002 fu promotore di un emendamento che mirava a congelare i processi ai parlamentari fino al termine del mandato e rendere la sospensione retroattiva anche per i giudizi già iniziati. L'emendamento fu ritirato ma il 'Nitto Palma' negli anni a venire fu più volte rievocato come testo base dal quale partire per la reintroduzione dell'immunità parlamentare.
Alla Camera è arrivato con Forza Italia nella XIV legislatura, il 22 maggio 2001, e tra gli altri incarichi, è stato componente della commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare, della commissione di inchiesta sulla vicenda Telekom-Serbia, della commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e componente della commissione Giustizia quale relatore del disegno di legge sull'ordinamento giudiziario.
Nel maggio 2006, con la XV Legislatura, è stato eletto al Senato, ricoprendo l'incarico di vicepresidente della commissione Affari Costituzionali. Nitto Palma è stato inoltre componente della commissione speciale per l'esame di disegni di legge di conversione di decreti-legge, componente della commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare, componente della commissione parlamentare per la semplificazione della legislazione e componente sostituto del comitato parlamentare per i procedimenti di accusa.
Rieletto al Senato, come capolista in Calabria, il 13 aprile 2008, e successivamente nominato sottosegretario all'Interno, è stato delegato per le materie di competenza del dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile. Al Viminale è stato anche delegato, con esclusione delle materie relative all'immigrazione e all'asilo, per le materie di competenza del dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, relative alle confessioni religiose, ai diritti civili e alla cittadinanza, alla tutela e promozione delle minoranze storiche etnico-linguistiche e alle problematiche delle comunità minoritarie delle zone di confine, ivi compresa la minoranza slovena del Friuli Venezia Giulia.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it, Corriere.it]

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28 luglio 2011
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