No alla donazione di organi tra fedeli di religioni diverse
In Egitto la proposta di legge sostenuta dal sindacato dei medici ha scatenato diverse polemiche
Una proposta di legge che vieta il trapianto di organi tra fedeli di religioni differenti, ma anche tra persone di diversa nazionalità.
Donando gli organi, dunque, un musulmano non potrà mai salvare la vita di un cristiano, né tantomeno un inglese quella di un egiziano. Ammesso e concesso che la proposta di legge che ha sollevato un vero e proprio polverone in Egitto - il Paese nordafricano dove è stata concepita - diventi legge. Per ora, infatti, è ferma ai nastri di partenza, benché goda dell'appoggio del sindacato dei medici egiziani.
Un sostegno, vista la materia, non da poco, e giustificato dalla "necessità - ha spiegato sul Daily News Egypt Hamdy, El Sayed, a capo del sindacato - di contrastare il traffico d'organi" in un Paese dove non esiste ancora una legge che regoli il delicato tema della donazione e del trapianto.
La pdl al centro delle polemiche oltre a bandire il trapianto tra persone di diverse religioni e di differente nazionalità prevede che la donazione avvenga solo tra i membri di una stessa famiglia, con una parentela ammessa fino al quarto grado, circoscrivendo al massimo, dunque, la possibilità d'azione in sala operatoria.
"E' una legge razzista - tuona l'avvocato Naguib Gibrael, direttore dell'Unione egiziana per i diritti umani (Uedh) - che introduce e legittima una discriminazione tra cristiani copti e musulmani, e che riduce di gran lunga la possibilità che pazienti malati possano ottenere organi salvavita". Secondo Gibrael, il provvedimento è stato manipolato e voluto "dalla confraternita dei Fratelli Musulmani che controlla il Sindacato dei medici e che ha imposto una norma fortemente discriminatoria, violando i diritti umani, la Costituzione e minando l'unità nazionale". [Adnkronos Salute]