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No alle arance al Propiconazolo

La denuncia di Confagricoltura. Non c'è pace per l'agrumicultura siciliana

13 febbraio 2015

"Tutto sembra congiurare contro l’agrumicoltura siciliana. Dopo le avversità sanitarie e naturali, i problemi commerciali legati al blocco delle esportazioni di ortofrutta in Russia, il calo dei consumi interni e l’accanimento fiscale del governo nazionale (Imu sui terreni agricoli), l’ultima mazzata per il settore è rappresentata dalla presenza, nei nostri principali mercati nazionali, di arance ‘tarocco’ di origine spagnola trattate con propiconazolo, un fungicida tollerato dall’Ue e non registrato in Italia". E’ quanto denuncia il presidente della sezione siciliana dell’Agrumicoltura di Confagricoltura, Gerardo Diana.

"Dire che siamo indignati - dichiara Diana - non rende l’idea dello stato di profondo malessere nei confronti di un sistema che ci vuole sempre perdenti e ciò nonostante i notevoli investimenti fatti sul piano della qualità e della salubrità dei prodotti. Il fatto di trovare sul territorio nazionale e sulle nostre tavole un prodotto trattato con una sostanza che le autorità sanitarie non hanno registrato ha del grottesco. In questo caso ai produttori spagnoli va dato il merito di aver dichiarato l’uso della sostanza in etichetta. Penso invece - aggiunge il presidente Diana - a tutta quella produzione di origine extracomunitaria che attraversa i confini europei e che arriva sulle tavole dei nostri consumatori. Anche se non vengono contravvenute le norme europee, la vicenda rimane comunque paradossale". [Italpress - €conomiaSicilia]

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13 febbraio 2015
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